Almasri arrestato a Tripoli: “Torturò migranti”. Gianassi (PD): “La Libia più avanti dell’Italia. Meloni si vergogni”
- Postato il 5 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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La Procura generale libica ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Almasri, ex capo della sicurezza delle carceri di Tripoli. Lo riferisce l’emittente Libya24 attraverso il suo profilo Facebook, confermando che il militare è stato rinviato a giudizio con accuse gravissime: avrebbe torturato diversi migranti detenuti nei centri di prigionia libici, provocando anche la morte di uno di loro.
Secondo le informazioni diffuse, l’inchiesta della magistratura libica rientra in una più ampia operazione di controllo sulle violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione per migranti, da anni al centro di denunce da parte di organizzazioni internazionali. Il provvedimento di custodia cautelare rappresenta un segnale inedito di rigore da parte delle autorità giudiziarie di Tripoli, che hanno deciso di procedere contro un ex funzionario di alto livello già segnalato anche alla Corte penale internazionale.
Le critiche politiche in Italia
La notizia ha avuto immediata eco anche in Italia. Il capogruppo del Partito Democratico in Commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi, ha commentato duramente la vicenda:
“Mentre il governo italiano ha fatto liberare e fuggire un criminale responsabile di omicidi, stupri e torture, persino la Libia dimostra di essere più avanti dell’Italia nella difesa della legalità. La Procura generale della Libia ha infatti ordinato la custodia cautelare in carcere del generale Almasri, ex capo della sicurezza delle carceri di Tripoli, accusato di omicidio e violazioni dei diritti umani nei confronti di dieci detenuti”.
Gianassi ha poi aggiunto: “L’ex funzionario, già ricercato dalla Corte penale internazionale, è stato deferito al giudizio del tribunale libico. Mentre la Procura libica agisce contro chi si è macchiato di crimini contro l’umanità, il governo italiano che si proclama “difensore dei valori occidentali” ha invece scelto di non consegnare alla corte penale internazionale un pericoloso criminale, tradendo le vittime e offendendo la memoria di chi ha sofferto sotto la violenza e l’abuso di potere. È un paradosso che oggi sia la Libia a dare lezioni di giustizia all’Italia. Il Governo Meloni deve vergognarsi”.
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