Andrea Tremaglia (FdI) in Aula: “Mio nonno Mirko mai pentito della militanza nella Repubblica sociale italiana”. E i compagni di partito lo applaudono

  • Postato il 20 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Scintille in Aula durante la discussione sul ‘decreto cittadinanza’, già entrato in vigore il 29 marzo dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri e sottoposto all’esame della Camera per la conversione in legge entro il 27 maggio. Il provvedimento limita drasticamente la possibilità di ottenere la cittadinanza per discendenza se si è nati all’estero, si ha un’altra cittadinanza, e nel caso in cui non si è ottenuta la cittadinanza italiana prima dell’entrata in vigore della nuova norma.
A prendere la parola per contestare il decreto è il deputato del Pd Piero Fassino, che, rivolgendosi ai banchi di Fratelli d’Italia, menziona Mirko Tremaglia, storico esponente della destra italiana e padre della legge per gli italiani all’estero. L’ex sindaco di Torino lo omaggia proprio per la sua legge e accusa la maggioranza: “Era un uomo che che ho avuto la fortuna di conoscere e con cui ho anche avuto la fortuna di collaborare. Con Mirko Tremaglia elaborammo e facemmo approvare a questa Camera la legge che prevede il voto degli italiani all’estero. Tremaglia faceva vanto di quella legge e ne faceva un punto di onore del suo impegno e della sua milizia politica. E ora voi state facendo strame di tutto questo“.

Poi cita la trasmissione del Canale Nove, Little Big Italy: “Da mesi, mesi e mesi va a visitare i ristoranti italiani nel mondo. Sapete che quella trasmissione è una delle trasmissioni con il più alto tasso di audience di quel canale? Quindi, credo che il vostro sia un errore molto grave e e per questo mi sono permesso di richiamare l’esperienza dell’onorevole Mirko Tremaglia, il quale a me e a tanti ha insegnato quanto fossero importanti gli italiani nel mondo e quanto sia importante che questo Paese li rispetti come suoi cittadini”.

Chiede la parola il nipote di Mirko Tremaglia, Andrea, deputato nelle fila di Fratelli d’Italia, che tra gli applausi scroscianti del suo gruppo, della Lega e di Forza Italia premette: “Confesso una certa difficoltà nell’intervenire in questo frangente e su questo argomento. Io senza dubbio ringrazio i colleghi che anche privatamente hanno inteso manifestare una stima, un apprezzamento e un ricordo nei confronti di mio nonno”.
Poi accusa il centrosinistra: “Trovo curioso da parte di altri colleghi, di cui non mi sembra il caso di fare nomi, questo tentativo di aggiungere molto tardivamente al pantheon della sinistra di questo Parlamento un sottotenente della Repubblica sociale italiana, mai pentito di questa sua scelta”.
La frase choc è accolta da una standing ovation dai banchi di Fratelli d’Italia, mentre Tremaglia continua: “Mio nonno è è stato anche in questo Parlamento ma soprattutto fuori, per decine di anni, attaccato, vilipeso, offeso e minacciato di morte. Non stiamo parlando solo degli anni di piombo, ma degli anni ’90, quando io ero piccolino e avevo ancora la Polizia sotto casa. Ed è stato offeso anche da esponenti della sinistra che oggi siedono in Parlamento. Sono felice – aggiunge – per l’elasticità mentale con cui viene riconosciuto il fatto che sia stato un sottotenente della Repubblica Sociale Italiana, che ha combattuto per quarant’anni per modificare a sua volta la Costituzione, allargare il diritto di voto in questa Nazione e distribuire democrazia, come amava dire“.

E rincara, ancora una volta nell’ovazione totale dei banchi della maggioranza: “Sia che si parli di qualche lontano trisavolo, tirato per la collottola da parte di qualche improbabile richiedente cittadinanza italiana, sia che si parli di chi è stato parlamentare per quarant’anni, per favore, lasciamo in pace i morti”.

Non ci sta il deputato di Avs, Filiberto Zaratti, il quale chiede la parola, tra gli applausi del suo gruppo, M5s e Pd: “Ha ragione il collega Tremaglia, lasciamo in pace i morti. Ma, al di là del lavoro che certamente Mirko Tremaglia ha fatto positivamente nei confronti dei nostri connazionali all’estero, rivendicare l’appartenenza alla Repubblica sociale italiana con l’applauso dei deputati di Fratelli d’Italia è una cosa indegna, perché i militanti e i militari di quella pseudo-Repubblica sono stati tra coloro che hanno partecipato ai massacri degli italiani. Ve lo dovete ricordare: siete rappresentanti e parlamentari della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza contro la Repubblica Sociale Italiana“.

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Il Fatto Quotidiano

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