Asia addio. Adesso la penna di Trump 'parla' solo americano
- Postato il 6 ottobre 2025
- Estero
- Di Agi.it
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Asia addio. Adesso la penna di Trump 'parla' solo americano
AGI - È in ogni astuccio degli studenti americani, è nei portapenne degli uffici, è, soprattutto, sulla scrivania di Donald Trump ogni volta che deve firmare un ordine esecutivo davanti alle telecamere. È lo Sharpie, il 'pennarello dei pennarelli' e il presidente americano può orgogliosamente esibirlo perché rispecchia fedelmente quello che vorrebbe accadesse a ogni produttore americano: ha lasciato le catene di montaggio in Asia per essere 'Made in Usa'. Quasi al 100%.
Ai piedi delle Smoky Mountains, nel cuore del Tennessee, una fabbrica americana produce ogni anno oltre mezzo miliardo di pennarelli. Una catena di montaggio automatizzata fa ruotare e riempie di inchiostro i fusti di plastica che compongono uno degli strumenti di scrittura più utilizzati negli Stati Uniti. L'unico elemento importato resta la punta in feltro, che arriva dal Giappone. Tutto il resto è "Made in America".
La sfida di Chris Peterson
Fino a pochi anni fa, ricorda il Wall Street Journal, non era così. Nel 2018 buona parte della produzione di Sharpie era esternalizzata in Asia. È stato allora che Chris Peterson, all'epoca direttore finanziario di Newell Brands - la società che produce Sharpie - lanciò una sfida: rendere competitiva la produzione americana senza tagliare posti di lavoro né aumentare i prezzi.
Investimenti e risultati
"Avevamo l'opportunità di dimostrare che si poteva fare meglio e più velocemente anche qui", racconta oggi Peterson, diventato nel frattempo amministratore delegato del gruppo. Per riuscirci, Newell ha investito quasi due miliardi di dollari, formato migliaia di dipendenti e ristrutturato da cima a fondo la catena di approvvigionamento. Il risultato è un modello che consente di produrre a costi contenuti e in grandi volumi sul territorio nazionale.
Contesto politico e occupazione
Il ritorno alla manifattura americana è avvenuto in un contesto politico favorevole per via degli alti dazi sulle importazioni che hanno l'obiettivo di spingere le aziende a "riportare a casa" la produzione. Eppure, nonostante l'esempio di Newell, l'occupazione nel settore manifatturiero è calata dello 0,6% nell'ultimo anno, anche per effetto dell'automazione.
Maryville: innovazione e rinascita
Quando Peterson avviò il progetto nel 2018, la produzione di Sharpie era lenta e frammentata tra diverse sedi. L'idea fu di centralizzare tutto a Maryville, creando un polo produttivo integrato. E quando il marketing propose di lanciare una nuova penna gel, Peterson insistette per realizzarla in patria: "Possiamo farcela a Maryville?", chiese al team. Da quel momento iniziò una trasformazione radicale. Lo stabilimento, oggi con 550 dipendenti, ha introdotto robot per l'imballaggio e sistemi di visione automatica per controllare i difetti. Nessuno è stato licenziato: i lavoratori sono stati riqualificati per gestire e riparare le nuove macchine. In cinque anni il salario medio è salito del 50%, mentre la produttività è triplicata. Le linee di assemblaggio producono ora penne tre o quattro volte più velocemente rispetto al passato e con una qualità superiore. Quando Newell ha riportato negli Stati Uniti la produzione del pennarello retrattile Sharpie, gli ingegneri hanno sviluppato un sistema robotizzato per sigillare le penne e prevenire il problema dell'essiccazione, che affliggeva la versione cinese. Oggi il robot che sorveglia la linea di stampa corregge gli errori, mentre gli operai si occupano della manutenzione e della supervisione. Il risultato è un simbolo di rinascita industriale americana. Non solo un pennarello, ma la prova che innovazione, formazione e visione strategica possono ancora fare la differenza anche in un mercato dominato dalla concorrenza globale.
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