Arriva la stretta sulla Naspi, niente disoccupazione a chi si fa licenziare non presentandosi più sul posto di lavoro
- Postato il 16 dicembre 2024
- Politica
- Di Blitz
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Arriva una stretta sulla Naspi, il sussidio di disoccupazione. Dal 10 gennaio, grazie a un emendamento alla manovra, il sussidio non spetterà ai lavoratori che, nel giro di un anno, si sono prima dimessi volontariamente e poi vengono licenziati o terminano un rapporto di lavoro a tempo determinato.
Nelle intenzioni del Governo, si tratterebbe di un modo per colpire i cosiddetti furbetti della Naspi. Questa sarebbe la ragione della stretta, secondo chi ha presentato l’emendamento. Secondo le intenzioni del Governo, si andrebbe infatti soltanto a contrastare un “fenomeno elusivo”. A spiegarlo è stata la stessa ministra del Lavoro, Marina Calderone. La regola vale per chi, dopo aver versato almeno 13 settimane di contributi nell’impiego in questione, si fa licenziare non presentandosi sul posto di lavoro. Si tratta di assenze ingiustificate che, al 17° giorno, portano alla lettera di licenziamento. In questo caso, però, non si tratterebbe di dimissioni volontarie e quindi si potrebbe fare domanda di Naspi. Dal 10 gennaio, questa possibilità verrà eliminata, a meno che non ci si faccia riassumere per poi essere licenziati.
Per le opposizioni è “il ripristino delle dimissioni in bianco”
Le opposizioni hanno parlato del ripristino delle dimissioni in bianco, la famigerata norma che fu abolita nel 2007 e che prevedeva la possibilità di far firmare le dimissioni al lavoratore (in bianco, appunto) al momento dell’assunzione. La Calderone ha spiegato, però, che “l’intervento fatto nel disegno di legge lavoro, ormai approvato in via definitiva, è un intervento che attiene solo ed esclusivamente a una fattispecie particolare. Coloro che abbandonano il posto di lavoro per un periodo prolungato senza dare notizie al datore di lavoro della loro volontà di farlo. Il datore di lavoro, che non abbia notizie del lavoratore per un tempo prolungato, anche oltre quello stabilito normalmente dai contratti nazionali per recedere dai rapporti di lavoro, può procedere, previa comunicazione all’ispettorato nazionale del lavoro, al recesso, intendendo questo ovviamente come recesso per dimissioni. Non si tratta quindi di un ripristino delle ‘dimissioni in bianco’, come è stato impropriamente definito.”
Il M5S, malgrado le spiegazioni della ministra, non ci sta. La capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera, Valentina Barzotti, spiega infatti che “le parole usate dalla ministra Calderone per giustificare la vergognosa norma sulla Naspi, presentata nottetempo come emendamento dei relatori alla legge di Bilancio, sono un’offesa alle lavoratrici e ai lavoratori di questo Paese. Quest’idea che tutti siano truffatori è ributtante, ancor di più visto il pedigree di ministri come Santanchè, accusata di truffa all’Inps. La smettano con queste norme capestro a senso unico e si occupino di cose serie.”
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