Assalto alla Noc, sale la tensione sugli asset strategici libici
- Postato il 29 maggio 2025
- Esteri
- Di Formiche
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In uno sviluppo pericoloso che riflette la fragilità della situazione della sicurezza nella capitale libica, Tripoli, un gruppo armato affiliato al Governo di unità nazionale, denominato “Forza di intervento e controllo”, guidato da Mustafa al-Basha, ha preso d’assalto la sede centrale della National Oil Corporation a Tripoli, scatenando il panico tra i dipendenti e spingendo molti di loro ad abbandonare gli uffici per paura di un’escalation.
Il gruppo, giunto all’edificio a bordo di veicoli militari a quattro ruote motrici con le insegne del “Gabinetto dei ministri – Dipartimento per le attività speciali”, ha preso il controllo del quinto piano, dove si trova l’ufficio del presidente, e vi è rimasto per circa un’ora e mezza, secondo quanto riferito da testimoni oculari. Alcune fonti libiche hanno descritto l’incidente come un tentativo di imporre contratti e tariffe estorsive, mentre altri lo hanno descritto come una dimostrazione di forza portatrice di messaggi politici ed economici estremamente pericolosi. Al contrario, il governo di unità nazionale libico di Tripoli ha negato che si fosse verificato un raid, descrivendo l’incidente semplicemente come una “limitata disputa personale nell’area della reception”, affermando che era stato contenuto senza compromettere il flusso di lavoro.
Da parte sua, la National Oil Corporation ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma che le notizie che circolano su un assalto alla sua sede centrale a Tripoli sono “infondate”. L’incidente è stato descritto come una “controversia di minore entità che è stata immediatamente risolta”, sottolineando che la società avrebbe continuato a svolgere i suoi compiti essenziali. Tuttavia, una dichiarazione della Camera dei rappresentanti libica ha contraddetto questa narrazione, condannando fermamente quello che ha descritto come un “attacco illegale”, affermando che tre veicoli militari armati appartenenti alla Forza di intervento e controllo hanno preso d’assalto la sede centrale dell’istituzione. Il Parlamento ha ritenuto l’operazione un “atto ostile riprovevole” che minaccia la sicurezza della capitale e viola la sovranità dello Stato.
La Camera dei rappresentanti ha chiesto che la Procura della Repubblica avvii immediatamente un’indagine e che i dipendenti vengano convocati per testimoniare sull’incidente. Ha inoltre chiesto di valutare la possibilità di trasferire la sede centrale dell’istituzione in una città più stabile, per garantire la sicurezza dei dipendenti e proteggere questa risorsa vitale da manomissioni armate. Il Consiglio ha inoltre invitato la comunità internazionale, in particolare la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), ad assumersi le proprie responsabilità nel sostenere la stabilità della Libia e nel formare un governo unificato che sostituisca il governo di Dabaiba, descritto come “scaduto e poco raccomandabile”.
Il settore petrolifero libico è la spina dorsale dell’economia nazionale, con entrate che rappresentano oltre il 95% delle risorse del Paese. Ogni minaccia alla National Oil Corporation incide direttamente sugli interessi del popolo libico e complica ulteriormente il panorama politico e di sicurezza del Paese, soprattutto considerando la divisione in corso tra due governi rivali e la mancanza di una soluzione definitiva. Cresce il timore che simili incidenti possano ripetersi in altre istituzioni, a meno che non si adottino misure urgenti per controllare il comportamento dei gruppi armati, rafforzare l’autorità dello Stato e l’applicazione della legge e impedire che le istituzioni statali vengano utilizzate come strumenti di estorsione o per perseguire interessi limitati. In mezzo a questa divergenza di narrazioni tra governo e potere da una parte, Parlamento e testimoni oculari dall’altra, la scena libica resta ostaggio del caos delle armi e delle molteplici lealtà, che minacciano l’esistenza stessa dello Stato e le sue capacità e mettono a repentaglio il futuro dell’economia libica.