Altro che influencer, il 55% degli under 35 italiani sogna un futuro nei campi
- Postato il 9 novembre 2025
- Di Panorama
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Se pensavate che tutti gli under 35 italiani aspirassero a diventare influencer, vi sbagliavate di grosso. La sorpresa arriva da uno studio dell’Istituto Piepoli per Confeuro, la confederazione degli agricoltori europei. Secondo il campione raccolto, infatti, il 55% dei ragazzi nati dopo il 1990 non esclude o valuta persino come praticabile un futuro professionale nell’ambito di orti, vigne, coltivazioni e capi di bestiame. Una gran bella scoperta, che sovverte il pregiudizio dei giovani pigri, sfaticati, che non fanno altro se non stare attaccati a smartphone e social 24 ore su 24.
Attenzione, non stiamo dicendo che il rapporto Agri Under 35 – Coltiviamo il futuro, presentato a Roma il 6 novembre, sia un ritorno di fiamma al settore primario. E nemmeno all’ideale romantico del contadino autosufficiente che coltiva il proprio appezzamento e che dal bestiame trae latte/derivati e carne per il consumo familiare. No, dal documento emerge semplicemente una gioventù dinamica, interessata (e giustamente) in maniera critica al futuro del settore agricolo e alle conseguenze sull’alimentazione in generale.
I dati dello studio Agri Under 35
L’indagine ha considerato individui tra i 18 e i 35 anni, con quote proporzionali per genere, fasce d’età e provenienza geografica. Il dato che è balzato di più all’occhio è proprio quello legato alle prospettive dei ragazzi, che non disdegnano affatto l’agricoltura e anzi ne sono incuriositi.
Addentrandoci in profondità, scopriamo che il 15% dei giovani afferma che, avendo strumenti e competenze adeguate, farebbero gli agricoltori. E il 40% non rifiuta l’idea di fare l’agricoltore o l’allevatore. È ancora più interessante notare che il 34% degli intervistati ritiene l’agricoltura motivo di benessere e cura del territorio e che ben l’84% pensa che agricoltori e allevatori contribuiscano al benessere delle persone e svolgano un ruolo essenziale per l’ambiente.
Lo studio segnala inoltre che i giovani coinvolti ritengono i contributi economici in favore di agricoltori e allevatori necessari alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio alimentare, in vista di un’agricoltura del futuro sempre più tecnologica e all’avanguardia.
Giovani e cibo: consapevolezza e qualità
La maturità di questi ragazzi, prima ancora che da potenziali coltivatori, risiede nell’essere consumatori consapevoli. Ecco perché considerano il cibo che mangiano molto importante, e sono particolarmente sensibili al tema della qualità.
Il 90% degli intervistati afferma di occuparsi personalmente della spesa e di cercare comunque di mangiare sempre bene, e l’89% dichiara inoltre di essere disposto a spendere di più per un prodotto alimentare di qualità. È ritenuta un fattore determinante anche la provenienza del cibo acquistato (79%).
Formazione e futuro dell’agricoltura italiana
Alla luce dei risultati insperati, il presidente della Confeuro Andrea Tiso indica la direzione da prendere per valorizzare al massimo il desiderio dei giovani di avere un futuro in ambito agricolo: «È ora fondamentale investire nella formazione, affinché il potenziale espresso si trasformi in realtà concreta. Solo così si potrà garantire quel ricambio generazionale che oggi è la vera sfida – e la più grande opportunità – per l’agricoltura italiana».
I prodotti della terra hanno fatto la storia dell’Italia, così come i contadini, custodi di un sapere ancora prezioso e attuale. È bello sapere che c’è chi è disposto a dare continuità a questa storia, portando un entusiasmo e un’innovazione che solo i giovani possono dare.