Antisemitismo, un brivido nel mondo: quando l’odio sfocia nel terrorismo

  • Postato il 23 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Antisemitismo: la paura è  che dilaghi e diventi un terrorismo diffuso.

Ecco che cosa può insegnarci il duplice delitto di Washington dove due giovani dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi uccisi solo perchè era quello l’ambiente nel quale svolgevano il loro lavoro.

Erano alla vigilia delle nozze: presto, anzi prestissimo sarebbero andati a Gerusalemme per coronare il loro sogno d’amore. Li ha ammazzati un folle che al grido di Free Palestina, gli ha scaricato contro pallottole mortali.

È solo un folle o un giovane assetato di vendetta dopo aver letto per giorni e giorni quanto sta avvenendo a Gaza?

È questo quello che si deve temere dopo il drammatico episodio avvenuto nella capitale degli Stati Uniti. Tutto ciò non vuol dire “perdonare” Israele e il suo leader Netanyahu per quel che sta succedendo in quella striscia di territorio: lo scempio rimane come la disumanità. Però, chi deve informare e chi dà notizie a quanti le debbono poi divulgare non può permettersi di fomentare l’odio, incitare gli animi dei fanatici gettando benzina sul fuoco.

Le nuove cause dell’antisemitismo

Antisemitismo, un brivido nel mondo: quando l’odio sfocia nel terrorismo. Nella foto Auschwitz
Antisemitismo, un brivido nel mondo: quando l’odio sfocia nel terrorismo (foto ANSA) – Blitz quotidiano

È giunta l’ora oggi (dopo che è passato molto tempo) di trovare una soluzione, qualsiasi essa sia. Non può continuare una guerra che ha già provocato decine di migliaia di vittime (comprese donne e bambini) e distrutto interamente molte città.

Possibile che non si trovi la strada giusta per arrivare alla tregua o alla fine del conflitto?

È possibile ancora che i grandi della terra non si impegnino davvero perché la pace torni a trionfare nei paesi che hanno già sofferto le pene dell’inferno?

Mentre quell’assassinio turba la quiete di chi vorrebbe vivere in tranquillità, in Italia ci si dilania per una sentenza della Corte Costituzionale “che – come sostiene il ministro Roccella – continuerà a confondere il quadro normativo sulla filiazione”.

 

Una sentenza contro Governo e Papa

 

La Consulta, con una sentenza, ha ritenuto che una coppia composta da due donne possa avere un figlio nato da una creazione assistita. Due mamme insomma, quello che l’Unità in edicola definisce “una battaglia vinta contro l’accanimento omofobo del governo”.

Chi legge e segue con attenzìone l’attualità non avrà certo dimenticato quel che pochi giorni fa ha detto Leone XIV sulla famiglia. “E’ composta da un uomo e una donna”, ha sostenuto il Pontefice parlando ad una platea di centinaia di migliaia di persone.

Allora, che cosa potrà pensare il cattolico dinanzi al giudizio espresso dalla Corte Costituzionale? Potrà comportarsi diversamente da quel che ha riferito il Papa , oppure due donne che vivono insieme dovranno abbandonare il sogno di avere un figlio?

Senza ombra di dubbio il verdetto provocherà (come ha già provocato) una infinità di polemiche che divideranno l’intera opinione pubblica. “È l’amore che crea una famiglia”, si commenta da una parte. “La Consulta prevarica il Parlamento che discute e approva le leggi”, rispondono altri. “La Consulta uccide i papà”, è il titolo di un giornale che non digerisce il parere della Corte Costituzionale. “E’ uno schiaffo al governo dei divieti”, titola ancora il giornale fondato da Antonio Gramsci.

Per dirla in breve, è un’altra polemica che divide la politica e crea la solita guerra tra Guelfi e Ghibellini. In un momento in cui dovrebbe regnare un riavvicinamento tra la destra e la sinistra.

Era meglio ritardare una decisione così contrastante? Non si può avanzare una ipotesi del genere come non  si può intralciare il lavoro di un organo così importante: quindi è meglio comportarsi con civiltà e agire di conseguenza.

Tanto più che dopo le elezioni a Genova ed a Matera (molte concitate) si avranno quelle assai più delicate in sei regioni. Come dire: una campagna elettorale perpetua senza un attimo di tregua. Quindi, almeno per oggi, tuffiamoci  nel campionato di calcio che in novanta minuti dovrà sentenziare a tarda sera chi vincerà lo scudetto. Per alcune migliaia di tifosi sarà una festa e dimenticheranno i guai che assillano l’Europa e il mondo intero.

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Autore
Blitz

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