Assi di forza, Skymetro e metropolitana: il ministero “rettifica” gli annunci dell’assessore Ferrante
- Postato il 31 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Si ritiene opportuno rettificare alcune dichiarazioni pubblicate con virgolettato e attribuite all’assessore, al fine di garantire una rappresentazione completa e corretta dei temi affrontati”. Inizia così la nota diffusa dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’indomani della missione a Roma dell’assessore Massimo Ferrante, dalla quale – secondo quanto riferito dal componente della giunta Salis – sarebbero emerse garanzie sui finanziamenti per le infrastrutture di trasporto pubblico. Ma anche su un “tema caldo” dell’estate post-elezioni, cioè la restituzione dei soldi anticipati per lo Skymetro in Valbisagno. Complessivamente sono in ballo 470 milioni di euro.
Sugli assi di forza: “Ipotesi di rimodulazione all’esame della Commissione Ue”
Secondo Ferrante i dirigenti del ministero avrebbero dato il via libera al nuovo target per non perdere i finanziamenti Pnrr: almeno 25 chilometri di tracciato entro giugno 2026, scadenza che verrà monitorata dai tecnici del Mit. “Questo era ciò che avevamo chiesto e che ci è stato confermato”, ha spiegato l’assessore. Da qui la brusca accelerata sui cantieri con l’obiettivo di inaugurare la linea centrale nei prossimi mesi.
“Nel corso della riunione – si legge nella nota – il Mit ha preso atto della conferma dei ritardi esecutivi e della conseguente necessità di rimodulazione della misura, con riduzione del target complessivo a circa 25 km rispetto ai 40 previsti”. Ma la partita non sarebbe ancora chiusa, secondo quanto riferito da Roma: “Sul punto si è rappresentato che la proposta di rimodulazione è stata acquisita e valutata dal Mit (direzione generale Tpl e unità di missione Pnrr) ed è stata oggetto di una ipotesi di rimodulazione della misura all’esame della Commissione europea. Pertanto, il mantenimento del finanziamento Pnrr resta condizionato al completamento delle procedure formali di rimodulazione e alle verifiche tecnico-amministrative previste. Ogni eventuale cronoprogramma operativo sarà condiviso solo a valle di tali adempimenti”.
Se l’iter non dovesse filare liscio – e la nota del Mit non offre rassicurazioni in tal senso – il rischio è che il Comune di Genova debba rifinanziare l’intervento con risorse proprie o con fonti alternative. Su un quadro economico di quasi 499 milioni, la quota Pnrr (che prevede scadenze molto stringenti al 2026) ammonta a 399 milioni. Una cifra assolutamente proibitiva per il bilancio dell’ente.
Sui fondi Skymetro: “Nessuna conferma definitiva per la copertura delle spese”
L’oggetto del contendere non è più la volontà di realizzare l’opera, del tutto accantonata dal centrosinistra, ma l’eventualità che il Comune debba restituire l’intera quota di finanziamento anticipata dal ministero, inclusi i soldi già pagati per la progettazione e quelli da versare per le penali previste dai contratti in essere.
“Il Mit – viene spiegato nella nota – ha espresso apertura di principio al riconoscimento delle spese di progettazione già sostenute, ma ha precisato che la decisione finale è subordinata a una verifica con il Mef per l’applicazione corretta del DL 95/2025 e alla successiva adozione degli atti formali. Pertanto, non è stata rilasciata alcuna conferma definitiva circa la copertura delle spese. A prescindere da tutto, entro dicembre, senza obbligazione giuridicamente vincolante, il Comune deve restituire i finanziamenti riconosciuti a titolo di anticipo, ossia 39 milioni di euro, al netto delle spese sostenute. Ad oggi risultano circa 7 milioni di spese sostenute tra progetto e obbligazioni contrattuali”.
Anche qui, dunque, nessuna certezza granitica in attesa di verifiche ministeriali e garanzie scritte nero su bianco. D’altra parte, dopo l’incontro a Roma tra la sindaca Silvia Salis e il ministro Matteo Salvini ad agosto, una nota congiunta diffusa da Comune e Mit recitava così: “Preso atto che la giunta cittadina non intende realizzare l’opera, è stato affrontato il tema delle risorse già erogate, evidenziando che quelle già spese non dovranno essere restituite“. Si tratta per l’appunto di quei 7 milioni (sebbene siano circolate cifre di ogni genere) che Tursi dovrebbe restituire se non fossero coperti dal Mit. L’impegno politico, insomma, è stato assunto da mesi, ma i nodi tecnici non parrebbero ancora sciolti.
Il tema è stato anche oggetto di botta e risposta in commissione consiliare a Tursi tra l’ex vicesindaco Pietro Piciocchi e gli assessori della giunta Salis: “Il rischio è che la restituzione di questi 39 milioni provochi tensioni di cassa per il Comune“, ha rimarcato Piciocchi. “A quanto riferisce la direzione Servizi finanziari non ci sarà nessuna tensione di cassa – ha risposto il vicesindaco Alessandro Terrile – anche perché sono fondi finalizzati e non si è mai ipotizzato di poterli spendere per altro”. Ma il Comune quando li restituirà? “A valle degli accordi col Mit, entro l’approvazione del bilancio, immaginiamo nella settimana prima di Natale, ci sarà un’apposita delibera che riassumerà le motivazioni per le quali questo progetto sarà stralciato. Solo dopo questa delibera, tra fine 2025 e inizio 2026, si potrà procedere alla restituzione”.
Piciocchi ha avanzato dubbi anche sulle penali: “Non abbiamo una quantificazione, chi le paga?”. A rispondere è stato l’assessore Ferrante: “Le penali sono già calcolate nell’importo di 12 milioni. Ci è stato confermato che questa cifra onnicomprensiva deve essere decurtata dalla restituzione del 10% del finanziamento”. Sui numeri la confusione rimane, perché il ministero nella sua nota parla di 7 milioni incluse le penali.
Sulla metropolitana a Rivarolo: “Niente impegni automatici”
In ballo ci sono anche i finanziamenti per portare la metropolitana da Canepari (dove non è ancora arrivata) a Rivarolo. L’iter è in ritardo perché il Comune deve ancora ottenere le aree da Rfi. “Il ministero ci ha detto di andare avanti, poi potremo attingere al fondo unico istituito dal ministero, lo stesso in cui confluiscono i soldi dello Skymetro. Anche su questo dovevamo avere una certezza e l’abbiamo ottenuta”, ha dichiarato Ferrante.
A correggere il tiro sono ancora una volta i dirigenti del Mit: “L’intervento è stato finanziato con 64,1 milioni di euro. Il Mit ha ricordato che, in assenza della sottoscrizione dell’obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre 2025, il progetto potrà essere definanziato ai sensi del DL 95/2025. Eventuali risorse potranno essere riassegnate nella fase di contrattualizzazione, nei limiti della capienza del fondo unico ministeriale. Non sono stati assunti impegni automatici di copertura o di attingimento diretto a tale fondo”. In altre parole, secondo questa versione, i soldi verranno formalmente persi e il Comune dovrà chiederli nuovamente, confidando che vengano riassegnati.
“L’incontro – si conclude la nota – si è concluso con la conferma della volontà condivisa di proseguire il coordinamento tecnico tra Mit, Mef e Comune di Genova, al fine di garantire continuità finanziaria e regolarità procedurale; assicurare una rimodulazione equilibrata dei progetti in corso; preservare la coerenza con le disposizioni del DL 95/2025 e con gli obiettivi del Pnrr; mantenere un approccio unitario e trasparente nella pianificazione delle opere strategiche”. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “ribadisce il proprio impegno a supporto delle grandi infrastrutture genovesi, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e con la costante collaborazione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti.