Argentina a rischio default sul debito con il Fondo monetario: e Trump va in soccorso di Milei
- Postato il 24 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel pieno della crisi economica e dell’instabilità politica che colpisce il suo governo, il presidente Javier Milei ha chiesto sostegno a Donald Trump che ha teso la mano in aiuto. Il tycoon ha dichiarato che l’amministrazione repubblicana è disposta a fare “tutto il necessario per sostenere l’Argentina“. L’incontro bilaterale è avvenuto a New York, martedì 23 settembre, a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite e un giorno dopo che il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, aveva affermato che “tutte le opzioni” sono sul tavolo per stabilizzare i mercati finanziari del Paese. In un post pubblicato su Truth, il presidente degli Stati Uniti ha definito Milei “un leader fantastico” che ha fatto progressi “a ogni livello a una velocità record”. Trump ha inoltre offerto “il suo completo e totale supporto” alla sua “rielezione a presidente”, in riferimento alle elezioni legislative di fine ottobre quando sarà parzialmente rinnovato il Congresso.
Dopo la sconfitta alle elezioni nella provincia di Buenos Aires lo scorso 7 settembre, il modello economico proposto dal leader libertario ha mostrato segni di fragilità. La Banca Centrale dell’Argentina (BCA) ha venduto 1,11 miliardi di dollari: l’obiettivo è mantenere il tasso di cambio del peso argentino rispetto al dollaro all’interno delle “bande di oscillazione”. Questo sistema, concordato con il Fondo Monetario Internazionale, stabilisce un intervallo in cui il tasso di cambio della valuta può fluttuare, ma senza superare determinati limiti inferiori e superiori.
Le riserve della BCA sono ai minimi storici, mettendo in dubbio la possibilità che l’Argentina riesca a ripagare il debito con il FMI. Proprio grazie all’intervento di Trump, lo scorso aprile Milei aveva negoziato un salvataggio da 20 miliardi di dollari con il FMI al quale il Paese deve altri 40 miliardi. Di fronte alla possibilità che l’Argentina non faccia fronte ai suoi impegni, il mercato ha reagito: prima dell’incontro con il presidente Trump, il rischio Paese (cioè l’indicatore che misura il livello di rischio associato agli investimenti in un determinato Paese, in particolare riguardo alla sua capacità di onorare i debiti sovrani) ha raggiunto i 1.500 punti, collocando l’Argentina in una zona di default. A seguito delle rassicurazioni su un intervento degli Stati Uniti, è sceso al di sotto dei 1.000 punti.
Non sono stati forniti dettagli sulle modalità dell’aiuto da parte di Washington. Tra le possibilità avanzate da Bessent, c’è l’intervento dell’Exchange Stabilization Fund (ESF), fondo del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che agisce sui mercati valutari. L’ESF potrebbe acquistare pesos argentini o debito argentino in dollari. L’altra possibile misura è l’avvio di swap valutari (currency swap) tra la Federal Reserve e la Banca Centrale dell’Argentina. Un swap valutario è un accordo finanziario tra due enti, come due banche, che consente a un Paese di scambiare la sua valuta con quella di un altro Paese per garantire liquidità in un periodo di difficoltà economica. Se l’Argentina avesse accesso a uno swap valutario con la Federal Reserve, ciò le consentirebbe di ottenere dollari che potrebbero essere utilizzati per sostenere le sue riserve e mantenere la stabilità del peso. Anche la Banca Mondiale è intervenuta, annunciando che intensificherà il suo sostegno erogando prestiti per un totale di 4 miliardi di dollari “nei prossimi mesi” per “sostenere le riforme del Paese e il programma di crescita a lungo termine”.
Milei ha sempre mostrato un forte allineamento con Donald Trump, fin dal suo insediamento alla Casa Rosada nel dicembre 2023. Il leader del partito La Libertad Avanza ha viaggiato una dozzina di volte negli Stati Uniti e ha elogiato le posizioni del tycoon. In una di queste occasioni Milei aveva regalato una motosega, simbolo delle sue politiche di riduzione dello Stato, a Elon Musk che in quel momento era uno dei principali sostenitori di Trump. Oggi gli Stati Uniti considerano l’Argentina un alleato strategico nella regione, amministrata anche da governi di sinistra come quelli di Luiz Inácio Lula da Silva in Brasile e Gustavo Petro in Colombia.
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