Alzheimer, con un nuovo test si può scoprire in tre minuti

  • Postato il 15 settembre 2025
  • Di Panorama
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Capire se una persona sta sviluppando i primi segnali dell’Alzheimer potrebbe presto richiedere appena tre minuti. È la promessa di un nuovo test messo a punto da ricercatori delle Università inglesi di Bath e Bristol e pubblicato sulla rivista Brain Communications. Lo hanno battezzato “Fastball EEG” perché si basa su una raffica rapidissima di immagini proiettate davanti al soggetto mentre un elettroencefalogramma registra l’attività cerebrale. Non c’è bisogno di rispondere, né di ricordare parole o sequenze: il cervello fa tutto da solo. E se qualcosa non funziona, l’elettroencefalogramma lo rivela. Il principio è tanto semplice da raccontare quanto sofisticato da misurare. Le persone vedono una serie di immagini, alcune nuove e altre già presentate in precedenza. In condizioni normali, il cervello emette un segnale preciso quando riconosce uno stimolo familiare. È una reazione automatica, che avviene anche se non ci viene chiesto di prestare attenzione. Nei pazienti con un lieve deterioramento cognitivo di tipo amnestico – la condizione clinica che più spesso evolve verso l’Alzheimer – quel segnale è attenuato o assente. È come se il sistema di riconoscimento si fosse inceppato.

Negli ultimi anni la ricerca ha mostrato che i farmaci più promettenti contro l’Alzheimer, come quelli anti-amiloide, hanno senso solo se somministrati molto presto, quando i danni cerebrali non sono ancora irreversibili. Il problema è proprio riuscire a individuare in tempo chi sta entrando in quel percorso. Oggi la diagnosi precoce passa attraverso test neuropsicologici complessi, esami del sangue in sperimentazione, costose PET cerebrali o punture lombari. Tutti strumenti efficaci ma non facilmente accessibili: un test rapido, non invasivo e a basso costo potrebbe colmare questa lacuna, permettendo screening su vasta scala e offrendo a milioni di persone la possibilità di sapere prima, e meglio, a che punto sono. Uno degli aspetti che più ha colpito gli studiosi è che Fastball può essere utilizzato non solo nei centri specializzati ma anche a domicilio. Bastano un caschetto EEG portatile e un computer, strumenti che potrebbero essere distribuiti persino negli ambulatori di base o nelle case di cura: in tre minuti il sistema registra le risposte cerebrali e fornisce un segnale chiaro, senza richiedere la collaborazione attiva della persona. Un dettaglio non da poco: molti pazienti, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, possono sentirsi in ansia o in difficoltà di fronte a test cognitivi tradizionali. Qui, invece, devono solo guardare delle immagini; il fascino della novità, tuttavia, non deve far dimenticare i limiti. Gli studi finora condotti hanno coinvolto gruppi di pazienti relativamente piccoli e serviranno conferme su larga scala, in diversi Paesi e in diverse condizioni cliniche. Fastball, inoltre, non distingue da solo l’Alzheimer da altre forme di deterioramento cognitivo: è uno strumento che misura il funzionamento della memoria, non la presenza diretta delle placche amiloidi o della proteina tau. In altre parole, potrà diventare una spia d’allarme preziosa, ma andrà integrata con altri strumenti diagnostici.

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Panorama

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