Argentina, morto Hugo Gatti, leggendario portiere che si sentiva come Alì e criticò Maradona e Messi

  • Postato il 21 aprile 2025
  • Di Virgilio.it
  • 3 Visualizzazioni

E’ morto all’età di 80 anni, Hugo Orlando Gatti, il “Loco”, leggendario portiere argentino, che si considerava discepolo ed erede del grande Amadeo Carrizo e che ha inventato uno stile tutto suo, rimasto prerogativa inimitabile. L’ex nazionale era ricoverato nell’ospedale Agudos I. Pirovano da due mesi a causa di una polmonite dopo essere stato operato per una frattura all’anca. Ha trascorso i suoi ultimi momenti con i figli Federico e Lucas.

Il record di Gatti

Gatti detiene il record di partite giocate in prima divisione, con 765 match, in 25 anni (1962/88), tra Atlanta, River, Gimnasia y Esgrima La Plata, Unión e Boca. Detiene anche il record di rigori parati tra i portieri argentini, con 26, nessuno più importante di quello che ha deviato Vanderlei (Cruzeiro) e ha dato al Boca la sua prima Copa Libertadores, nel 1977. Alla domanda sulla ricetta della sua longevità (ha giocato fino a 44 anni), rispose: “Ho fatto una cosa: mi sono preso cura di me stesso e amo ancora il calcio come il primo giorno, ma chi ha deciso la cosa fondamentale è stato Dio. Senza l’aiuto di chi sta in cima, nulla sarebbe stato possibile”.

Gatti si meritò l’appellativo di Loco per il suo spirito allegro nell’interpretare il calcio come uno spettacolo. Nato a Carlos Tejedor il 19 agosto 1944, ha lasciato la vita di campagna quando suo fratello lo ha portato in un Rastrojero a Buenos Aires per unirsi alle divisioni inferiori di Atlanta. Juan Carlos Lorenzo sarebbe stato un allenatore cruciale nella sua carriera. Lo portò all’Unión, che perse contro il River nella finale del Nacional 1979. Da qui, il salto di entrambi al Boca, dove Gatti ha raggiunto la gloria e la statura di un idolo.

La svolta al Boca Juniors

Il Boca non vinceva un titolo dal 1970 e il River era riemerso con Ángel Amadeo Labruna. Con Gatti la vendetta non tarda ad arrivare: due volte scudetto nel 1976, con la finale del Nacional vinta contro il River con un gol su punizione di Rubén Suñé. Nel 1977 arriva la conquista della prima Copa Libertadores della storia del Boca con una decisiva partecipazione di Gatti: nel terzo spareggio di finale contro il Cruzeiro, a Montevideo, para a Vanderlei l’ultimo rigore della serie. L’anno successivo vinse la seconda Copa Libertadores e la prima Coppa Intercontinentale, con gare di andata e ritorno contro il Borussia Mönchengladbach.

Fu convocato nella nazionale argentina guidata da César Luis Menotti. Si avvicinava la Coppa del Mondo del ’78 organizzata dall’Argentina. Memorabile la sua prestazione sotto la neve nell’amichevole vinta dalla Nazionale per 1-0 (gol di Mario Kempes) contro l’ex Unione Sovietica. Dopo quella partita fu battezzato come il “Leone di Kiev”.

La provocazione a Maradona

Un infortunio lo mise da parte a beneficio di Fillol che vinse il Mondiale del ’78. Archetipo dello spaccone argentino in molti dei suoi comportamenti, una volta ha sfidato nel 1980 alla vigilia di una partita, chiamò Diego Maradona “Gordito” che già stava facendo meraviglie all’Argentinos Juniors. Diego rispose con quattro gol nella vittoria per 5-3 in casa del Vélez.

Idolatrava Cassius Clay e imitava quella tendenza a considerarsi il migliore, a compiere un atto di autoaffermazione in ogni apparizione pubblica. Ha reso omaggio al grande pugile americano nominando uno dei suoi figli Lucas Cassius, che è stato un calciatore professionista ed è allenatore della squadra Under 23 del Bromley FC (quarta divisione inglese)

Nel 1998, ha disputato la partita d’addio, quando il Boca ha festeggiato la vittoria del Torneo di Apertura di quell’anno. Per diversi anni ha vissuto a Madrid, dove è stato relatore nel programma di calcio “El Chiringuito de Jugones”. Era un polemista acido. Davanti alle telecamere, più di una volta è stato un severo critico di Lionel Messi e ha riconosciuto la sua predilezione per Cristiano Ronaldo. Nonostante la conquista della Coppa del Mondo in Qatar, è stato impietoso con il 10 argentino. «Di María ha fatto più di lui, non ha fatto niente».

Gatti aveva avuto un grande spavento nel 2020, quando era stato ricoverato in ospedale a Madrid dopo aver contratto il Covid all’inizio della pandemia. “Ho capito cosa stava succedendo quando me l’hanno detto. Sono stato vicino a morire”, ha detto all’epoca. Ma è andato avanti, sostenuto dal grande amore della sua vita, Nacha Nodar, che ha sposato nel 1977 e da cui ha avuto due figli: Federico e Lucas. Nacha è morta a metà del 2024, un duro colpo per il Loco.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti