Alzheimer, scoperto un segnale precoce: gli esperti lanciano l’allarme
- Postato il 10 ottobre 2025
- Salute
- Di Blitz
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Alzheimer, ecco il segnale da non sottovalutare per capire se hai o meno la malattia: tutti i dettagli e le curiosità
Un recente studio pubblicato su Nature Communications ha rivelato un nuovo indicatore precoce dell’Alzheimer, aprendo prospettive importanti per la diagnosi e l’intervento tempestivo su questa patologia neurodegenerativa. La ricerca, condotta da un team internazionale di neuroscienziati, identifica una significativa correlazione tra la perdita dell’olfatto e l’insorgenza precoce della malattia, un campanello d’allarme che potrebbe rivoluzionare i protocolli diagnostici attuali.
L’Alzheimer è noto per manifestarsi con una progressiva compromissione delle funzioni cognitive, ma gli ultimi studi sottolineano che la disfunzione olfattiva precede spesso i sintomi classici. Gli esperti hanno osservato che l’alterazione nell’olfatto si verifica nelle prime fasi della malattia, addirittura prima della comparsa di deficit mnemonici evidenti. Questo fenomeno è riconducibile alla degenerazione delle aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione degli odori, che sono tra le prime colpite dal processo neurodegenerativo.
Secondo gli ultimi dati, la valutazione della capacità olfattiva potrebbe rappresentare un metodo semplice, non invasivo e a basso costo per individuare soggetti a rischio di sviluppare Alzheimer. La ricerca evidenzia come la perdita dell’olfatto sia associata a cambiamenti patologici nei tessuti cerebrali, come l’accumulo di beta-amiloide e proteina tau, elementi chiave nella genesi della malattia.
Implicazioni cliniche e future prospettive diagnostiche
Gli studiosi sottolineano l’importanza di integrare test olfattivi nei protocolli di screening per le persone con fattori di rischio elevati, come la familiarità genetica o la presenza di lievi deficit cognitivi. Attualmente, si stanno sviluppando test specifici per misurare in modo accurato e standardizzato la capacità olfattiva, con l’obiettivo di inserirli in percorsi clinici di prevenzione e monitoraggio.

Inoltre, questa scoperta apre nuove strade per la ricerca terapeutica, puntando a intervenire precocemente sul processo neurodegenerativo prima che si manifestino danni cerebrali irreversibili. La combinazione di valutazioni olfattive con biomarcatori cerebrali e neuroimaging potrebbe migliorare sensibilmente l’accuratezza diagnostica e la personalizzazione degli interventi.
Gli specialisti invitano a considerare con attenzione la perdita dell’olfatto come un segnale da non sottovalutare, soprattutto nelle persone anziane. Un monitoraggio regolare e tempestivo può favorire la diagnosi precoce e aumentare le possibilità di rallentare la progressione dell’Alzheimer attraverso strategie terapeutiche e stili di vita appropriati.
L’attenzione sul ruolo dell’olfatto rappresenta un passo avanti nella lotta contro una delle malattie più invalidanti della società contemporanea, contribuendo a migliorare la qualità della vita di milioni di persone e delle loro famiglie.
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