Ambra Sabatini oro sui 100m T63 ai Mondiali di atletica paralimpica, la caduta alle Paralimpiadi di Parigi cancellata
- Postato il 3 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Il segnale è arrivato a fine gara, quando Ambra Sabatini ha misurato l’aspettativa sul cronometro dell’oro mondiale sulla pista di Nuova Dehli, in un Mondiale che ha assunto un senso in più dopo l’esordio, non soddisfacente, nel salto in lungo e il ricordo vivido di quanto accaduto a Parigi.
La campionessa azzurra, colore che ha scelto per le unghie e per il make up degli occhi, esibisce con grazia all’arrivo di questi 100 T63 un trionfo che indossa meritatamente tra l’indonesiana Karisma Evi Tiarani e la velocista della Gran Bretagna Ndidikama Okoh, le due atlete T42 giunte poi sul traguardo in seconda e terza posizione rispettivamente in 14.65 e 14.66.
Ambra Sabatini oro Mondiale a Nuova Delhi 2025
Sabatini è oro Mondiale, ma soprattutto adesso si è lasciata alle spalle quel passato ingombrante. Don’t look back in anger, più semplice a dirsi che a costruire un presente solido, a livello agonistico, partendo dalle certezze vacillate e precipitate in un giorno decisivo di agosto alle Paralimpiadi che avrebbero dovuto conferirle il riconoscimento, la conferma. In India, Ambra si è presa la medaglia e si è ripagata della stessa fiducia che l’ha animata, da allora a qui.
“Sono molto contenta di questa gara, ho fatto esattamente ciò che mi ero ripromessa, ovvero correre precisa e ordinata senza strafare. Avevo bisogno di questo risultato e di questa sicurezza che oggi ho potuto ritrovare”.
Contenta anche della propria reazione alla controprestazione nel lungo, che avrebbero potuto condizionarla sul piano mentale: “Dopo i tre nulli nel salto in lungo di ieri non è stato facile perché ci tenevo tanto, però come mi sono già detta è stato un esordio per alcuni versi promettente per i salti che sono riuscita a fare. Uscita dalla pedana ho cercato di archiviare il più velocemente possibile l’esperienza per prepararmi mentalmente ad oggi e questa vittoria è una grande liberazione. Dopo Parigi (Paralimpiadi con relativa caduta) è iniziata una fase di costruzione e con il mio allenatore stiamo mettendo dei buoni mattoncini uno sopra l’altro in vista di Los Angeles e so che ne combineremo delle belle. Ci sono altri limiti da superare e anche se non sono ancora a quel livello so che ci arriveremo”.
Il segnale forte di Ambra
Quel gesto a fine gara, la sua distanza preferita, a indicare con gli indici puntati Ambra con le sue fragilità, la sua determinazione, la sua testa è stato scelto per ribadire un ruolo che oggi, dall’altra parte del mondo, si è ripresa e che difende. Ha indossato una protesi che lancia un messaggio di pace, alla vigilia del 3 ottobre, pur non accantonando quella competizione che anima ogni atleta ma a cui sa dare un posto, una collocazione: “No war off track”, che non necessita di ulteriori spiegazioni o commenti.
Parigi alle spalle
Le sue dichiarazioni sono finalmente distese, la vittoria può essere liberatoria. Figuriamoci se arriva nel corso di un Mondiale che consente di rimarcare una fiducia individuale nelle proprie qualità in discussione.
Perché, pur nella considerazione che si tratta di un attimo quella parentesi potrebbe pesare oltre il dovuto. Pochi secondi nella vita di una campionessa possono buttare all’aria il sogno. Ma altri obiettivi, altre certezze possono essere acquisite purché si abbia la voglia di guardarsi e analizzare quanto avvenuto conferendo una dimensione appropriata a quell’intervallo.
“Il periodo dopo Parigi non è stato facile. Volevo trasformare quella disavventura in qualcosa di positivo. Nella vita ho avuto tante tappe a segnarmi il destino e dovevo capire che era una di quelle. Se è capitata a me vuol dire che potevo affrontarla. Però non ho avuto paura di non riuscire a tornare quella di prima. Negli allenamenti andava bene, ho avuto qualche problema in estate per una ferita al moncone, mi sono dovuta fermare. Poi anche alla protesi, perché alla fine anche quella deve adattarsi alla nostra forma che cambia, senza fretta, come dobbiamo fare noi”.