Anche l’Italia sarà al vertice voluto da Macron con i capi di Stato maggiore: “Si parlerà dell’invio di truppe in Ucraina”
- Postato il 7 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Nonostante il legame privilegiato con Washington, Giorgia Meloni deve mantenere un equilibrio anche in Europa. Dopo aver dato l’ok al piano di riarmo da 800 miliardi proposto da Ursula von der Leyen, sa che per stare tra i grandi del Vecchio Continente, e influenzare anche le loro scelte, deve essere presente ai tavoli dove si prendono le decisioni. Così, dopo Bruxelles, l’Italia sarà presente anche al summit dei capi di Stato maggiore convocato martedì a Parigi da Emmanuel Macron e al quale prenderà parte anche il generale Luciano Portolano. Una riunione fondamentale perché, secondo quanto ha fatto sapere l’Eliseo, sonderà la disponibilità al dispiegamento di forze europee in Ucraina. Un’ipotesi che da Roma hanno sempre respinto.
L’ultima volta è successo proprio nella serata di giovedì, al termine del Consiglio europeo ‘speciale’ dei 27 capi di Stato e di governo. La presidente del Consiglio ha ripetuto le stesse parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, esprimendo “molte perplessità”, sulla costituzione di “un gruppo di volenterosi“, come previsto dal piano sponsorizzato da Parigi e Londra. La leader del governo, anche giovedì, ha ribadito che se truppe saranno inviate queste saranno sotto la bandiera delle Nazioni Unite.
Secondo quanto riporta Repubblica, Meloni ha tentato di tenere vivo il legame transatlantico, esigenza ribadita anche nei giorni scorsi, chiedendo che nelle conclusioni venissero menzionati gli “sforzi di Donald Trump per raggiungere la pace”. Una proposta rigettata dai 27, innervositi dall’atteggiamento del presidente americano, fresco di dazi imposti anche al Vecchio Continente e poco incline a coinvolgere le cancellerie europee nei colloqui di pace con Mosca e Kiev. Così Meloni si è limitata a rilanciare la proposta di un vertice Usa-Ue che, però, anche da Washington è stato definito “molto complicato” da organizzare.
A casa, comunque, Meloni si porta lo scomputo delle spese per la Difesa dal patto di stabilità. Una richiesta che l’esecutivo ha avanzato da diverse settimane, ribadita più volte anche dal ministro Guido Crosetto, ma che non può essere considerata una vittoria esclusivamente italiana, dato che sono molti i Paesi che hanno sollevato la questione a livello europeo. La premier però è andata oltre, esprimendo forti timori che il debito italiano si appesantisca di un’ulteriore zavorra, affermando che così si creerebbe “un problema di sostenibilità”, dato che Rearm Eu, al momento, prevede solo la possibilità di prestiti che gli Stati dovranno poi rimborsare. Meloni ha così proposto “garanzie europee” che tutelino possibili investimenti anche dei privati. Il modello sarebbe il piano InvestEu che, si apprende, “verrà proposto dal ministro Giorgetti al prossimo Ecofin”. La presidente del Consiglio, infine, con Berlino chiede una revisione complessiva del patto di stabilità che preveda lo scomputo non solo degli investimenti in Difesa, ma anche sulla competitività in generale.
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