Amt, nell’entroterra sparisce il trasporto pubblico. Salis ai pensionati: “Due anni fa pagavano il triplo”
- Postato il 23 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. La crisi di Amt lascia a piedi i residenti dell’entroterra. Dall’inizio della settimana il comune di Davagna, dove il servizio viene erogato in subappalto dalla ditta Riccitelli, è praticamente privo di trasporto pubblico. Situazione simile a Torriglia e in altre zone dell’alta Val Bisagno e dell’alta Val Trebbia, dove i disagi stanno diventando insopportabili per gli abitanti. Ma anche a Savignone, come abbiamo raccontato negli scorsi giorni.
A spiegare cosa sta succedendo alla linea 726, che dovrebbe servire gran parte del territorio di Davagna, è oggi una lettrice di Genova24, Monica Acampora: “Non un autobus, non una corsa sostitutiva, non una comunicazione ufficiale. Nel completo silenzio dell’azienda di trasporto e delle istituzioni, inclusi il sindaco di Genova e quello di Davagna, i cittadini sono stati abbandonati, senza alternative e senza alcuna informazione. È pertanto urgente e doveroso che vengano accertate le responsabilità di quanto sta accadendo e che venga ripristinato immediatamente il servizio di linea, informando la cittadinanza in modo chiaro e trasparente”.
“Silenzio? Ho mandato tutte le lettere possibili, anche alla Prefettura. Tutto quello che si poteva fare lo abbiamo fatto – replica il sindaco Maurizio Luoni -. Stiamo cercando di garantire un servizio minimo con un pulmino del Comune, facciamo una corsa al mattino fino a Prato e una al pomeriggio per tornare. Dalla settimana prossima affideremo altre due corse al giorno alla ditta dei nostri scuolabus. E abbiamo consigliato ai cittadini di organizzarsi con gruppi WhatsApp”.
Anche il Comune di Torriglia ha comunicato che “considerati i gravi disagi sul servizio scolastico a causa delle problematiche di Amt, da domani il Comune di Torriglia ha affidato direttamente i servizi dedicati alla ditta Tdc Autoservizi, scorporandoli dal contratto in essere”.
Il braccio di ferro Amt-Riccitelli e la protesta dei lavoratori
All’origine c’è il braccio di ferro tra Amt e Riccitelli che da mesi reclama i pagamenti dovuti da contratto. E siccome gli stipendi continuano a tardare, dopo uno sciopero senza esito negli scorsi giorni, diversi autisti avrebbero deciso di mettersi in malattia, lasciando materialmente scoperti i turni di guida.
“La ditta ha deciso di non pagare gli stipendi per usare strumentalmente i lavoratori come arma di ricatto – accusa Andrea Gamba, segretario ligure della Filt Cgil – però ha proposto ai dipendenti di andare a lavorare alla Spezia pagando il trasferimento: questo vuol dire che i soldi ci sono. Abbiamo chiesto alla Città metropolitana un incontro per capire se c’è la possibilità di corrispondere gli stipendi in surroga. È da tutto l’anno che subiscono forti ritardi, mentre altre aziende con una situazione creditizia peggiore stanno pagando regolarmente“.
“La questione dei subappalti e del pagamento ai fornitori è qualcosa che va avanti da ben prima del mio arrivo e questo dimostra che la crisi di Amt era comprensibile anche prima che richiedessimo uno studio da Pwc”, risponde la sindaca Silvia Salis a margine dell’inaugurazione del Festival della Scienza. Secondo la relazione della società di revisione, il debito coi fornitori supera oggi i 100 milioni di euro.
“Detto questo – prosegue Salis – stiamo facendo continui tavoli per capire come rientrare dei nostri debiti, si inizierà a pagare quelli correnti e poi si farà una distribuzione del pregresso. La situazione di Amt è sotto gli occhi di tutti. Questo fa parte dell’operazione di salvataggio che stiamo mettendo in campo. Ripeto, per chi pensa che il problema sia mettere in vista i numeri più che i numeri stessi, è un approccio alla politica molto pericoloso“.
Pensionati contro le nuove tariffe, Salis: “Due anni fa pagavano il triplo”
La nuova politica tariffaria di Amt ha già alimentato il fuoco delle proteste. I sindacati dei pensionati hanno bocciato la decisione di vincolare la gratuità per gli over 70 a un Isee inferiore ai 12mila euro, oltre il quale si pagano 120 euro all’anno: “Esclusi migliaia di anziani che faticano ad arrivare alla fine del mese“. E Assoutenti ha chiesto una moratoria fino al 1° gennaio 2026 puntando il dito contro i “disservizi pesantissimi” in ambito extraurbano: “La nostra preoccupazione è chein queste condizioni con i nuovi aumenti si butti giù i passeggeri dagli autobus, diminuendo i trasportati a pagamento e aumentando l’evasione che è la vera grande nemica della riduzione dei ricavi del 2025″.
“Io comprendo che negli ultimi due anni ci sia stata una gratuità, quindi le persone si siano abituate a non pagare. Questo adesso non è più possibile, non ce lo possiamo permettere – taglia corto Salis -. Però ricordo che gli stessi pensionati fino a due anni fa lo pagavano l’abbonamento e non pagavano 120 euro l’anno, pagavano ben di più, quasi il triplo. Abbiamo cercato di tutelare chi ha una fascia di reddito molto bassa, chi la supera pagherà 10 euro al mese che, ricordo (e rispetto la posizione di tutte le categorie) sono un terzo di quello che pagavano due anni fa”.
Consiglio metropolitano rinviato per gli scontri interni al centrosinistra
Intanto mercoledì ha fatto rumore il rinvio all’ultimo minuto della seduta del consiglio metropolitano. All’ordine del giorno c’era proprio la delibera di indirizzo sulla nuova politica tariffaria di Amt. Interpellata dalla stampa sulle ragioni della cancellazione improvvisa, la sindaca Salis è stata sibillina: “Abbiamo ritenuto meglio spostarlo per una serie di motivazioni, ma lo faremo al più presto. Diciamo che non c’erano le condizioni, che ora invece ci saranno. Sono accordi che prima di tutto devono dimostrare una tenuta politica costante“.
Alcuni consiglieri parlavano di un vizio formale: la seduta era stata convocata secondo una procedura errata e gli atti approvati avrebbero potuto essere impugnati e invalidati. In realtà le vere motivazioni sarebbero politiche e ruoterebbero intorno alla delega di vicesindaco metropolitano reclamata da Guglielmo Caversazio, primo cittadino di Santa Margherita Ligure in quota Pd, che in seguito al mancato accordo politico ha annunciato la propria assenza. Il problema è che il nuovo consiglio è in perfetto pareggio e il voto della sindaca è determinante, quindi basta una sola defezione a far saltare la maggioranza. Da qui l’annullamento della seduta e l’intervento a gamba tesa di Salis, che avrebbe minacciato di attribuire alcune deleghe al centrodestra se non fossero stati sempre garantiti i numeri.