Almasri, Nordio scuda la capo gabinetto Bartolozzi: “Ha agito su mio ordine, inorridisco all’ipotesi che sia indagata”

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

“Dopo una continua, pubblica e ininterrotta diffusione di notizie sul ruolo della mia capo gabinetto, dottoressa Giusi Bartolozzi, ho letto la motivazione del Tribunale dei ministri e le illazioni che ne hanno tratto alcuni giornali. Come la presidente Meloni ha ritenuto surreale che i suoi ministri abbiano agito senza il suo consenso, così anch’io ritengo puerile ipotizzare che il mio capo di gabinetto abbia agito in autonomia. Ribadisco che tutte, assolutamente tutte le sue azioni sono state esecutive dei miei ordini, di cui ovviamente mi assumo la responsabilità politica e giuridica”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene con una nota in difesa della sua plenipotenziaria, descritta dai magistrati, nella richiesta di autorizzazione a procedere inviata alla Camera, come gestrice quasi esclusiva della pratica che ha portato alla scarcerazione del generale libico accusato di torture dalla Corte penale internazionale. La sua versione dei fatti è stata giudicata dal Tribunale dei ministri “sotto diversi profili inattendibile e, anzi, mendace, nonché “intrinsecamente contraddittoria” nella parte in cui ha affermato di non aver sottoposto al ministro la bozza di atto che avrebbe impedito la liberazione di Almasri, mentre allo stesso tempo sosteneva di tenerlo aggiornato su tutto, sentendolo anche “quaranta volte al giorno”.

Un ruolo centrale, insomma, tanto da far pronosticare a molti una imminente iscrizione di Bartolozzi nel registro degli indagati. A differenza di Nordio e degli altri due membri del governo incriminati – il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario delegato all’Intelligence Alfredo Mantovano – la capo di gabinetto potrebbe finire a giudizio senza bisogno dell’autorizzazione a procedere, non essendo parlamentare di questa legislatura (anche se nel governo si sta già studiando uno stratagemma giuridico per estendere lo scudo anche nei suoi confronti). Proprio questa eventualità è la principale preoccupazione di Nordio: “La sola ipotesi, che ho appreso con raccapriccio, che un’eventuale incriminazione della mia collaboratrice sia un escamotage per attribuire alla giurisdizione penale un compito che ora è squisitamente parlamentare mi fa inorridire, perché costituirebbe una strumentalizzazione politica della giustizia. Mi auguro che queste insinuazioni finiscano, e che il Parlamento, secondo la legge costituzionale, si pronunci definitivamente sul ruolo del mio ministero, di cui, ripeto, sono l’unico e responsabile capo“, scrive.

Il nervosismo di Nordio all’idea di un’indagine nei confronti di Bartolozzi era emerso chiaramente nei giorni scorsi, quando su questo tema si è sfiorato il caso diplomatico con il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi. Rispondendo a una domanda specifica nel corso di un’intervista a Radio 1, Parodi aveva detto che un eventuale accertamento di responsabilità della capo di gabinetto avrebbe avuto “una ricaduta politica sulle persone coinvolte”, tra cui evidentemente Nordio. Un ragionamento scontato che però aveva provocato l’ira del ministro: “Sono sconcertato dalle parole di un presidente Anm considerato, sino ad ora, equilibrato. Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto, il cui nome per quanto almeno mi risulta, non è citato negli atti. In caso contrario dovrei desumere che Parodi è a conoscenza di notizie riservate”, aveva tuonato. Il portavoce delle toghe era stato così costretto a precisare di aver fatto “un ragionamento generale che prescinde dall’inchiesta in corso”.

L'articolo Almasri, Nordio scuda la capo gabinetto Bartolozzi: “Ha agito su mio ordine, inorridisco all’ipotesi che sia indagata” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti