Anna Valle: "Donne, ora parliamo di sesso..."
- Postato il 6 dicembre 2025
- Spettacoli
- Di Libero Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
Anna Valle: "Donne, ora parliamo di sesso..."
Anna Valle resta amata e ammirata come una delle donne dello showbiz dal sorriso e dalla personalità più limpidi. Divenuta nota al grande pubblico vincendo, esattamente trent’anni fa, nel corso di questi tre decenni non si è mai montata la testa, sebbene sia diventata una delle attrici più ricercate, soprattutto dalla tv. La sua ultima fiction La compagnia del cigno dove recitava in coppia con Alessio Boni, andata avanti per due stagioni, tra il 2019 e il 2021, è stata un successo enorme: «Le persone ancora mi chiedono se si farà una terza stagione». Ci racconta.
«Alcuni giorni fa ho incontrato Alessio in aereo. Ci siamo fatti un selfie e anche il regista Cotroneo, al quale l’abbiamo inviato subito, mi ha detto: “Sarebbe perfetto per il lancio di una nuova stagione che però non è in previsione”», aggiunge. La vita di Anna è un tutt’uno con lo spettacolo. Dal 2008, infatti, è sposata con il regista Ulisse Lendaro che l’ha diretta nel 2017 nel film L’età imperfetta ma soprattutto assieme al quale ha dato alla luce i figli Ginevra e Leonardo. Ora la ritroviamo a teatro (sarà al Manzoni di Milano dal 9 al 21 dicembre) protagonista di Scandalo, dove lo stesso Ivan Cotroneo, autore del testo, dirige Anna che recita assieme a Gianmarco Saurino nel ruolo di toyboy. «Il desiderio di una donna fa sempre paura. Non se ne parla mai, porta scompiglio, è eversivo, rivoluzionario, scandaloso». Questa la riflessione da cui prende le mosse la piece.
Anna, cosa nel 2025 può definirsi ancora scandaloso?
«In realtà, a pensarci bene, oggi non dovrebbe essere più scandaloso niente. E invece ci scandalizziamo ancora per cose che credevamo fossero superate. Per cui le dico che ad essere davvero scandaloso nel 2025 è che esistano ancora cliché e pregiudizi, soprattutto quando arrivano da persone che pensi abbiano tutti gli strumenti culturali per non giudicare».
Cliché di che tipo?
«Basta vedere come viene percepita una coppia in cui la donna è più grande dell’uomo. Prima di andare in scena mi sono messa a cercare vari casi del genere che hanno riguardato personaggi pubblici. Oggi fa sicuramente meno scalpore di vent’anni fa, ma non è affatto un tema superato. C’è sempre una punta di fastidio, un giudizio sotterraneo. Se inverti i ruoli, invece, tutto diventa più accettabile».
Lo spettacolo tocca anche un altro tabù: il desiderio femminile.
«Sì, ed è un altro punto centrale. Il desiderio maschile è raccontato e accettato. Quello femminile crea ancora imbarazzo. Ma perché? La chimica, l’attrazione, non hanno età o sesso. Siamo noi a costruire questi limiti perché l’età non definisce il desiderio, né la qualità di una relazione».
Da quando ha vinto Miss Italia, nel 1995, è cambiato di più il concorso o l’Italia?
«Entrambe. Miss Italia era una vetrina enorme quando l’ho fatta io. Oggi i social hanno completamente cambiato le regole del gioco: le vetrine sono ovunque, molto più aggressive di quel concorso...».
Quindi da ex reginetta possiamo dire che assolve Miss Italia? «Sì, credo proprio le vengano date troppe colpe che non ha... Peraltro, all’epoca, Mirigliani cercava davvero la “ragazza della porta accanto”. Nessuna poteva immaginare di arrivare lì troppo costruita o addirittura rifatta...».
Se sua figlia Ginevra volesse partecipare, cosa le direbbe?
«Che deve fare ciò che desidera. L’importante è l’approccio. Io a Miss Italia ci sono andata senza aspettarmi nulla e questo mi ha aiutata tantissimo, anche se poi in effetti mi ha cambiato la vita... Se lei volesse farlo, avrebbe il mio supporto, come in qualsiasi scelta».
Eppure pochissimi sanno che lei, ancora prima, ha iniziato a recitare addirittura al Teatro Greco di Siracusa. Che ricordo ha di quel palcoscenico?
«È un ricordo tenerissimo. Avevo 14/15 anni. La prof Martinez di greco e latino al liceo Gorgia di Lentini, si mise in testa di portare in scena la Lisistrata di Aristofane. Per me pensò al ruolo di Myrrhiné... Non avevo idea di cosa significasse recitare, avevo una paura folle, ma è stata un’esperienza bellissima e completamente artigianale: i costumi cuciti dalle mamme, le prove infinite...
Ogni tanto ci ripenso e sorrido».
Se le proponessero oggi un ruolo in una commedia o tragedia antica?
«Di sicuro ci arriverei con più consapevolezza...».
Ha collaborato con grandi attrici: qual è l’incontro che porta più nel cuore?
«Sicuramente Virna Lisi. Con lei ho avuto un’esperienza meravigliosa. Era elegante, bravissima, professionale, ma anche capace di sorprenderti con battute fulminanti. Non era tenerissima quando voleva. All’inizio avevo timore, ero molto giovane, ma mi ha insegnato tanto. Poi ho capito che se le andavi a genio sapeva essere molto piacevole. Certo non dimenticherò mai quella sensazione di trovarmi davanti a un monumento vivente».
Se dovesse tornare al cinema con quale regista vorrebbe collaborare?
«Credo ancora Cotroneo! Ivan sa scrivere come pochi. Riesce sempre a trovare la complessità umana dentro storie che sembrano semplici. È un autore che sa mettersi in gioco ogni volta».