Aneurisma scambiato per un mal di schiena, per i medici indagati potrebbe scattare lo “scudo penale” introdotto con il Covid

  • Postato il 21 ottobre 2024
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Genova. La giudice Angela Nutini ha disposto una perizia per accertare la responsabilità dei due medici indagati per omicidio colposo per la morte di Daniele D’Amato, zio delle campionesse di ginnastica artistica morto tre anni fa per un aneurisma addominale. 

L’uomo, 48 anni, si era presentato ben quattro volte in ospedale nel giro di tre giorni (prima al pronto soccorso di Novi Ligure poi al San Martino di Genova) lamentando un forte mal di schiena, liquidato secondo l’accusa con accertamenti insufficienti e poi dimesso. Solo cinque giorni dopo il primo accesso al pronto soccorso al 48enne era stata fatta una tac con contrasto che aveva riscontrato una ‘dissecazione aortica’. A quel punto era stato operato d’urgenza ma l’intervento a quel punto non era stato sufficiente a salvargli la vita.

La perizia, affidata al medico legale Davide Bedocchi, dovrà chiarire se i medici avrebbero potuto evitare la morte dell’uomo con accertamenti diagnostici più approfonditi e se quindi ma anche se un’eventuale colpa medica possa essere scriminata grazie allo scudo penale per i medici approvato all’epoca del Covid. A chiederlo e a ottenere che sia uno degli elementi al vaglio del perito, è stato l’avvocato Antonio Rubino, che difende il medico genovese indagato.

D’Amato infatti era deceduto il 1 giugno 2021, otto giorni dopo i primi sintomi e il conseguente accesso al pronto soccorso dove gli era stata diagnosticata una “lombosciatalgia”.

Cos’è lo scudo penale per i medici

Il 21 aprile di quell’anno era stata approvata una norma, nota come lo “scudo penale” per i medici. Norma voluta durante il Covid e fra l’altro estesa con il Milleproroghe approvato a gennaio fino al 31 dicembre 2024.

Lo scudo penale protegge di fatto i camici bianchi fino dalle cause penali (omicidio o lesioni) per colpa lieve ma anche da quelle per errori gravi quando si lavora in condizioni di difficoltà per carenza di personale fermo restando per gli assistiti la possibilità di ricorre al processo civile per ottenere il risarcimento. 

In particolare la norma spiega che per far scattare lo scudo scudo penale occorre tener conto “delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili  in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi, nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato”.

Quattro volte in ospedale in tre giorni: così è morto Daniele l’Amato

D’Amato era arrivato la prima volta alle 2 e mezza di notte del 23 maggio 2021 al pronto soccorso dell’ospedale di Novi ligure lamentando dolori lombari che arrivavano fino alle gambe e uno stato di agitazione psicomotoria. Dopo gli esami del sangue che avevano rilevato fra l’altro globuli bianchi in percentuale molto elevata e la pressione molto alta, all’alba, intorno alle 7 e mezza, aveva lasciato il pronto soccorso per poi tornarci, tuttavia, solo quattro ore dopo, trasportato con l’elisoccorso per sintomi analoghi. 

Ma il medico non avrebbe fatto – sostiene l’accusa nel capo di imputazione – “i necessari approfondimenti clinici e il paziente era stato dimesso con la diagnosi di “lombalgia” “senza approfondire il caso mediante osservazione clinica e l’esecuzione di ulteriori esami, omettendo pertanto di trattenere il paziente in ospedale per adeguato monitoraggio clinico ed approfondimenti”. Dimesso intorno alle 13.30 dal pronto soccorso di Novi ligure, solo cinque ore dopo dello stesso giorno, alle 18.30 l’uomo si era presentato al pronto soccorso del San Martino di Genova. Qui gli erano stati fatti i raggi alla schiena e ancora una volta il paziente era stato dimesso sempre con la medesima diagnosi: lombosciatalgia. Tre giorni dopo, il 26 maggio, era tornato al San Martino sempre con un fortissimo mal di schiena insieme a un dolore addominale. Questa volta viene finalmente ricoverato ma solo due giorni dopo, il 28 maggio gli viene fatta una tac con contrasto. E’ solo in quel momento che i medici si accorgono che si tratta di un aneurisma addominale (‘dissecazione aortica’ è la diagnosi). Viene operato d’urgenza ma morirà tre giorni dopo, il 1 giugno appunto.

Autore
Genova24

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