America's Cup, Luna Rossa scalpita per la finale. Il vento forte alleato di Ineos? Non è così scontato

  • Postato il 24 settembre 2024
  • Di Virgilio.it
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L’ora della verità si avvicina e in casa Luna Rossa la concentrazione è massima. Un po’ come l’occasione: forse unica e irripetibile, perché è pur vero che l’imbarcazione italiana è arrivata più volte a giocarsi il titolo di sfidante del defender di America’s Cup (è successo quattro volte: due è andata bene, nel 2000 e nel 2021, altrettante è andata male nel 2007 e nel 2013), ma quella che sta prendendo vita a Barcellona è un’edizione della coppa più antica del mondo dello sport come poche altre se ne sono viste in passato. E lascia aperto più di uno spiraglio per provare a sognare, anche se Ineos Britannia qualche sonno inevitabilmente ha finito per turbarlo.

L’incognita vento: giovedì potrebbe soffiare forte

Le due giornate di allenamenti congiunti diranno poco o nulla sulle reali possibilità tanto dell’una quanto dell’altra imbarcazione. Di sicuro però un’occhiata al meteo l’hanno data in tanti, e le previsioni sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo) sorridere al team britannico. Il motivo? Giovedì, quando andranno in scena le prime due regate della serie di finale (al meglio delle 13 prove: vince chi arriva prima a 7), a Barcellona è previsto vento piuttosto sostenuto, addirittura col rischio che possa superare i 21 nodi che sono il massimo consentito per lo svolgimento dei match race.

Questo significa che Ineos, che ha dimostrato di essere velocissima in condizioni di vento sostenuto, potrebbe giovarsi e non poco di una situazione che invero non s’è mai verificata nel corso del round robin e delle successive serie di semifinale, quando semmai il problema era riuscire a gareggiare con vento sopra i 10 nodi.

Va da sé che la controprova potrà darla soltanto il mare: Luna Rossa ha lavorato molto sui dettagli dello scafo negli ultimi giorni, convinta di aver capito dove poter andare a rosicchiare ulteriore margine per presentarsi più veloce e stabile nelle strambate. Dopotutto anche i bookmakers la danno favorita, seppur di poco rispetto a Ineos.

Voltolini sicuro: “La differenza la faranno i dettagli”

Luna Rossa però sente di avere un “vantaggio” rispetto al sindacato britannico: aver avuto la possibilità di combattere contro American Magic è stato, a sentire i diretti interessati, il miglior “allenamento” possibile in vista della finale. “Sicuramente Alinghi non ci avrebbe spinto sia tecnicamente che emotivamente dove siamo stati costretti a spingerci contro gli americani”, spiega Enrico Voltolini, cyclor e boat captain.

“Nessuno vuol far passare il concetto che Ineos sia meno forte di noi, perché onestamente vedo barche davvero al limite, con l’imprevedibilità che può essere dettata da piccolissimi fattori, come un mezzo nodo di vento in meno o un piccolo errore che ti fa perdere velocità in un attimo. La verità è che per vincere bisogna essere sempre al massimo della propria resa, e sappiamo che sarà così anche in finale, perché la differenza sarà minima”.

“La nostra è stata una serie “allenante”…

Voltolini c’era già tre anni fa a Auckland, quando Luna Rossa tornò a disputare l’America’s Cup 21 anni dopo la prima avventura targata Prada. “Però tre anni fa Team New Zealand era veramente di un altro pianeta, mentre ora è tutto diverso”, fa sapere il cyclor. “Le barche stesse erano differenti da quelle con le quali gareggiamo oggi, e per questo dico che vedo molta più imprevedibilità”.

La semifinale con American Magic potrebbe aver rappresentato il punto di non ritorno. “Per come si erano messe le cose, e per come è finita la serie, dico che c’è stato molto utile regatare contro di loro. La pressione che abbiamo avvertito all’inizio della scorsa settimana è stata enorme, ma avendo superato le difficoltà che abbiamo incontrati posso dire che adesso ci sentiamo realmente più forti.

Soprattutto c’è stato un momento nel quale ho compreso la forza di questo gruppo: quando lo shore team ha trascorso la notte in bianco per riparare il carrello della randa. Se uno non li vede al lavoro non può capire quanto quei ragazzi possano essere forti e determinati. Ci hanno dato una carica enorme e il minimo che potevamo fare era ricompensarli con una vittoria alla prima occasione utile, così come poi è accaduto”.

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Virgilio.it

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