Arbitri, l'ultima sconfitta di Rocchi: il Var ha preso il posto del direttore di gara e interviene quando gli pare
- Postato il 24 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Viene il dubbio che arbitri e soprattutto varisti non vedano la trasmissione Open Var il martedì e siano poco attenti alle indicazioni che Rocchi dà ai raduni. Più il designatore bacchetta le entrate “in tackle” non autorizzate della sala di Lissone e più il Var disattende le normative, prendendosi sempre più la scena e relegando a un ruolo sempre più marginale l’arbitro che, quando viene richiamato all’on field review, raramente contraddice i due addetti al Var per poi mestamente presentarsi col microfono a centrocampo per ammettere il proprio errore. Anche questa settimana ci sono stati casi limite che certificano la “sconfitta” del designatore.
- Il caso Di Bello che smentisce il Var
- I precedenti con Napoli e Inter
- Chi fa l'intervento imprudente?
Il caso Di Bello che smentisce il Var
Prima della sosta c’era stato uno dei pochi casi in cui l’arbitro ha smentito il Var. In Parma-Milan Di Bello fischia un rigore per il Milan per fallo su Saelemaekes. Da Lissone si sente l’audio: “È Saelemaekers che gli va incontro. Lo trascina. Diamogli anche l’ultima in cui si vede che è Saelemaekers. Controlliamo l’app perché te lo devo far vedere. Ti consiglio un OFR per non penalty”. Il fischietto brindisino rivede le immagini ma non cambia idea, confermando il penalty ed incassando gli elogi successivi di Rocchi: “Partiamo dalla decisione che è corretta e Di Bello ha fatto un’ottima chiamata in questo caso. Probabilmente il fatto che sia molto bravo a fare il var ha permesso una valutazione delle immagini con una tranquillità che altri potrebbero non avere. Il rigore è chiaro, on field review eccessiva, non ci doveva essere e andava confermato velocemente”.
I precedenti con Napoli e Inter
In precedenza c’erano stati altri casi dubbi. Rocchi criticò aspramente il rigore concesso al Napoli contro l’Inter per presunto fallo su Di Lorenzo: “Non mi è piaciuta per niente l’ingerenza dell’assistente. Sicuramente non era la sua area di competenza. Per noi non era calcio di rigore, ci saremmo aspettati un on field review. La scala di responsabilità in questo caso: l’assistente ha molte responsabilità, poi in parte l’arbitro e in parte il VAR. Cosa non ha funzionato in sala VAR? Al di là del movimento di Di Lorenzo, che allarghi o meno la gamba, abbiamo detto che vogliamo calci di rigori chiari. Dobbiamo essere molto rigidi, ma i calci di rigore devono avere un livello alto. Questo rigore è sottosoglia.”
Rocchi era stato chiaro anche in occasione del rigore negato all’Inter nel match con la Fiorentina per fallo di Comuzzo su Pio Esposito: “Qualora l’arbitro non riuscisse ad assegnarlo in campo allora deve essere da on field review. In questo caso il dubbio avuto in sala var doveva essere trasformato in on field review. Come sempre detto a loro se una cosa non vi convince al 100% la decisione finale la prende l’arbitro e non il var se no sostituiamo il Var all’arbitro e non va bene”.
Non più tardi di venerdì scorso l’ultimo, inascoltato, appello: “Sul Var abbiamo fatto qualche errore di troppo, l’ho già detto ai ragazzi”, ha dichiarato Rocchi, prima di ribadire quello che dovrebbe essere il corretto utilizzo della review. “Il Var deve correggere un errore arbitrale ma non deve sostituire l’arbitro – ha aggiunto il designatore – , ho richiamato i ragazzi e l’ho detto ai club che la centralità è dell’arbitro. Il Var è un fantastico supporto da usare al meglio, abbiamo commesso errori che potevamo non fare e questo mi preoccupa di più perché sono errori banali che non dobbiamo fare”.
Chi fa l’intervento imprudente?
Eppure sta succedendo proprio questo: l’arbitro si sta sempre più sostituendo al Var come ha confermato anche l’ultima giornata. Se l’intervento da Lissone è stato giusto e provvidenziale per togliere il rigore alla Cremonese con la Roma per inesistente mani di Mancini, fa ancora discutere il penalty dato e poi tolto alla Juventus sempre con la Fiorentina dopo il contatto tra Pablo Marì e Vlahovic. ll Var Guida non doveva intervenire, non era un chiaro ed evidente errore, era una scelta di campo. L’arbitro ha visto le immagini e ha cambiato idea. Stessa cosa nel derby: Thuram crossa, Pavlovic che provava a ostacolare il cross lo tocca quando già non è più in possesso del pallone, per Sozza non c’è niente ma 34 secondi dopo interviene il Var che suggerisce di dare il rigore per intervento imprudente. Il dubbio è che l’intervento imprudente sia stato proprio quello del Var in queste due circostanze.