Appendino: "Al Movimento serve cambiare rotta. C'è bisogno di un'identità forte"
- Postato il 23 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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Appendino: "Al Movimento serve cambiare rotta. C'è bisogno di un'identità forte"
"Al Movimento serve un cambio di rotta, dobbiamo interrogarci su cosa si è sbagliato e correggerlo". L'ormai ex vicepresidente dei 5 Stelle Chiara Appendino ha parlato così al Fatto quotidiano, senza giri di parole. Il Foglio aveva anticipato la scelta dell'ex sindaca di Torino: spiegare la sua linea al giornale di Travaglio per contestare C0nte anche fuori dalle assemblee di partito.
L'ex sindaca di Torino si è dimessa sabato dalla carica che ricopriva nel M5s contro la linea “testardamente unitaria” di Schlein, seguita, a suo dire, troppo anche dal presidente Giuseppe Conte. Il Movimento è nato "come forza antisistema", ma ora, secondo Appendino, ha smarrito la sua identità: a dicembre gli iscritti avevano deciso per un partito progressista indipendente "cioè con un'identità forte - prosegue nell'intervista - ma per mantenerla devi essere stabilmente davanti ai cancelli delle fabbriche, agli ospedali e negli altri luoghi dove c'è disagio". Il punto di riferimento del M5s devono essere gli operai, i giovani, i precari e le partite Iva non "Bettini, a cui certo non farei monumenti, o Matteo Renzi". Il riferimento al primo teorico del campo largo non è casuale: durante la riunione del Consiglio nazionale in cui ha ufficializzato le sue dimissioni, Appendino aveva criticato il fatto che Conte lo ascoltasse troppo. Bettini, intervistato dal Foglio, le ha risposto: “Mi dispiace che mi abbia tirato in ballo per polemizzare con Conte, rispetto a un mio condizionamento eccessivo nei suoi confronti. Ho l’impressione che non conosca bene il leader del suo movimento".
Lo scontro tra Appendino e Conte è deflagrato dopo le elezioni regionali in Toscana, quando i 5 Stelle hanno sostenuto il candidato di centrosinistra e governatore uscente Eugenio Giani dopo che, nei cinque anni precedenti, erano stati all'opposizione dello stesso Giani in Consiglio regionale. Risultato: hanno preso meno del 5 per cento. Quindi dopo il filotto di batoste rimediato, oltre che in Toscana, anche nelle Marche e in Calabria, dove tra l'altro esprimevano il candidato (sconfitto) della coalizione, l'europarlamentare Pasquale Tridico, durante l’assemblea dei gruppi pentastellati a Montecitorio e Palazzo Madama - come anticipato da Repubblica – Appendino ha alzato la voce e ha annunciato possibili dimissioni. Questa minaccia aveva spiazzato Conte: quando l’ex premier ha letto la notizia ha detto ai suoi: “Non sapevo nulla. Non si fa così. Chiara è stata scorretta”.
Durante il Consiglio nazionale, l'altra vice di Conte, Paola Taverna, raccontano al Foglio, ha lanciato anche un'accusa: secondo l'ex senatrice, Appendino avrebbe una strategia per mettere in crisi Giuseppe Conte e la sua rielezione come leader maximo del Movimento. In una post sui social Appendino ha scritto: "Dopo l’ennesimo risultato deludente alle regionali, non possiamo continuare a dirci che è tutto normale e che va tutto bene. Il problema non è fuori da noi. Il problema è nella nostra identità, nella direzione politica, nel modo in cui stiamo parlando - o non parlando - al paese. La nostra sfida non può essere snaturarci per conquistare qualche posto di potere in più. La nostra sfida è riconquistare la fiducia di chi non vota più, di chi ha smesso di credere che la politica possa servire a qualcosa. E una cosa è certa: senza radicalità non c’è cambiamento".
Il tema fondamentale, che le dimissioni di Appendino hanno portato alla luce, è capire quale postura il Movimento debba avere nella coalizione di centrosinistra perché "non bisogna guardare al centro - continua l'ex sindaca sul Fatto - non puoi rappresentare gli esclusi se la bussola è il continuo equilibrismo all'interno del campo largo". Dietro le parole dell’ex vicepresidente, che comunque resterà nel Movimento, si nasconde un dibattito neanche troppo sotterraneo verso le politiche del 2027, da Pd e Avs arriva con una certa insistenza la richiesta di aprire un tavolo tra leader che strutturi l’alleanza. Dalla parte dell'ex sindaca, oltre a Danilo Toninelli - ancora membro del collegio dei Probiviri del Movimento, ma di fatto ormai fuori dal partito: “Chiara Appendino ha messo in discussione la linea politica di Conte: finalmente qualcuno lo fa, peccato che sia troppo tardi” - si è schierata anche Virginia Raggi, da sempre contraria all’alleanza organica con il Pd.
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