ATP 500 Rotterdam, Sonego lotta ma Rune è cinico. Alcaraz, che fatica! Bolelli e Vavassori, buona la prima

  • Postato il 5 febbraio 2025
  • Di Virgilio.it
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C’ha provato Lorenzo Sonego, ma Holger Rune stavolta non s’è fatto pregare. E ha sfruttato ogni minimo spiraglio che ha incontrato lungo il cammino, vincendo un match di primo turno durissimo, di quelli che solitamente si vedono nei turni più avanzati di un torneo. E per Sonego c’è tanto da masticare amaro: il 7-6 6-4 finale non rende giustizia alla prova (a tratti) coraggiosa e anche impavida del tennista torinese, che ha confermato quanto di buono fatto vedere a Melbourne, senza però riuscire a far tornare i conti quando più se ne avvertiva il bisogno.

Sonego lotta senza paura, ma Rune è più cinico

Rune ha dovuto sudare e non poco per venire a capo di una situazione che a un certo punto sembrava sul punto di sfuggirgli di mano. Ha però giocato meglio i punti più importanti: ad esempio quelli del tiebreak del primo set, dove Sonego è arrivato di gran carriera ma dove il danese è stato più bravo a guidare gli scambi. E poi nel decimo gioco del secondo set, quando la sensazione è che l’inerzia fosse davvero dalla parte del torinese, che invece s’è complicato la vita andando sotto 0-30 (ma il secondo punto del game è stato un mezzo miracolo di Rune, che tre volte ha rispedito la palla oltre la rete in precario equilibrio) e poi cedendo sulla seconda delle due palle match concesse.

Sonego invero aveva cominciato il match in salita, faticando soprattutto al servizio e facendosi brekkare nel terzo gioco. Poi però ha risalito la corrente, mostrando lampi di classe assoluta (un po’ come fatto in Australia) e trovando il contro break nel sesto gioco. Le quattro palle break annullate nell’undicesimo game dicono che Sonny è vivo e non vuole mollare per nessuna ragione al mondo, ma nel tiebreak è Rune a far valere la sua attitudine a lasciare andare il braccio quando la pallina si fa più pesante (pesano due errori col dritto dell’italiano).

Dopo 73’ il danese si ritrova avanti e va vicinissimo al break in avvio di secondo set, con Sonego bravo ad annullare 4 palle per andare nuovamente sotto. Rune gioca bene da fondo, non concede occasioni per far scappare il torinese che pure arriva spesso ai vantaggi, ma senza spingersi oltre. Quando un altro tiebreak sembra dietro l’angolo, Rune accelera e con un paio di passanti si mette nelle condizioni di chiudere i conti, ottenendo quello di cui va in cerca.

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Bolelli e Vavassori, buona la prima (in due set)

La giornata per l’Italia era cominciata bene grazie alla vittoria della coppia per eccellenza del doppio, quella composta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Che dopo la delusione patita a Melbourne, sconfitti in finale nel primo torneo slam della stagione (in precedenza avevano vinto ad Adelaide, centrando un filotto di 9 vittorie consecutive prima di fermarsi contro Patten ed Heliovaara), hanno subito ripreso la via maestra superando in due set il tandem composto da Hubi Hurkacz e Jakub Mensik. Vittoria che consegna la qualificazione diretta ai quarti di finale, dove gli italiani affronteranno i tedeschi Schnaitter e Wallner.

L’esordio a Rotterdam non è stato comunque privo di pensieri: Bolelli e Vavassori si sono imposti per 7-5 7-6, trovando il break decisivo nell’undicesimo gioco al terzo tentativo per poi vedersi costretti ad annullare due palle break nell’ottavo gioco del secondo parziale (due ottime prime di Vavassori risolvono il problema alla radice). Due minibreak ottenuti in avvio di tiebreak finiscono per rendere inutili i tentativi avversarsi di rimettere le cose a posto, regalando alla coppia azzurra un buon debutto europeo.

Alcaraz, che fatica! Supera Van de Zandschulp solo al terzo

Chi ha debuttato sudando più delle proverbiali sette camicie è stato Carlos Alcaraz, che ha rischiato grosso contro l’olandese Botic van de Zandschulp. Che ha ceduto l’onore delle armi dopo due ore e mezza di pura battaglia agonistica, con lo spagnolo avanti di un set (vinto al tiebreak dopo che il rivale aveva commesso un doppio fallo su un set point) ma costretto poi a rifare tutto daccapo dopo aver perso inopinatamente il secondo per 6-3.

Nel terzo però il beniamino del pubblico locale è andato in riserva d’ossigeno e Alcaraz ne ha approfittato per rimettere le cose a posto, mostrando però ancora una volta una versione di se stesso molto ondivaga e poco rassicurante. Pesano tanto gli 8 doppi falli commessi da van de Zandschulp, che in un modo o nell’altro una grossa mano allo spagnolo l’hanno data, specie nei momenti in cui il dritto faceva fatica a entrare e in risposta non tutto funzionava a dovere. Per Carlitos, al debutto assoluto a Rotterdam, un avvio tra luci e ombre.

Autore
Virgilio.it

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