Arte a Montecitorio: in mostra il capolavoro di Bassano

  • Postato il 23 ottobre 2024
  • Di Agi.it
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Arte a Montecitorio: in mostra il capolavoro di Bassano

AGI - Lo splendore e la ricchezza dell'arte veneta del secondo '500 sono protagoniste di una piccola mostra e di un grande restauro che segnano il nuovo allestimento della sala intitolata ad Aldo Moro della Camera dei Deputati.


Un progetto che mette al centro un prestito dalle Gallerie degli Uffizi, il 'Diluvio universale', il cui restauro ora definitivamente rende attribuibile per intero a Francesco da Ponte, detto il Bassano. Un quadro in dialogo con 'Le nozze di Cana' di Paolo Caliari, meglio noto come il Veronese, opera firmata con il fratello Benedetto che occupa la parete di fronte. E, tra lo splendore degli arredi '700enteschi, del fregio allegorico e degli arazzi fiorentini pure restaurati nell'ultimo decennio, punto di approdo di un itinerario che passa attraverso una 'Pastorale' di Andrea Schiavone, della seconda metà del XVI secolo; e una 'Madonna con bambino e una fanciulla' dalla bottega di Tiziano, dipinta tra il 1540 e il 1555, con interventi del maestro proprio sul bambino, opere anche queste dagli Uffizi. Senza trascurare un Ritratto femminile, detto la Gioconda' anonima trasposizione da Leonardo da Vinci, proveniente dalle Gallerie nazionali di Arte Antica di Roma.


"Da oltre un secolo, grazie all'opera lungimirante di soprintendenti e curatori dell'arte, la Camera ospita numerosi e pregiati dipinti e opere d'arte destinati ad accompagnare la vita e gli eventi di Montecitorio", annota il presidente Lorenzo Fontana nel catalogo che illustra il restauro del 'Diluvio' e che inaugura una serie di pubblicazioni per valorizzare gli sforzi nel campo dell'arte della Camera, già tracciabili nel portale arte.camera.it, attraverso cui il patrimonio culturale custodito a Montecitorio diventa accessibile a tutti.

 

 

 

 

Il 'Diluvio' di Francesco Bassano è in deposito a Montecitorio dal 1925. Il suo restauro è stato anche l'occasione per uno studio approfondito dell'opera, curato da Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di storia dell'Arte moderna all'università di Verona, specialista anche in pittura rinascimentale e barocca.

 

"Il rinascimento, per citare Catherine Fletcher e il suo Beauty and terror, è il periodo in cui l'Italia diede la bellezza come risposta al terrore e alla crisi - sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Simone Verde - in fondo una lezione che ci viene anche da questa opera datata intorno al 1580. La ricomposizione di un popolo che traeva dalla bellezza una visione e uno sguardo per il futuro, che Francesco Bassano ci consegna con il suo chiaroscuro. Mi piace sottolineare il senso di questo depositi esterni, che fanno degli Uffizi un museo diffuso anche oggi in sedi istituzionali e nella maniera più adeguata possibile, con il restauro, la ricerca e la valorizzazione, per restituire tutto alla comunità. Una collaborazione vera e viva".

 

 

 

 

"Il 'Diluvio' di Francesco e del padre Jacopo era un ciclo di 4 dipinti di cui esistono due serie - spiega Dal Pozzo - e dei vari episodi esistono anche decine repliche. A meta' del 1580 Francesco era già considerato un talento, uno dei pittori più ricercati anche fuori Italia, tanto che è sua una pala con una 'Assunzione della Vergina' per la Chiesa dei Francesi a Roma che ispirerà Caravaggio per il dettaglio in primo piano dei piedi sporchi di San Pietro. Questo 'Diluvio' nella sala Moro, prima del restauro, era tanto poco leggibile da non poter avere certezza di attribuzione. Ora è stato semplice anche attribuirlo proprio a quello che le fonti davano come autore, Francesco Bassano, e solo lui, senza interventi del padre con il quale spesso lavorava. Senza contare le tinte sgargianti che illuminano la scena in primo piano in contrasto con il buio del fondo".

 

"È un orgoglio poter essere qui e mostrare al mondo intero la bellezza che ha l'Italia, la bellezza che l'Italia vuole anche far vedere a tutto il resto del mondo, che è un patrimonio importantissimo, il patrimonio più importante che abbiamo come italiani. E quindi è il nostro dovere di curarlo e tramandarlo alle future generazioni", chiosa Fontana. 

 

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Autore
Agi.it

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