AO, Sonego lotta come un leone ma passa Shelton: l'azzurro firma punti epici, l'americano vola in semifinale
- Postato il 22 gennaio 2025
- Di Virgilio.it
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La favola di Sonego agli Australian Open si chiude ai quarti. Il lieto fine non c’è, ma è un ko a testa alta, anzi altissima, quello rimediato dal torinese contro un ispiratissimo Shelton. L’americano approda per la seconda volta in carriera in una semifinale dello Slam, all’azzurro restano gli applausi della Rod Laver Arena e la consapevolezza di aver dato tutto. Soprattutto dal terzo set in poi, quando la qualità del suo gioco si è alzata in modo considerevole e tutto lasciava presagire l’ennesima, clamorosa, impronosticabile rimonta. Invece il tie-break del quarto ha spento tutti i sogni: 4-6 5-7 6-4 6-7 il risultato finale.
- Australian Open: Sonego ci prova, l'americano picchia duro
- Di Sonego il punto copertina, ma Shelton si porta sul 2-0
- Sonny non molla, chiede scusa e...conquista il terzo set
- Altro puntone di Sonego, però il tie-break premia l'americano
Australian Open: Sonego ci prova, l’americano picchia duro
Shelton inizia subito a picchiare forte al servizio, mettendo subito in chiaro le sue intenzioni. Sonego resiste come può, ma non può concedersi momenti di distrazione. Il primo lo paga a caro prezzo. Il torinese salva due palle break sul 15-40 al nono gioco, poi però deve lasciare il turno di battuta all’americano, dopo aver sparacchiato fuori col dritto. Shelton chiude poi i conti a zero, ovviamente con un ace. Sei a quattro, il match si mette subito in salita per l’italiano che però non molla. Lo dimostra questo punto da highlight in avvio di secondo parziale, una volée in tuffo clamorosa con palla che torna addirittura nel suo campo. Il primo a complimentarsi è proprio Shelton.
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Nel secondo Sonego insiste, prova a reagire. Del resto, la sua avventura da favola a Melbourne è stata contraddistinta sin dall’inizio da partite tiratissime. Ma stavolta sembra dura, durissima. L’azzurro non riesce mai a impensierire l’avversario nei turni di battuta, anzi tiene con sempre maggior fatica il suo servizio. All’ottavo gioco deve cederlo. Reagisce da par suo, trova il controbreak del 5 pari, poi però deve cedere un’altra volta di fronte all’esuberanza dell’americano, sempre più gasato. Il secondo set si chiude sul 7-5, adesso a Sonego servirebbe davvero un’impresa per rimettere insieme i cocci di una partita che sta scappando via. Più per meriti di Shelton che per demeriti suoi.
Sonny non molla, chiede scusa e…conquista il terzo set
Finita? Macché. Sonny continua a lottare come un leone. Un leone educato, visto che a ogni punto fortunoso, o comunque frutto più del caso della bravura, chiede scusa al suo avversario. L’umiltà paga perché, dopo nove giochi in cui non si registrano break, al decimo gioco il torinese riesce a strappare il turno di battuta a Shelton e a portare a casa il set sul 6-4. Un game a suo modo epico, visto che Shelton conduceva 40-0. Poi la rimonta, la prima palla break sprecata con un dritto lungo, l’americano avanti ai vantaggi, ma poi raggiunto e superato dall’italiano. Un set a due, l’orgoglio è salvo e soprattutto c’è ancora partita.
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Le risposte di Sonego ora sono sempre più performanti e le certezze di Shelton in battuta cominciano a vacillare. L’azzurro, che firma un altro punto da copertina, non sfrutta l’occasione al sesto gioco, sul 3-2. Ma poi Shelton si riprende e si guadagna due palle break sul 5-5. Sonego le annulla col cuore e con la testa, si va al tie-break. Dove il minibreak iniziale di Sonny è vanificato da due errori sanguinosi sul servizio a favore. L’italiano reagisce, ma sul 4-4 il suo attacco a rete non è premiato e lo statunitense può chiudere col servizio. Vince Shelton (che tra un punto e l’altro fa pure due flessioni), ma Sonego esce tra gli applausi. “Li merita tutti, ha giocato un gran tennis”, la sportività di Ben. Difficile non essere d’accordo con lui.
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