Antonio Blaganò scomparso in Calabria, tracce del medico vicino a un burrone. Il figlio: “Indagate per omicidio o sequestro di persona”
- Postato il 29 luglio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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I cani molecolari hanno trovato delle tracce che portano a un burrone profondo 60 metri che si trova nelle vicinanze del luogo dove è stata trovata l’auto, una Nuova Seicento blu, con il motore ancora acceso. Ma queste tracce, secondo i carabinieri “Cacciatori di Calabria”, non vogliono per forza dire che Antonio Blaganò sia andato in quella direzione.
Proseguono senza sosta le ricerche del ginecologo di 67 anni sparito a Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 luglio mentre era in servizio presso la guardia medica del piccolo paesino nei pressi di Lamezia Terme.
“Ringrazio sinceramente carabinieri, vigili del fuoco, soccorso alpino, volontari e prefettura. Ma oggi chiedo con forza che la Procura iscriva immediatamente notizia di reato contro ignoti per sequestro di persona o omicidio”. Lo ha chiesto Francesco Blaganò, il figlio del medico il cui cellulare è rimasto nell’ambulatorio dell’Asp mentre la sua auto è stata trovata all’alba di venerdì in una stradina secondaria nei pressi di San Mango d’Aquino, non molto distante da Nocera. Un particolare, questo, che ha aumentato le preoccupazioni dei familiari, già angosciati dalle “circostanze molto strane e insolite” che stanno emergendo dalla scomparsa di Antonio Blaganò.
Ed è per questo che il figlio è da giorni che lancia appelli sui social paventando che suo padre possa essere “nelle mani di qualche malintenzionato oppure abbia perso conoscenza e si sia perso tra le montagne di San Mango D’Aquino”.
Ieri 28 luglio, l’ennesimo appello alla Procura di Lamezia Terme e ai carabinieri affinché si indaghi per sequestro di persona o per omicidio, “così da poter attivare tutti gli accertamenti tecnici” del caso, come l’analisi dei “tabulati e celle con dump di cella nelle fasce critiche; il sequestro e non semplice acquisizione volontaria di telecamere e varchi targa” in modo da evitare che “molte videoregistrazioni vengano cancellate automaticamente dopo qualche giorno”.
Da Madrid dove vive con la sua famiglia, Francesco Blaganò chiede inoltre agli investigatori che venga effettuata una “perizia forense sull’auto (carburante, comandi, impronte/dna, tracce di pneumatici) e l’estrazione dei navigatori dell’auto, del TomTom e della timeline di Google”.
“Molti di questi controlli – spiega a ilfattoquotidiano.it – non possono essere attivati se non c’è l’iscrizione di una notizia di reato, e quello che temiamo è che stiano cercando mio padre solo con i protocolli per cercare un disperso. Mio padre non stava facendo escursionismo, le circostanze sono tutto tranne che chiare: effetti personali lasciati in ufficio, esce repentinamente durante l’orario di lavoro (non aveva ancora terminato il turno)”.
Oltre a ringraziare tutte le persone coinvolte nella ricerca, l’ipotesi del figlio è che qualcuno lo abbia chiamato: “E se sì, sono già attivi i protocolli per verificare queste informazioni? E se lo hanno portato da qualche altra parte? Finché mio padre non viene trovato, il lavoro non è finito. Non fermiamoci a ricostruzioni e ipotesi sommarie basate su poche telecamere”.
Più le ore passano e più l’angoscia aumenta per Francesco che non ha nessuna notizia del padre da ormai una settimana: “Se avesse avuto un malore lo avremmo trovato qualche metro più avanti. Io non faccio congetture, quello che chiedo è che aprano le indagini per controllare i tabulati telefonici, per controllare tutti gli strumenti necessari per fare determinate verifiche”.
Dalle telecamere nei paraggi dell’ambulatorio si vede che Antonio Blaganò è uscito alle 5 del mattino dalla guardia medica in fretta e furia: “C’è qualcuno che lo ha chiamato? – si domanda il figlio – È uscito da solo. Lui esce di notte perché lo chiamano durante il servizio se qualcuno ha bisogno di un medico. La maggior parte delle volte, però, si fa venire a prendere, quindi già è strano. Per questo chiedo che si controllino i tabulati: se io non so se qualcuno l’ha chiamato, possiamo escluderlo? Non mi sembra. Dicono che mio padre è sembrato disorientato ai testimoni che lo hanno visto con l’auto e che, pertanto, sicuramente è un malore. Se mio padre dovesse essere morto, tra l’ipotesi che abbia un malore o che lo abbiano ammazzato, ovviamente io preferisco che abbia avuto un malore. Lo devono accertare. Mio padre teneva il telefonino sempre in un marsupio nero. Non so se è stato trovato. Se non l’hanno trovato, può essere che mio padre non sia uscito pensando di aver lasciato il cellulare e i documenti”.
Il figlio, inoltre, esclude che il padre stesse affrontando un periodo difficile: “Al contrario, – dice –aveva appena acquistato uno scooterone per l’estate. Erano anni che non guidava più la moto e si è tolto questo sfizio. Stava bene al 100%. Io parlo un giorno sì e l’altro pure con lui. Hanno supposto un allontanamento volontario: io capisco che gli inquirenti devono fare il loro lavoro ma posso assicurare, per quello che ne so io, che non c’erano assolutamente gli elementi fisici e mentali per suggerire una cosa del genere. Specialmente le circostanze: uno che scappa, lascia i documenti, il portafoglio, i cellulari, i soldi, la macchina? Mio padre teneva alla macchina, l’aveva acquistata pure quella recentemente, credo sei mesi fa”.
Anche la possibilità che Antonio Blaganò abbia avuto problemi con qualcuno sembra essere peregrina per il figlio: “Che io sappia – dice – recentemente no. In passato qualche cosa l’aveva avuta perché comunque lui è un medico. Ha lavorato tanti anni in carcere a Vibo Valentia per cui è stato picchiato ed è stato minacciato come tanti altri medici in Calabria. Ma sono passati circa 10 anni da allora. Certamente non so se ha avuto problemi, ma non posso escludere che non me ne abbia parlato. Io non mi sento di puntare il dito contro qualcuno. Quello che voglio è che venga trovato. Il mio appello è che aprano le indagini. Ho fiducia nelle istituzioni però devono attivare il protocollo delle indagini”.
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