Android sotto attacco, ti spiano dal telefono: come capire se qualcuno legge i tuoi messaggi di nascosto

  • Postato il 13 settembre 2025
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  • Di Blitz
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Come capire se qualcuno legge i tuoi messaggi di nascosto e sta spiando il tuo smartphone Android: a cosa fare attenzione.

La crescente diffusione degli smartphone Android e il loro ruolo centrale nella vita quotidiana li rendono obiettivi privilegiati per attacchi informatici e intrusioni di natura malevola.

Molti utenti, preoccupati da comportamenti anomali come surriscaldamento, riduzione improvvisa della durata della batteria o incremento del consumo dati, si domandano se il proprio dispositivo sia spiato o sotto controllo da terzi.

Le diverse minacce informatiche per i dispositivi Android

Un telefono Android può essere compromesso in molteplici modi, ognuno con caratteristiche tecniche specifiche. Gli spyware tradizionali rappresentano una delle principali minacce: questi software sono creati per raccogliere informazioni personali come cronologia delle chiamate, SMS, posizione GPS e applicazioni utilizzate. L’installazione avviene spesso tramite file APK provenienti da fonti non ufficiali, attacchi di phishing tramite email o messaggi, o tramite l’exploit di vulnerabilità note del sistema operativo. Per contrastare questo fenomeno, Google ha annunciato che dal 2026 sarà vietata l’installazione di app da sviluppatori non verificati, una misura che punta a rafforzare la sicurezza degli utenti.

Un livello ancora più pericoloso è rappresentato dai trojan RAT (Remote Access Trojan), che consentono il controllo totale del dispositivo, permettendo agli aggressori di accedere al microfono per registrare conversazioni, usare la fotocamera per scattare foto o registrare video a distanza, nonché di estrarre file, password e credenziali sensibili. Questi trojan sfruttano permessi elevati o vulnerabilità zero-day per rimanere nascosti e difficili da rilevare.

Ancora più sofisticati sono i rootkit Android, software malevoli che operano a livello kernel e possono rendere invisibili i processi dannosi collegati. Individuarli richiede strumenti avanzati di analisi tecnica come adb, strace, logcat e procedure di analisi della memoria a basso livello.

Per anni si è diffuso il mito che digitando il codice *#21# sul tastierino numerico del telefono Android fosse possibile scoprire se il dispositivo fosse sotto controllo. In realtà, questo codice USSD/SSDI ha una funzione molto più limitata: serve esclusivamente a verificare lo stato di inoltro delle chiamate, SMS, fax o dati verso altri numeri, indicando se e quando le chiamate in entrata vengono deviate. Questo può essere utile per scoprire se qualcuno con accesso fisico al telefono ha impostato un inoltro nascosto, ma non è certo uno strumento per identificare spyware o malware sofisticati.

La vera minaccia per la privacy e la sicurezza dei dati su Android arriva oggi principalmente dalle app malevole che riescono a insediarsi sul dispositivo. Spesso queste applicazioni si presentano come software legittimi o sono distribuite tramite store alternativi non ufficiali, richiedendo però permessi eccessivi e ingiustificati rispetto alle funzioni dichiarate. Un esempio emblematico è rappresentato da un’app “torcia” che pretende accesso ai contatti, SMS, microfono o fotocamera, un comportamento che supera nettamente i limiti normali e denota un potenziale rischio di spyware.

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Smartphone Android, come capire se qualcuno spia il tuo telefono – Blitzquotidiano.it

Dal punto di vista tecnico, tutte le app Android devono dichiarare i permessi necessari nel file AndroidManifest.xml. Tra i permessi classificati come “pericolosi” spiccano:

  • READ_SMS e SEND_SMS: consentono di leggere o inviare messaggi senza che l’utente ne sia informato, operazione che può facilitare l’intercettazione di codici OTP o l’invio di spam.
  • ACCESS_FINE_LOCATION: permette il tracciamento preciso della posizione GPS.
  • RECORD_AUDIO e CAMERA: abilitano la registrazione di audio e video a insaputa dell’utente, tipico comportamento dei RAT.
  • Permessi speciali come SYSTEM_ALERT_WINDOW o BIND_ACCESSIBILITY_SERVICE: consentono di creare sovrapposizioni sulle altre app o di interagire con esse, aumentando il rischio di phishing, keylogging o furto di credenziali.

Anche se app come WhatsApp e Signal usano la crittografia end-to-end per proteggere i messaggi, la presenza di un’app malevola in grado di leggere il contenuto dello schermo compromette la riservatezza e annulla le misure di sicurezza delle app bancarie, spesso bersaglio di attacchi informatici. Il modo più efficace per tutelarsi consiste nell’accedere alle impostazioni di Android, esplorare la sezione Permessi e controllare attentamente quelli ad alto rischio. È possibile verificare quali app hanno autorizzazioni potenzialmente dannose e revocarle se non coerenti con le funzionalità dichiarate.

Particolarmente importante è la sezione Permessi speciali, che elenca le app con autorizzazioni profonde, come accesso completo ai file, gestione del dispositivo, visualizzazione sopra altre app, modifica delle impostazioni di sistema, controllo delle notifiche, uso illimitato di dati mobili e attivazione di servizi SMS premium.

Inoltre, strumenti di sicurezza come l’app per Android Malwarebytes risultano ancora molto utili per identificare applicazioni dannose senza necessariamente sottoscrivere abbonamenti. Dopo aver avviato l’app, basta ignorare le offerte di piani a pagamento e procedere con la scansione per rilevare minacce o vulnerabilità. L’opzione “Controllo privacy” all’interno dell’app consente un’analisi mirata dei permessi concessi, offrendo un ulteriore livello di protezione contro potenziali intrusioni.

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Blitz

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