ATP 500 Pechino, Medvedev con i nuovi coach sembra rinato. Zverev è sempre più in caduta libera (e Fritz s'avvicina)
- Postato il 29 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Salvate il soldato Sascha. Che ormai a certe sconfitte pare averci fatto l’abitudine. Di sicuro contro Medvedev, che nei confronti diretti è salito sul 14-7 vincendo le ultime 5 sfide disputate contro il tedesco, che fino a qualche anno fa sembrava essere molto più di una nemesi per il russo (era avanti 5-1 prima della pandemia: da allora, il mondo s’è capovolto). E così al numero 3 del mondo, ancora una volta, è mancato un pezzo per arrivare a dama. Tanto che domani in semifinale a Pechino ci sarà il redivivo Medvedev, che sogna (pregusta) di ritrovarsi a giocare di nuovo una finale, sfidando quel Learner Tien col quale invero ha cominciato (male) il suo 2025, cedendo al debutto agli Australian Open.
- Medvedev sta tornando: "Finalmente gioco come voglio"
- Zverev non ne azzecca più una: ora Fritz è una minaccia reale
Medvedev sta tornando: “Finalmente gioco come voglio”
Difficile dire se fa più notizia l’ennesima caduta di Zverev o se piuttosto è proprio la ritrovata continuità di Medvedev. Che invero nei tornei asiatici che aprono l’ultima parte di stagione s’è sempre sentito abbastanza a suo agio, anche perché il cemento (specie indoor) rimane la sua superficie prediletta.
Quest’anno peraltro c’è un pizzico di curiosità in più nel vedere giocare Daniil: dopo l’ennesima fallimentare campagna agli US Open il russo ha chiuso il rapporto con lo storico coach Gilles Cervara, affidandosi alle cure di Thomas Johansson e Rohan Goetzke, che per ora sembrano aver trovato la chiave per rilanciare Medvedev e riconsegnarlo competitivo agli occhi degli addetti ai lavori. “Tornare in semifinale è sempre una sensazione piacevole, ma è chiaro che adesso voglio di più. Da tempo non riesco a esprimermi al massimo dei livelli che so di poter offrire, per cui quanto sto facendo qui a Pechino (dove non ha lasciato per strada neppure un set al cospetto di Norrie, Davidovich-Fokina e Zverev) mi rende davvero felice.
Sento di avere delle chance per arrivare fino in fondo, e il modo col quale ho battuto Zverev mi ha indicato la strada da seguire. Ho giocato come volevo, soprattutto come avevo studiato nel prepartita, ed è questo che mi fa ben sperare anche per i prossimi turni”. Dopo Lien in finale ci sarebbe uno tra Sinner (col quale dalla finale di Pechino di due anni fa è sotto 8-1 nei confronti diretti) o de Minaur.
Zverev non ne azzecca più una: ora Fritz è una minaccia reale
Quella finale che Zverev potrà al massimo ammirare seduto sul divano, perché la prova contro Medvedev ha nuovamente messo il dito nella piaga di una crisi tecnica e d’identità che non pare conoscere fine. Le percentuali bassissime al servizio (63% di punti con la prima, addirittura 38% con la seconda) testimoniano che qualcosa s’è incrinato per davvero nel gioco del tedesco, che pure nel corso del torneo aveva anche lamentato un problema alla schiena che già lo aveva condizionato nel corso del match vinto al terzo contro Moutet.
Contro Medvedev peraltro, dopo aver subito il break nel corso del primo set, ha sfogato tutta la sua rabbia buttando platealmente la racchetta a terra, ma senza sortire alcun effetto né in se stesso, né tantomeno nel rivale (che quanto a racchette spaccate non deve temere alcun rivale…). Le due sconfitte in Laver Cup erano state già un indicatore di una condizione non propriamente al top, ma adesso che gli appuntamenti andranno a infittirsi (Shanghai parte a fine settimana) è chiaro che per Zverev non ci saranno più grossi margini di errore.
L’ultimo torneo vinto è storia vecchia più di 5 mesi (a Monaco di Baviera battendo in finale Shelton): da allora solo una finale, quella persa a Stoccarda con Fritz, e qualche delusione di troppo. Con Fritz che qualora dovesse battere Alcaraz in finale a Tokyo accorcerebbe sotto i 1.000 punti il ritardo dalla terza posizione del ranking. Impensabile fino ad aprile (quando Zverev aveva oltre 3.000 punti di vantaggio), ma da allora Sascha non è stato più lo stesso.