Anzani attacca la FIVB: "Calendario folle, la salute dei giocatori non conta". Giannelli e Gabi, gli stakanovisti

  • Postato il 24 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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Tutto mondo è paese, anzi, tutto lo sport è paese. Perché non c’è disciplina dove i calendari ormai non vengono fatti senza tener conto della salute degli atleti e delle necessità (legittime) di chi paga biglietti per accedere alle partite. Calcio, basket, tennis ma anche volley, che forse in una determinata dimensione li batte tutti. Perché il calendario della pallavolo è talmente compresso che parlare di ferie per gli atleti è pura utopia. Anche se poi magari la FIVB fissa dei paletti che non servono a nulla, solo per far vedere di essersi impegnata a fare qualcosa.

Oltre il danno, la beffa: “Costretti a giocare di lunedì per 24 ore…”

L’ultima polemica l’hanno innescata i club relativamente alla data di inizio dei campionati: da regolamento internazionale, tra la finale del mondiale e la prima giornata dei campionati nazionali sarebbero dovute trascorrere 4 settimane esatte. Così Serie A1 femminile e Superlega maschile sono partite di lunedì, con i palazzetti giocoforza più vuoti (sarà che la gente durante la settimana lavora?) e la consapevolezza di atleti e dirigenti che 24 ore in più di riposo dopo un’estate vissuta a rotta di collo non sono altro che fumo negli occhi.

“Una decisione illogica, che ha penalizzato soprattutto le società che hanno ospitato le gare, ma anche le tifoserie di chi giocava in trasferta”, ha commentato Simone Anzani, che da poco è membro della commissione atleti in seno alla FIVB. “Giocare di domenica non avrebbe cambiato assolutamente le cose, anche perché una volta finito il mondiale non è che fossimo andati in vacanza… siamo subito tornati nelle nostre squadre di club e abbiamo proseguito il lavoro in una forma differente rispetto a quanto facevano nelle nazionali.

Noi di Modena siamo andati a giocare lunedì sera a Milano senza i nostri tifosi, che ci hanno spiegato che sarebbero stati lì con il cuore, ma che non potevano essere presenti perché la mattina dopo avrebbero dovuto andare al lavoro o portare i bambini a scuola”.

Un calendario folle: 8 mesi per i club, 4 per le nazionali

Le polemiche sulla programmazione della stagione del volley si susseguono da anni e non ha certo aiutato la decisione della FIVB di indire i mondiali ogni due anni, limitando i campionati continentali ogni 4 anni (negli anni pari non olimpici: prima gli Europei si giocavano ogni due anni e i mondiali ogni 4). Per atleti, tecnici e dirigenti non c’è mai tregua: 8 mesi di tempo per le stagioni dei club, che includono campionati e coppe nazionali e trofei continentali e internazionali (Perugia nel maschile e Conegliano e Scandicci nel femminile giocheranno il Mondiale per Club: Sir e Imoco disputeranno 5 competizioni e potrebbero arrivare a disputare quasi 60 partite stagionali), 4 per quelle delle nazionali.

Ancora Anzani:Il calendario estivo è folle, si gioca da inizio giugno a fine settembre tra VNL e competizioni internazionali e non c’è davvero mai un attimo di tregua. Non a caso gli infortuni sono aumentati in modo considerevole, ma nessuno sta facendo nulla per rimediare. Aggiungo che queste decisioni vengono prese dall’alto, senza sentire il parere di chi gioca: ci rimettono anche le società, che vedono la loro stagione compressa a 8 mesi con problemi legati anche a visibilità e introiti”.

Allarme infortuni anche nel volley: la FIVB cosa farà?

Il recente infortunio del tennista Holger Rune ha riproposto in maniera seria il tema degli infortuni. E se nel 2025 i tennisti top 20 al mondo hanno collezionato quasi 500 giorni di stop per problemi fisici, calcio e pallavolo non se la passano poi tanto meglio: nel calcio ad esempio s’è assistito a un aumento del 45% di infortuni nei primi due mesi della stagione corrente, nel volley in assenza di dati ufficiali si può comunque assistere a molti più “riposi” programmati rispetto al passato.

Questo perché c’è gente che a fine anno arriva a contare oltre 70 partite disputate da gennaio a dicembre, con continui spostamenti intercontinentali (si pensi a un Giannelli o a una Gabi, che con Perugia e Conegliano e poi con Italia e Brasile sono arrivate in fondo a tutte le competizioni disputate, con Giannelli “costretto” persino ad andare in Giappone in tournee con la Sir appena rientrato dalle Filippine): un prezzo insostenibile da pagare, se non a fronte di rischi enormi.

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Virgilio.it

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