Angelini dà voce alla GenZ: ambiente, salute e responsabilità sociale

  • Postato il 7 agosto 2025
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  • Di Forbes Italia
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Contenuto tratto dal numero di luglio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Un ecosistema dove la salute e il benessere individuali si pongono in stretto rapporto con l’ambiente circostante. È questa la visione, espressa dalle nuove generazioni, evidenziata dall’Osservatorio sui giovani e la sostenibilità, promosso sia nel 2024 che nel 2025 da Angelini Industries, che ha messo a confronto la Generazione Z con persone più mature su temi come sostenibilità, ambiente, lavoro, futuro e benessere. La ricerca, realizzata da Quorum/Youtrend e Csa Research, è nata per dare voce ai giovani e comprendere le loro esigenze più profonde.

A emergere è l’attenzione dei giovani ai temi di carattere ambientale e sociale, oltre a una critica alle generazioni precedenti, a cui sono una mancanza di tutela dell’ecosistema e la crescita delle diseguaglianze. Ne deriva un certo scetticismo, che non impedisce di provare a imprimere una svolta, ricoprendo un ruolo attivo, ad esempio, nel contrasto della crisi climatica. Nell’edizione 2025 dell’Osservatorio, infatti, l’82,2% dei GenZ ritiene che il proprio comportamento quotidiano possa fare la differenza per la sostenibilità.

Nuove generazioni e nuove visioni verso le quali un gruppo multi-business come Angelini Industries dimostra grande attenzione, dice Isabella Falautano, group chief sustainability officer. “In Angelini Industries riconosciamo l’importanza strategica delle nuove generazioni, nativamente sostenibili oltre che digitali, che rappresentano il 26% delle nuove assunzioni negli ultimi due anni. Attraverso programmi come il Future leader program ci impegniamo a formare futuri professionisti, valorizziamo progetti specifici per il benessere e la salute mentale e investiamo in giovani imprese e startup innovative per sostenere idee e tecnologie avanzate che estendano le frontiere della salute”.

Per approfondire la relazione tra il gruppo e le nuove generazioni, Angelini Industries ha condotto per il secondo anno consecutivo l’indagine che ha dato vita all’edizione 2025 dell’Osservatorio sui giovani e la sostenibilità, realizzato su un campione di quattromila persone, di cui 600 tra i 16 e i 30 anni, ascoltate con indagini tradizionali e tramite i canali social. “Abbiamo portato avanti un duplice obiettivo, riprende Falautano.

“Da un lato, misurare eventuali cambiamenti rispetto ai temi chiave emersi nell’edizione precedente – come la propensione all’acquisto di prodotti e servizi sostenibili, l’attivismo e i boicottaggi – e, dall’altro, esplorare nuove dimensioni legate al benessere della GenZ. Questa attenzione si inserisce in una visione più ampia di responsabilità sociale: i giovani sentono il compito di guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile (40,6%), ma un ruolo centrale viene attribuito anche alle grandi aziende (34,1%) e alla collaborazione tra queste e i governi (28,7%). Come Angelini Industries accogliamo questa sfida con responsabilità”.

Un valore della sostenibilità essenziale per la GenZ. “Secondo la ricerca, la GenZ attribuisce al concetto di sostenibilità un significato che va oltre la sola dimensione ambientale, in cui si intrecciano aspetti ecologici, sociali ed economici. In primo piano resta la preoccupazione per l’ambiente, con il 59,9% che identifica la sostenibilità con la riduzione dell’impatto ambientale delle attività umane, ma la visione va oltre la lettera E di environment, dal momento che si ritiene fondamentale coniugare tutela ambientale e benessere sociale, con un’attenzione alle generazioni future. Infine, il 26,8% dei giovani interpreta la sostenibilità come la capacità di prevenire e ridurre rischi non solo ambientali, ma anche economici, sanitari e sociali, andando oltre la semplice green attitude. La sostenibilità si rivela così un principio guida per costruire un futuro più equo, sicuro e responsabile, in cui ambiente, società ed economia siano interconnessi”.

Un osservatorio da cui emergono dunque temi da cui non si può prescindere. “Per la Generazione Z, la sostenibilità sta maturando da attitudine a comportamenti concreti, verso un diverso stile di vita. La GenZ si sta muovendo tra attivismo e neo-frugalità, riducendo consumi e sprechi: il 55,3% dei giovani fa la raccolta differenziata e cresce l’attenzione a risparmio delle risorse, consumo di acqua e di energia. Anche sulla mobilità vediamo posizioni positive in crescita, con il 24,5% che sceglie mezzi pubblici o biciclette al posto dell’auto. Ma l’elemento forse più significativo è la disponibilità a premiare le aziende che dimostrano un impegno autentico verso la sostenibilità: il 79,6% dei GenZ si dice disposto a cambiare la propria marca preferita con una più sostenibile, a parità di prezzo e qualità.

Inoltre, il 60% sarebbe disposto a pagare un po’ di più per un prodotto realmente sostenibile. E uno su due ha già boicottato prodotti o servizi non rispettosi di ambiente o diritti. Questo indica che i temi che richiedono più attenzione sono quelli che uniscono ambiente, salute e giustizia sociale. Le aziende, le istituzioni e la società nel suo complesso sono chiamate a rispondere a questa domanda di coerenza, trasparenza e responsabilità”.

Falautano sottolinea poi come nella visione dei giovani resti centrale il tema del ‘one health’, come approccio integrato alla salute. “È un concetto che riconosce l’interconnessione profonda tra salute umana, tutela dell’ambiente e benessere sociale. Sebbene molti giovani coinvolti nella ricerca non conoscessero inizialmente il significato preciso del termine, oltre il 54% è riuscito a identificarne la definizione, segno di una sensibilità crescente verso una visione olistica della salute. I giovani hanno poi indicato come elemento centrale la salute mentale, ritenuta prioritaria dall’81,5%. Fondamentali risultano anche la salute fisica, il benessere sociale e l’equilibrio degli ecosistemi, con un 91,1% che ritiene che la crisi ambientale abbia già oggi effetti concreti sulla salute.

Tuttavia, emerge anche una certa fragilità: solo il 22,9% dei giovani giudica ottimo il proprio stato di salute mentale e solo uno su cinque dichiara di non avere problemi psicologici. Interessante anche la visione rispetto alle responsabilità sul benessere: per il 37,2% la tutela della salute mentale è compito dello Stato, seguita dalla comunità (32,7%) e solo per il 22,4% del singolo individuo. Questo indica una richiesta di supporto collettivo e istituzionale, e sottolinea quanto la salute sia percepita come un bene pubblico da proteggere e tutelare”.

L’articolo Angelini dà voce alla GenZ: ambiente, salute e responsabilità sociale è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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