Amt, Trenitalia chiede al Comune il conto dell’integrazione tariffaria: nuova grana da 9,8 milioni

  • Postato il 3 luglio 2025
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Genova. Una nuova grana all’orizzonte per il Comune di Genova e ancora una volta il campo minato è quello di Amt. Nei giorni delle grandi incognite sul bilancio dell’azienda di trasporto pubblico locale, Trenitalia si prepara a chiedere il conto in merito al contenzioso pluriennale legato ai mancati introiti da integrazione tariffaria.

La notizia è apparsa tra gli scambi della chat Vasta dell’ex ministro Claudio Burlando ed è stata verificata da Genova24. In effetti, dopo una lunga riunione avvenuta nella giornata di mercoledì 2 luglio, le ferrovie hanno comunicato con una telefonata alla sindaca Silvia Salis che presto saranno notificati gli atti con cui si esige il dovuto, in parte già stabilito da un arbitrato del Cieli (Università di Genova) e in parte ancora da calcolare.

La cifra richiesta da Trenitalia sarebbe di 9,8 milioni anche se in passato la stima (risalente a metà 2024) effettuata dal Centro italiano di eccellenza sulla logistica i trasporti e le infrastrutture dell’Università di Genova era più alta (circa 20 milioni).

Tra il 2013 e il 2018 Amt aveva ricevuto dal Comune di Genova una determinata somma (7,6 milioni all’anno) per compensare i minori ricavi a causa del biglietto bus+treno, ma la somma era stata decurtata unilateralmente dall’azienda partecipata del Comune di Genova a partire dal 2019.

La cifra calcolata da Trenitalia, solo per quegli anni, era pari a circa 38 milioni. Amt aveva azzardato una compensazione da circa 9 milioni per cinque anni. Nella presentazione del bilancio consuntivo 2023 (chiuso nel 2024, dopo l’arbitrato) Amt parlava di una “sopravvenienza attiva pari al minor debito” verso la stessa Trenitalia, intendendo che l’attesa era dunque di dover pagare molto di più.

Ad ogni modo, Trenitalia non aveva mai veramente proceduto a battere cassa. Cosa che invece ha deciso di fare a poco più di un mese dal cambio di amministrazione comunale.

Si tratta dell’ennesima eredità complicata per la giunta Salis dopo gli altri problemi relativi al bilancio di Amt (minori ricavi rispetto al previsto, impatto della sperimentazione delle gratuità, incognita su diversi milioni di fondi ministeriali) ma anche alla partita di Skymetro, per cui il consiglio superiore della magistratura ha dato i parere positivo con prescrizioni su un progetto considerato dal centrosinistra “irrealizzabile” e con una chiusura del Mit a trazione leghista a concedere, a quanto pare, proroghe per una ridefinizione radicale del progetto.

Per non parlare dell’altro parere del Mit (datato 6 maggio ma reso noto al Comune a elezioni fatte) sulla funivia per Forte Begato – altro progetto che vede la contrarietà di Salis e giunta e per cui l’amministrazione chiederà di poter dirottare i fondi – per arrivare alla questione dell’ordinanza antismog “obbligata” dal rischio di penali da parte della Regione Liguria.

L’ex vicesindaco e ora capo dell’opposizione in Comune, Pietro Piciocchi, ha già criticato più volte la sindaca e la sua giunta per la tendenza al “vittimismo” e per voler scaricare responsabilità sul passato, ma in effetti, a sinistra e non solo, c’è l’impressione che l’area leghista (Rixi-Salvini) che ha sostenuto Bucci prima e Piciocchi dopo stia sparando tutte le cartucce possibili per complicare la vita alla nuova amministrazione.

Di contro, c’è tutto un settore del centrodestra che al momento non sembra aver intenzione di ingaggiare uno scontro con Salis. Da Fdi stesso a Forza Italia non solo non ci sono stati sgarbi istituzionali, dal 26 maggio a oggi, ma è da notare che nei prossimi giorni la ministra dell’Università Anna Maria Bernini incontrerà Silvia Salis per ascoltare l’idea del suo progetto per un grande campus a Genova.

Ma al di là delle valutazioni politiche, cosa faranno ora Amt Genova e il Comune di fronte alle richieste di Trenitalia? Ancora è presto per capirlo ma i presupposti sono quelli di un nuovo muro contro muro. Amt dal canto suo continua a reputare esosa la cifra richiesta – cifra alla quale Trenitalia aggiungerà probabilmente la somma relativa agli anni dal 2023 al 2025 – ma non è escluso che il conto sia presentato sottoforma di ingiunzione.

L’operazione “recupero crediti” di Trenitalia rischia di compromettere definitivamente la tenuta dei conti di Amt, per cui si parla di una crisi di liquidità e di circa 36 milioni di euro che mancano all’appello, della necessità di un piano di rientro da presentare entro una ventina di giorni e dell’anticipo, da parte di Città metropolitana, di 8 milioni di euro del contributo di agosto del contratto di servizio per coprire le spese correnti tra cui stipendi, tfr, straordinari e pagamento fornitori.

Autore
Genova24

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