Angela Celentano: il giudice riapre il caso e ordina nuove indagini sulla pista turca

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Di Panorama
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C’è una svolta giudiziaria che riaccende la speranza in uno dei misteri più struggenti della cronaca italiana: la scomparsa di Angela Celentano. Il Gip del Tribunale di Napoli, Federica Colucci, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura e ha ordinato un prolungamento delle indagini sul caso Angela Celentano, la bambina scomparsa il 10 agosto 1996 sul Monte Faito, all’età di tre anni.

Al centro della riapertura, ancora una volta, la cosiddetta “pista turca”: una linea investigativa che affonda le sue radici nel 2009, quando una blogger, Vincenza Trentinella, raccolse la testimonianza di un sacerdote secondo cui Angela – ormai adulta – vivrebbe su un’isola turca, Buyukada, insieme a un uomo che sarebbe stato indicato come suo padre.

Un’ipotesi rimasta per anni ai margini dell’indagine, e già archiviata nel 2011 per mancanza di riscontri concreti. Ma che oggi torna d’attualità. La decisione del giudice arriva in netto contrasto con il parere del pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta, che aveva chiesto di chiudere il fascicolo, giudicando insufficienti le prove e prive di fondamento le ipotesi emerse da un recente video, in cui una giovane donna, ripresa di spalle, viene indicata come “somigliante” a una ricostruzione forense del volto di Angela da adulta.

Un’indagine che riparte: tra foto, testimoni e DNA

Il Gip Colucci non solo ha respinto l’archiviazione, ma ha anche disposto una serie di nuovi accertamenti, a partire dall’identificazione della ragazza del video. Verranno ascoltati diversi testimoni turchi, tra cui un avvocato, per cercare di verificare l’identità della giovane. È stato inoltre autorizzato un esame del DNA, come richiesto dagli avvocati della famiglia Celentano, Luigi Ferrandino ed Enrica Visconti.

Un passo giudiziario che rappresenta una vera vittoria per i genitori di Angela, che da quasi 29 anni non hanno mai smesso di cercarla. Nonostante le innumerevoli delusioni, la coppia ha continuato a credere che la figlia fosse viva, magari adottata illegalmente all’estero. Solo due anni fa, ospiti a Chi l’ha visto?, ricordavano la “voglia di caffè sul dorso” che Angela aveva dalla nascita, un dettaglio che sperano possa ancora servire a riconoscerla.

La storia della scomparsa: Monte Faito, 10 agosto 1996

Era una tranquilla domenica d’agosto quando Angela Celentano, tre anni appena compiuti, svanì nel nulla durante una gita sul Monte Faito, a Vico Equense, con la sua famiglia e altri membri di una comunità evangelica. Un attimo di distrazione, i bambini che giocavano tra gli alberi, poi più nulla. Nessuna traccia. Nessun grido. Nessun testimone. Solo silenzio.

Da quel momento iniziò un’indagine lunga, complessa, segnata da speranze infrante, segnalazioni dall’estero, ritratti aggiornati nel tempo, perfino un’adozione in Messico risultata infondata. Negli anni, le autorità hanno vagliato ogni possibile pista, senza mai arrivare a una verità definitiva.

La cosiddetta pista turca nacque nel 2009 grazie a un’indiscrezione raccolta dalla blogger Trentinella, secondo cui Angela si troverebbe in Turchia, cresciuta in un contesto completamente diverso da quello d’origine. L’indagine fu archiviata nel 2011, poi riaperta, poi di nuovo rallentata. E oggi, ancora una volta, riaccesa da una decisione che spinge a guardare oltre l’archiviazione.

La speranza, più forte del tempo

Nel frattempo Angela – se viva – oggi avrebbe 32 anni. La sua foto, quella originale scattata poco prima della sparizione, è diventata un simbolo di tenacia e dolore. La madre, il padre, e oggi anche le sorelle, continuano a rivolgersi all’opinione pubblica, convinti che un dettaglio, un indizio, una testimonianza anonima possano ancora cambiare le cose.

E ora, con questa nuova svolta giudiziaria, il tempo – che sembrava nemico – potrebbe tornare a loro favore.

Autore
Panorama

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