Assolti Tony Colombo e Tina Rispoli, erano accusati di concorso esterno. Il fratello di lei condannato a 16 anni

Erano stati arrestati nell’ottobre del 2023 nell’ambito di una operazione anticamorra, ma è concluso con un verdetto di assoluzione il processo che ha visto imputati il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie, Tina Rispoli (vedova del boss di camorra Marino). La giudice per l’udienza preliminare di Napoli, Ivana Salvatore, ha pronunciato la sentenza nell’aula bunker del carcere di Poggioreale, stabilendo che i due non hanno commesso i reati contestati dalla Direzione Distrettuale Antimafia: concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione alla produzione di sigarette di contrabbando.

Una decisione che segna la conclusione di una vicenda giudiziaria, iniziata con l’arresto della coppia il 17 ottobre 2023 nell’ambito di un’operazione dei carabinieri del Ros contro il clan Di Lauro. Nell’inchiesta, coordinata dai pm antimafia Maurizio De Marco e Lucio Giugliano, erano finite in manette altre 25 persone, tra cui Vincenzo Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro. Le indagini, avviate nel 2017 e durate quattro anni, si erano concentrate sulla presunta rete di affari illeciti che avrebbe ruotato attorno all’erede della famiglia criminale di Secondigliano, che dopo la scarcerazione aveva avviato una carriera imprenditoriale. Se per Colombo e Rispoli il processo si è chiuso con un’assoluzione, non è stato così per gli altri imputati, che hanno ricevuto pesanti condanne. Tra questi anche Raffaele Rispoli, fratello di Tina, che dovrà scontare 16 anni e 8 mesi di carcere. Per lui il pm aveva chiesto una pena di vent’anni.

Già il 31 gennaio l’autorità giudiziaria ritenendo venuta meno la necessità dell’arresto, aveva disposto la scarcerazione di Tony Colombo lo scorso 31 gennaio; il cantante si trovava ai domiciliari a Gaeta. La moglie era stata invece scarcerata già il 20 ottobre e si trovava a Minturno. Al di là dell’assoluzione, la posizione di Tina Rispoli resta sotto la lente della magistratura: la donna è indagata in un altro procedimento per riciclaggio. La coppia era divenuta celebre per il sontuoso matrimonio celebrato il 27 marzo 2020. Le immagini del loro corteo nuziale, con una carrozza bianca trainata da cavalli che attraversava corso Secondigliano bloccando il traffico, fecero il giro del web e scatenarono polemiche. Quelle stesse immagini costarono caro a cinque ispettori della Polizia Penitenziaria, ripresi mentre suonavano la tromba alla cerimonia: vennero sospesi dal servizio e, dopo un lungo iter giudiziario, alcuni di loro furono reintegrati.

“Questa sentenza spazza via ogni dubbio, ma il prezzo pagato è stato altissimo, sia per l’uomo che per l’artista. La sua carriera ha subito un duro contraccolpo e ci auguriamo che in futuro ci sia maggiore prudenza nella fase preliminare dei procedimenti penali” dichiarano gli avvocati di Colombo e Rispoli, Sergio Cola, Alfredo Sorge e Andrea Imperato. Sul verdetto non mancano reazioni politiche. Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, si dice perplesso: “Sinceramente sono rimasto senza parole davanti a questa sentenza. Certo, le sentenze vanno sempre rispettate, ma tra una richiesta di condanna ad otto anni per legami con il clan Di Lauro e un’assoluzione c’è un abisso.Aspettiamo di vedere se ci sarà un ricorso in appello”.

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Il Fatto Quotidiano

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