“Amanda Lear era Alain Tap, ha fatto il cambio di sesso a Casablanca”: le rivelazioni di Enigma. Lei va su tutte le furie: “Pronta a fare causa a Hbo”

  • Postato il 15 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Amanda Lear è furibonda ed è pronta a fare causa ai produttori di HBO. Il motivo? Il documentario Enigma, uscito sulla piattaforma Max e ancora non disponibile in Italia, che riaccende le indiscrezioni sull’identità sessuale della leggendaria artista. Voci che, come accade ormai da cinquant’anni, la Lear bolla come assurdità. “Dicevano che volevano celebrare la mia carriera, invece era un pretesto per diffondere le solite fake news”, spiega a Il Messaggero, in un’intervista in cui graffia, annuncia querele e si dice vittima di “transinvestigation”.

AMANDA LEAR QUERELA HBO PER IL DOCUMENTARIO ENIGMA

Del documentario Enigma si parla da mesi, il giornalista Andrea Palazzo lo ha visto in anteprima e svela il contenuto del lavoro della regista Zackary Drucker, domandandosi “se Lear non si sia resa conto troppo tardi dei rischi del progetto, non foss’altro perché Drucker stessa è transgender”. Le protagoniste del doc sono Amanda Lear – “intervistata nell’intimità della sua casa in Provenza. A fare da cornice, spezzoni vintage del Carrousel a Parigi, primo cabaret in cui si siano esibite delle trans negli anni ‘50” – e April Ashley, “attivista trans inglese di cui ascoltiamo la voce soave ma combattiva nei tanti filmati d’archivio (è morta nel ’21)”. Secondo Il giornalista de Il Messaggero, “Ashley, regina del locale, è ricordata con rispetto, Amanda Lear viene sottoposta a una sorta di interrogatorio, quasi a estorcerle una confessione”. Su cosa? Sulla sua identità sessuale. Ecco perché la Lear è furibonda: “Il contratto con i produttori della Hbo escludeva certi temi. I miei avvocati hanno mandato una diffida, ma quelli se ne sono fregati. In America fare una causa è un incubo. Anche Brigitte Macron è stata accusata di essere una trans nella serie di Candace Owens (Becoming Brigitte, su YouTube, ndr) ma non è riuscita a bloccarla”. Hbo ha però fatto sapere via Washington Post che “la diffida non è mai arrivata e non c’erano neppure accordi su eventuali argomenti sgraditi a Lear”.

L’ARTISTA ACCUSA DI ESSERE VITTIMA DI OUTING E DI TRANSINVESTIGATION

La tesi del documentario, come spiega Palazzo, è che la Lear avrebbe fatto di tutto per nascondere il suo passato. “Si vedono estratti del registro civile in cui si scopre quello che sarebbe il suo nome da ragazzo, Alain Tap, mentre altre trans dichiarano di essere state sue colleghe proprio al Carrousel, dove Amanda pare fosse nota col nome d’arte, Peki d’Oslo”. Un’argomentazione sostenuta per altro anche in Italia da diversi personaggi come Teo Teocoli e la contessa Patrizia De Blanck, che hanno raccontato pù volte di avere conosciuto la Lear quando ancora si faceva chiamare Peki d’Oslo. Nel doc si vedono anche “le fotografie che la ritraggono insieme a April Ashley. Fu lei a trovarle quel Morgan Lear che la sposò per farle avere i documenti necessari a vivere in Inghilterra, dove erano entrambe approdate dopo il cambio di sesso a Casablanca”. Non mancano i passaggi sull’arresto per droga nel ‘67, insieme a Brian Jones dei Rolling Stones. “Lì, per la prima volta, si rivela che Peki e Amanda e Alain sarebbero la stessa persona”. La Lear però non solo sostiene di non conoscere Ashley (‘So solo che era un’ubriacona’) ma anche “di non ricordare il cognome dei suoi genitori. Si limita, poi, a fare spallucce davanti alle foto, a lei somigliantissime, di Peki (‘È un’altra persona’)”. Ecco perché a Il Messaggero annuncia la querela: “Sono vittima di ‘transinvestigation’”, ossia quella pratica tesa a smascherare i personaggi pubblici che nasconderebbero un’identità transgender. E ancora: “È un vergognoso tentativo di outing, ma non intacca la mia carriera”. Per questo tira dritta: “Fra poco tutti si dimenticheranno questo filmetto osceno”.

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Il Fatto Quotidiano

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