Anni con mio padre

  • Postato il 17 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
Anni con mio padre

Dal 1878 al 1919 Tatiana, figlia secondogenita di Lev Tolstoj, tenne un diario, imperniato soprattutto sul racconto dei suoi rapporti con il padre, che si presenta come uno strumento prezioso per conoscere la personalità e le vicende di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Nel 1878 Tostoj ha cinquant’anni e da sedici è sposato con Sofia Andreevna Bers: il matrimonio aveva posto fine a un periodo della sua esistenza caratterizzato, come egli stesso fa sapere, dalla concupiscenza e dalla dissolutezza, e aveva dato inizio a una fase in cui la felice quotidianità familiare sembrò rasserenare il suo animo, minacciato da quella drammatica inquietudine che rappresenterà la cifra della parte finale della sua vita. Non casualmente, il sottotitolo del volume – “Dolcezza, problematicità, tragedia della vecchiaia di Tolstoj” – crea una sorta di climax che la testimonianza di Tatiana affida al lettore.  Scrive l’autrice: “Ricordo la mia infanzia con emozione; un sentimento di calda riconoscenza mi unisce a coloro che mi sono stati vicini in quell’epoca felice. Ho avuto la fortuna di crescere accanto a esseri che si amavano e mi amavano”.  E’ questo il periodo narrato da Tatiana nella prima parte del testo intitolata “L’infanzia a Jasnaja Poljana”, dove compare il nome della località russa, situata a circa 200 chilometri a sud di Mosca, resa celebre proprio dal fatto che lì Tolstoj trascorse molti anni nella sua tenuta in piena campagna. Il secondo capitolo – “Adolescenza” –  ha inizio quando la giovinetta ha nove anni e, smarrita la serenità adolescenziale, comincia a sperimentare sofferenze e turbamenti: “Stava morendo in me la bambina e si formava l’adulta. Uno stato di transizione molto doloroso”. Nel terzo capitolo, intitolato “Lampi di memoria”, l’autrice consegna al lettore alcuni ricordi che, senza un ordine preciso, riaffiorano alla sua mente: si tratta di materiale prezioso per ricostruire la complessa e tormentata personalità paterna. Infine, con il titolo La morte di mio padre, l’ultima parte dello scritto di Tatiana è centrata sulla scomparsa di Tolstoj, avvenuta nella stazioncina di Astapovo nel 1910, dopo che egli, in preda a una profonda crisi esistenziale, aveva abbandonato la casa di Jasnaja Poljana, anche a motivo delle gravi incomprensioni con la moglie. Tatiana, che morì a Roma nel 1950, rimase la custode affettuosa della memoria del padre, di cui ebbe a dire: “Sì, papà è il più grande rivale di tutti i miei innamorati, e nessuno di loro ha potuto vincerlo”. 

 

Tatiana Tolstoj
Anni con mio padre
Bibliotheka, 364 pp., 19 euro

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti