Arianna Fontana, chi è il mito italiano dello short track: i record, il marito-coach, tatuaggi e il processo
- Postato il 3 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Quando fece la sua apparizione sulla pista a Torino 2006 e conquistò un bronzo forse inatteso e insperato, si comprese immediatamente che la materia di cui era fatta la sua determinazione non conosceva definizioni adeguate. Quella medaglia olimpica condivisa, per la staffetta, in un gruppo paradossalmente permise che emergesse la personalità di Arianna Fontana. Figura controversa, ostinata e sempre in direzione opposta e contraria alla omologazione, al silenzio e a certe logiche che le hanno causato – e ne era perfettamente consapevole – attriti di non scarsa rilevanza. Il processo che la vide al centro di un conflitto aperto con la Federazione si è chiuso con una sentenza che ha diviso. E indotto la stessa Arianna a rivedere la sua posizione sulla Nazionale.
Autentica leggenda dello sport italiano, è lei la più decorata atleta azzurra nella storia delle Olimpiadi con undici medaglie a cinque cerchi. Milano Cortina 2026 potrà contribuire, a vent’anni di distanza da quel debutto, ad alimentare il mito di una donna unica, irripetibile.
- Arianna Fontana, gli inizi
- Le medaglie olimpiche, il record dei record
- Il marito-coach ex campione di short track
- Il caso Fontana
- I riconoscimenti
Arianna Fontana, gli inizi
Poco più che adolescente, ai Giochi di Torino 2006 quindi, aveva già dettato a modo suo i tempi di una carriera inimitabile, che la aveva vista partire da Polaggia, una piccola frazione di Berbenno in provincia di Sondrio, e che l’ha condotta fino alle prossime Olimpiadi invernali a Milano, poco lontano da casa ora che di anni ne ha 35 e che ha eguagliato (per ora) anche Stefania Belmondo. Un risultato straordinario, emblematico delle sue scelte, del legame con il marito coach e del suo percorso denso anche di forti contrasti, con la Federazione e non solo.
Sarà indubbiamente speciale, per lei. Perché arrivare a Milano Cortina 2026 significherebbe partecipare a due edizioni casalinghe dei Giochi Olimpici. E con la sua qualità azzardare e guardare oltre: l’avvicinamento all’obiettivo è noto quanto ambizioso, ma assolutamente coerente con il suo percorso, la progressione di questi mesi confermata anche dagli Europei di Dresda in cui Arianna ha dominato, ancora una volta.
Arianna Fontana
Le medaglie olimpiche, il record dei record
Fontana è vincitrice di due ori, quattro argenti e di cinque bronzi che ha inanellato in cinque edizioni delle Olimpiadi invernali da Torino 2006 a Pechino 2022, passando per Vancouver, Sochi, PyeongChang e Milano-Cortina potrebbe non costituire un punto di arrivo per la pattinatrice classe 1990.
Nel corso della sua carriera, Fontana ha superato limiti risultati sbalorditivi assumendo, progressivamente, una sua identità crescente. Proviamo a citare alcuni successi rappresentativi: si è laureata Campionessa europea per 7 volte, ai campionati mondiali di Sheffield nel 2011 e ai campionati mondiali di Shanghai nel 2012 ha vinto la medaglia di bronzo nella classifica generale (overall). Nel 2015, a Mosca, disputa il suo miglior mondiale, conquistando una medaglia in tutte le discipline (oro sui 1500, bronzo sui 500 e i 1000 e in staffetta), che valgono il secondo posto e la medaglia d’argento finale.
Amante dello sport nelle sue svariate declinazioni, ha intrapreso la strada dello short track, legandosi al territorio in cui è cresciuta, tra le montagne meravigliose della Valtellina; l’allenamento l’ha fortificata, a livello muscolare, lei che ha iniziato a pattinare seguendo l’esempio del fratello Alessandro innamorato dei suoi pattini, che aveva poi accantonato per provare la pista di ghiaccio nella vicina Bormio. Arianna lo ha seguito, per poi diventare più veloce di lui. A volte va così, che un talento si posso scoprire per caso.
“Senza allenamento non posso essere la più forte sul ghiaccio, ma anche nella vita”. Quindi via libera a palestra, ma anche in bicicletta, appuntamenti sul ghiaccio per affinare la tecnica e preparare le gare, pattini a rotelle sulle strade di casa dove ha incominciato. E dove torna spesso, quando gli impegni sportivi lo consentono.
Il marito-coach ex campione di short track
Lo short track le ha dato tanto, forse più di quanto si attendesse la stessa Arianna: medaglie, successi, cinque Olimpiadi che hanno attraverso ogni fase della sua crescita. Il 31 maggio 2014 ha sposato a Colico un altro mito di questo sport, l’ex pattinatore di short track italo-americano Anthony Lobello che la Fontana aveva conosciuto ai Giochi Olimpici di Torino nel 2006 e che da allora le è stato sempre accanto.
Fontana con il marito coach dopo l’oro
Un legame assoluto, in cui pubblico e privato si sono sovrapposti: oggi che Lobello non gareggia più, ha deciso di dedicarsi però alla carriera di sua moglie: Arianna, infatti è allenata da Anthony Lobello, che ha subito baciato dopo la vittoria olimpica. Le è stato sempre accanto, anche nei momenti complicati: Arianna ha avuto il coraggio di dire no, quando le cose non giravano o almeno non come lo aveva previsto o voluto. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair aveva detto:
“Dopo le olimpiadi di Sochi nel 2014 ho continuato con le gare, ma l’ho vissuta proprio male, nel senso che non avevo motivazione, entravo in pista e mi accorgevo che ero lì tanto per esserci. Per assurdo quella è stata anche una delle mie stagioni migliori, ma l’ho vissuta talmente male che mi sono promessa di non farlo mai più”. “Dopo una stagione intensa come quella di Pyeongchang non volevo assolutamente ritrovarmi in una situazione del genere e, anche grazie all’appoggio della Guardia di Finanzia che mi ha dato il nulla osta, ho deciso di prendermi una pausa e non ho partecipato ai Mondiali dello scorso marzo”.
Una scelta saggia, considerando che da quella pausa e dall’unione con il marito-coach siamo arrivati alle medaglie di Pechino 2022, vero obiettivo di Arianna Fontana, e stia preparando un ulteriore miglioramento dei record già centrati con la prossima edizione dei Giochi invernali, i secondi che disputa in casa.
Il caso Fontana
A far vacillare i rapporti, già tesi in precedenza, tra Fontana e la Federazione è stato il processo scaturito da un episodio riferito dalla campionessa da cui è scaturito un processo il cui epilogo fu commentato con amarezza dalla pattinatrice.
Arianna Fontana denunciò i suoi compagni di squadra Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli, i quali sarebbero stati responsabili di averla fatta cadere intenzionalmente durante un allenamento nel 2019; la campionessa portò come prova un audio registrato, in cui i due compagni avrebbero ammesso l’intenzionalità del gesto, prova acquisita nel corso del processo del Tribunale federale.
Nel marzo 2024, Dotti e Cassinelli sono stati assolti dallo stesso Tribunale federale, che ha stabilito che non hanno tenuto un comportamento tale da dover essere sanzionati. La reazione di Arianna fu molto netta: la campionessa si è detta delusa dalla sentenza lasciando aperta la possibilità di non continuare a competere con la nazionale azzurra.
A più riprese si ipotizzò l’eventualità che gareggiasse per gli Stati Uniti, visto che il marito è italo-americano e con doppio passaporto, ma questa eventualità rimase una mera ipotesi.
I riconoscimenti
Nella lunga carriera di Arianna, sono numerosi e prestigiosi i riconoscimenti ricevuti. Nel 2020 il premio Cristallo d’Oro dalla Federazione Italiana Sport Invernali [FISI] e dal quotidiano sportivo italiano La Gazzetta dello Sport.
È stata nominata migliore atleta femminile dei Giochi Olimpici Invernali ai premi dell’Associazione dei Comitati Olimpici Nazionali [ANOC] 2018. Fino al ruolo di portabandiera dell’Italia alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali 2018 a Pyeongchang dopo aver ricevuto lo stesso ruolo alla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici 2014 a Sochi. Nel 2006 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Amante dei tatuaggi, ha una vistosa mantra sulla schiena che costituisce un richiamo all’acqua e alla libertà: così Arianna si sente e vuole sentirsi anche sui pattini. Così anche quello che ha sul braccio, è un pezzo aderente a questa filosofia, la stessa che l’ha portata a dire basta quando era necessario rimettere insieme gambe e testa e tornare all’unicum che l’ha resa un’atleta così speciale, irraggiungibile.
Una scelta che ha fermato tutto o, forse, le ha permesso di ribaltare l’andamento delle cose e di focalizzarsi su quell’obiettivo inarrivabile per altri, possibile per lei.