Antitrust multa Novamont-Eni per i sacchetti compostabili: “Accordi con i market hanno escluso altri produttori”
- Postato il 24 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Abuso di posizione dominante per la produzione dei sacchetti biodegradabili per la spesa. Con questa accusa l’Antitrust ha multato per un totale di 32 milioni di euro Novamont ed Eni, che è la sua controllante, per il “monopolio” tra il gennaio 2018 e almeno il 31 dicembre 2023. L’Autorità ha accertato che Novamont ha sviluppato un prodotto a norma (denominato Mater-Bi) acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, cioè quelli per l’ortofrutta, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso. In questi mercati, Novamont ha creato “un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo”, spiega l’Autorità, determinando “una politica abusiva escludente per i concorrenti”. La catena del danno, alla fine, secondo l’autorità, rischiava di avere effetti anche sul principale scopo dell’introduzione di quella tipologia di shopper: la tutela ambientale.
Gli accordi di approvvigionamento esclusivo riguardano due livelli della filiera. Il primo, sottolinea l’Antitrust, è con i trasformatori: clienti diretti che comprano bio-compound per produrre shopper e sacchetti ultra-leggeri, vincolati a rifornirsi esclusivamente di Mater-Bi, precludendo ai concorrenti l’accesso al mercato. Questi trasformatori, spiega ancora l’Autorità garante per la concorrenza del mercato, rappresentano, in media, circa il 52% della domanda nazionale di bio-compound per shopper e il 70% di quella per sacchetti ultra-leggeri.
Il secondo accordo è invece con la grande distribuzione organizzata: cliente dei trasformatori in quanto principale acquirente dei sacchetti, vincolata a comprare solo prodotti realizzati con il materiale Mater-Bi dai trasformatori partner di Novamont. Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultra-leggeri espressa dalla grande distribuzione e una quota essenziale di fatturato (sino al 51%) dei trasformatori partner di Novamont.
“Questo sistema ha determinato una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont, attraverso un meccanismo circolare tra i due gruppi di operatori che provoca questi effetti: finché i principali operatori della grande distribuzione si vincolano a rifornirsi solo da trasformatori partner di Novamont di sacchetti realizzati in Mater-Bi, i trasformatori stessi sono incentivati ad accettare le clausole di approvvigionamento esclusivo richieste da Novamont; finché la maggioranza dei trasformatori che serve la grande distribuzione organizzata è legata a Novamont da un’esclusiva, la grande distribuzione ha convenienza a stipulare con Novamont contratti che prevedono vincoli di esclusiva remunerati e/o meccanismi incentivanti”, sottolinea il Garante. Gli effetti che derivano dal sistema escludente attuato da Novamont “hanno precluso lo sviluppo di una sana concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri, perché di fatto hanno impedito ai concorrenti di Novamont di trovare sbocchi effettivi per i loro prodotti e di operare efficacemente in tali mercati”.
L’ostacolo al pieno sviluppo di prodotti alternativi al Mater-Bi non ha solo un impatto anticoncorrenziale, ma anche un risvolto di tipo ambientale: secondo l’Antitrust, “un processo competitivo aperto nel settore delle bioplastiche è imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore europeo e nazionale. Una sana concorrenza potrebbe far emergere bioplastiche alternative e più efficienti e favorire anche lo sviluppo di prodotti eco-compatibili più economici o di miglior qualità”. Novamont si dice invece “sorpresa” e “dissente fermamente dalle conclusioni” dell’Antitrust annunciando che tutelerà le proprie ragioni in sede giurisdizionale. Il provvedimento del Garante, accusa Novamont, “disincentiva la ricerca scientifica, la tecnologia, la ricerca di prodotti sostenibili”.
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