Le foche sono nuotatrici eccezionali, capaci di immergersi anche per centinaia di metri in cerca di cibo e di restare sott'acqua anche per un'ora grazie alla capacità di regolare la quantità di ossigeno nel sangue.
Quando però si tuffano in profondità, le foche si ritrovano in un ambiente ostile, freddo, con poca luce e l'acqua torbida: come fanno a orientarsi in queste condizioni? Per scoprirlo, un team dell'università di Rostock, in Germania, ha preso un trio di foche e le ha messe alla prova facendole giocare ai videogiochi: i risultati del curioso esperimento sono pubblicati sul Journal of Experimental Biology.. Come si nuota al buio? Le tre foche protagoniste dell'esperimento sono foche comuni (Phoca vitulina), una delle specie più diffuse al mondo. Capaci di immergersi fino a 500 metri, quando nuotano in profondità si ritrovano spesso a navigare acque buie e torbide: la sabbia, il fitoplancton e altre microparticelle riducono la visibilità, e rendono difficile nuotare a vista.
Il team ha quindi inventato un videogioco in grado di mettere alla prova i sensi delle foche, per capire se usino la vista anche quando la visibilità è ridotta o se in quei casi sfruttino altri sensi, per esempio usando le vibrisse. In particolare, il gioco ha permesso di capire se le foche usano il cosiddetto flusso ottico, cioè quello che si vede quando si passa di fianco a un oggetto in movimento. In teoria, analizzando la direzione in cui si sposta questo oggetto il cervello è in grado di determinare anche la propria direzione di movimento.. Campionesse di videogiochi. I videogiochi proposti alle foche simulavano tre diverse situazioni: il mare aperto, nel quale si muovevano una serie di puntini luminosi che imitavano il fitoplancton e le altre microparticelle; il fondale marino, nel quale i puntini si muovevano rapidamente verso le foche; e la superficie dell'acqua, nella quale i puntini erano invece al di sopra della testa degli animali. Le foche sono state addestrate a riconoscere la direzione del movimento e a indicarla schiacciando uno di due grossi pulsanti rossi: quando pigiavano quello giusto, ottenevano una ricompensa.
Due delle tre foche, che avevano già giocato a giochi simili, hanno imparato immediatamente come funzionava quello nuovo, e hanno indovinato la direzione (virtuale) di movimento senza fatica. Una terza, Miro, che non aveva invece mai visto un videogioco, ha avuto bisogno di sei sessioni per impararne le regole: una volta fatto, si è dimostrata brava quanto le altre due. Ovviamente nessuna delle tre foche ha indovinato nel 100% dei casi: capita a tutti di fare un errore, magari per distrazione. Di certo, però, sappiamo che anche quando la visibilità è ridotta le foche sanno orientarsi mentre nuotano, e anzi usano proprio lo "sporco" dell'acqua per farlo..