Alluvione in Valbormida, i sindaci: “Dalla Regione briciole per la prevenzione e soldi sprecati per sanare le emergenze”
- Postato il 5 novembre 2024
- Cronaca
- Di Il Vostro Giornale
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Valbormida. Dopo l’alluvione è ora di contare i danni: i Comuni colpiti dall’evento del 26 e 27 ottobre sono alle prese con la compilazione delle schede da inviare entro pochi giorni alla Regione per la richiesta di risarcimento dei danni, sia per quanto riguarda le somme già spese per le urgenze immediate, sia per la messa in sicurezza da effettuare in tempi celeri.
Ciò che i sindaci continuano a lamentare, però, è la continua predisposizione degli enti sovracomunali a stanziare pochi fondi per la prevenzione e a “sprecarne” troppi per sanare le emergenze a posteriori.
Non solo. Ad essere contestato è anche l’iter burocratico finalizzato alla richiesta di interventi per la pulizia dei fiumi: le autorizzazioni dal settore regionale Difesa del suolo per entrare in alveo sono arrivate pochi giorni prima dell’alluvione, ovvero nel mese di ottobre, quando, cioè, era troppo tardi con le forti perturbazioni già alle porte.
“Quest’anno il Comune di Altare ha ricevuto un magro finanziamento di sei mila euro, sempre meno per poter effettuare opere utili ai fini di contrastare il rischio idrogeologico – commenta il sindaco Roberto Briano – Rispetto ad un po’ di tempo fa le risorse assegnate sono scese ad un quarto della cifra iniziale, e a fronte di pochi soldi per la prevenzione ora siamo a chiedere quasi mezzo milione di euro per il ripristino post alluvionale”.
Una provocazione è lanciata dal sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri: “Abbiamo sul territorio ditte che si occupano di movimentare terra per riempire gli argini della diga foranea di Genova, con un impatto ambientale importante, come nel caso dello sbancamento di una collina a Cairo Montenotte. Perchè non autorizzare e pretendere il recupero di materiali come sabbia e ghiaia dai fiumi? Ad ogni alluvione il letto si alza sempre ormai, con gli eventi intensi che si manifestano con maggiore frequenza, non è più possibile ignorare questa problematica”.