Anatomia dell’inchiesta che ha scosso il governatore Occhiuto
- Postato il 2 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Anatomia dell’inchiesta che ha scosso il governatore Occhiuto
CATANZARO – Da mercoledì 23 luglio a giovedì 31, gli otto giorni in cui Roberto Occhiuto ha maturato la decisione di dimettersi, anche e soprattutto sulla base di elementi derivanti dall’inchiesta della Procura di Catanzaro in atto e in cui è coinvolto. Andiamo per ordine partendo dal giorno dell’interrogatorio del governatore, richiesto a più riprese dello stesso e concesso dai pm che fissano la data del 23 luglio. Ricordiamo che il presidente ha appreso di essere indagato per un’ipotesi di corruzione nel fascicolo R.N.G.R. 2070/2024, lo scorso 6 giungo, a seguito di comunicazione del gip, per una proroga delle indagini preliminari.
I calabresi verranno a conoscenza dell’indagine proprio per bocca di Occhiuto, che l’11 giugno decideva di pubblicare un video social (LEGGI), dopo aver ricevuto una telefonata di una giornalista che gli poneva domande sulla vicenda giudiziaria. Il giorno dell’interrogatorio Occhiuto viene ricevuto dal procuratore Salvatore Curcio, dal procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e dal sostituto Domenico Assumma, titolare del fascicolo. Il procuratore Curcio poi va via e l’interrogatorio verrà condotto dall’aggiunto e dal pm. Durerà 4 ore circa. Il presidente al termine dell’“esame” dirà di esser rimasto soddisfatto, di aver risposto a tutte le domande e di aver richiesto una celere archiviazione agli inquirenti.
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1) Pur tuttavia – e siamo al primo punto dell’anatomia delle dimissioni shock – secondo indiscrezioni trapelate e annotate dal Quotidiano, Occhiuto, durante l’interrogatorio, da alcune domande che gli sono state poste e da una chiara affermazione di uno dei due magistrati, avrebbe compreso che l’eventuale archiviazione – che lui è convinto di riuscire ad ottenere – di quel filone d’inchiesta non sarebbe arrivata così celermente come si aspettava e che sicuramente l’attesa sarebbe stata più lunga del mese da lui prospettato.
2) Contestualmente, proprio lo stesso giorno dell’interrogatorio comincia a trapelare la notizia di uno sdoppiamento del fascicolo. E questa novità – di cui Occhiuto sarebbe venuto immediatamente a conoscenza, informato da altri indagati che avevano fatto ricorso al Riesame, dopo aver subito perquisizioni e sequestro telefonini – i inizialmente veniva interpretata dal governatore con segno neutro. Col passare dei giorni però – e ci avviciniamo al 31 luglio – dalle carte arrivate a qualche avvocato cominciano a filtrare dati non incoraggianti per determinati indiziati e che danno l’idea di un’inchiesta che potrebbe essere molto più lunga e complessa del previsto. Il 3 e 4 luglio scorso giorno delle perquisizioni alla Cittadella e pure negli uffici presidenziali di Occhiuto, al decimo piano – anche per via del coinvolgimento nell’indagine della segretaria particolare del presidente – si comincia a capire che l’inchiesta è in effetti una maxi-inchiesta e non era solo riferita all’iniziale e predetta ipotesi di corruzione.
3) Poi, come accennato, c’è la mossa della procura, che sdoppia il fascicolo dopo le perquisizioni a Germaneto e prima dell’interrogatorio di Occhiuto. E man mano che passano i giorni e affiorano notizie dai vari ricorsi al Tdl, tale mossa viene collocata in uno scenario strategico della procura che non piace affatto ad alcuni avvocati difensori: Occhiuto, per effetto di tale mossa, è stato sentito ed ha avuto carte propedeutiche all’interrogatorio, solo in relazione all’ipotesi di corruzione. Ed il troncone principale rimane a questo punto quello inerente la posizione di Tonino Daffinà, sub-commissario alla depurazione, ma anche noto commercialista che ha dei rapporti professionali con diverse cliniche sanitarie private.
4) Nel corso della settimana che precede il 31 luglio e anche lo stesso giorno dell’annuncio serale delle sue dimissioni, Occhiuto da fonti proprie e anche da articoli di stampa, viene a sapere che il secondo troncone dell’inchiesta, al di là dell’eventuale esito a lui favorevole del primo filone, presenta un numero lievitato di indagati (si parla di 45 in tutto, includendo pure i 3 nomi noti del primo ramo) e include agli atti, dato certo che abbiamo appurato, intercettazioni su Daffinà, già a partire dall’autunno del 2024. E non sarebbero solo intercettazioni telefoniche, perché pare ve ne siano pure audio-visive, tipiche di videocamera nascosta in un determinato ambiente. E proprio da queste intercettazioni – che sarebbero tantissime – ha preso spunto l’indagine a carico della segretaria del governatore. Ma il punto è che da quelle intercettazioni son partiti diversi e ben altri spunti investigativi.
5) Il presidente allora si è resoconto che la vicenda giudiziaria andrà per le lunghe – il che lo avrebbe politicamente condizionato ancora per mesi – e dopo aver fatto “due più due” ha pensato alla contromossa shock delle dimissioni. Contromossa che potrebbe rilanciarlo, ma che potrebbe pure rivelarsi un azzardo. Vedremo.
Il Quotidiano del Sud.
Anatomia dell’inchiesta che ha scosso il governatore Occhiuto