Antropova, riserva a chi? “Abbiamo vinto di squadra”. Velasco esalta le giovani, ma il capolavoro è la gestione del tandem con Egonu

  • Postato il 6 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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A un certo punto sembrava più un laboratorio di infermieristica che non una nazionale di pallavolo. Con Fahr che si era girata una caviglia nel riscaldamento, Orro che la segue a poco distanza nel corso del secondo set, più una serie di difficoltà diffuse in chi si ritrovava costretta a tirare la carretta in campo, mentre il Brasile (come da copione) ne approfittava beatamente. Ma è quel punto che Kate Antropova ha trovato il modo per prendere per mano l’Italia. E l’ha portata in finale, pronta a giocarsi ora quella medaglia d’oro che renderebbe leggendaria una squadra di per sé già straordinaria.

Antropova sa come prendersi la scena: “Ma abbiamo vinto di squadra”

Kate non ha tremato quando c’è stato da tirar via le castagne dal fuoco nel catino di Bangkok. Ha messo giù palloni a ripetizione, addirittura 14 nello sciagurato terzo set che l’Italia (chissà come) è riuscita a perdere, complicandosi tremendamente la vita e vedendosi costretta a risalire la corrente fino al vittorioso quinto set.

Alla fine il suo tabellino recita 28 punti: sono tanti, anzi tantissimi, pensando che metà partita l’ha trascorsa in panchina. “Questa è una vittoria di squadra e di carattereha commentato l’opposto azzurra a fine partitaperché abbiamo giocato l’una per l’altra, guardandoci negli occhi e sostenendoci in ogni fase della partita.

Questo atteggiamento è stato la chiave di una semifinale che è stata difficile, proprio come ce l’aspettavamo, ma che forse proprio per questo è stata ancora più bella da portare a casa”.

Velasco esalta lo spirito di gruppo: “Tutte sanno incidere”

Con Orro infortunata e l’arma non più segreta del doppio cambio andata a farsi benedire, Julio Velasco ha dovuto inventare qualcosa di non convenzionale per riuscire a tirar fuori le ragazze dagli impicci, dotandole degli strumenti adeguati.

“La forza di questa squadra risiede anche nel coraggio di schierare ragazze giovani o che non hanno molta esperienza internazionale. È successo con Nervini, oggi con Giovannini ma anche con altre. Quando abbiamo peccato in lucidità siamo riusciti a compensare con la voglia di non mollare mai”, ha commentato il CT.

Che ha dovuto lavorare tanto sulla testa delle giocatrici, soprattutto cercando loro di trasmettere calma e fiducia quando le brasiliane cercavano puntualmente di alzare la polvere e metterla in caciara.

Il lavoro paga: “Un gruppo che sa affrontare ogni difficoltà”

Noi non possiamo pensare che andrà tutto bene come l’anno scorso ma che, invece, sarebbero arrivate delle difficoltà. Se in queste difficoltà portiamo a casa le vittorie al tiebreak sarà un qualcosa di straordinario, come accaduto stasera.

Tutto questo è frutto del lavoro fatto in allenamento e dell’attitudine nel saper stare dove bisogna stare quando conta. Il Brasile è una squadra eccezionale allenata da un grandissimo allenatore con una tradizione pallavolistica immensa, ma questa non era la finale, perché la finale la dobbiamo ancora giocare”.

E perché con la Turchia sarà tutta un’altra storia, “ma adesso riposeremo e ci ricaricheremo, perché è questo che dobbiamo fare per arrivare a giocarci ciò per cui siamo venuti fin quaggiù”.

La più grande vittoria di Velasco: aver risolto il dualismo Egonu-Antropova

La forza dell’Italia, ormai si è capito, risiede nella capacità di andare comunque oltre i propri limiti e di poter attingere a tante risorse. Velasco però un merito ce l’ha, indipendentemente da come andranno le cose contro la Turchia di Santarelli (che per merito acquisito sarebbe il successore perfetto di Julio, quando l’argentino deciderà di appendere la giacca al chiodo e lasciare la panchina): ha saputo risolvere l’annoso dualismo tra Egonu e Antropova e ne ha fatto un punto di forza, e non un motivo di contesa.

Lo aveva fatto lo scorso anno, vincendo VNL e Olimpiadi, lo ha ripetuto quest’anno, quando proprio Kate nella finale di VNL ha risolto i problemi contro le brasiliane, così come ha saputo replicare il tutto oggi in una semifinale destinata a passare alla storia, di sicuro tra le più belle di sempre della pallavolo italiana (e non solo).

Egonu e Antropova amiche e alleate, non rivali o antagoniste: la vera svolta è stata tutta qui, e i risultati parlano chiaro. Perché 35 vittorie di fila a questo livello sono qualcosa di impensabile per il 99,9% del mondo del volley. Questa Italia è una meravigliosa eccezione, ma per completare l’opera servirà comunque la vittoria numero 36. Melissa Vargas magari fa meno paura di Gabi, ma tanto alla fine Egonu e Antropova vestono la maglia azzurra. E questa è la migliore delle notizie possibili.

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Virgilio.it

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