Alluvionati in piazza a Faenza con le carriole piene di fango. Nel mirino il trio targato Pd: Bonaccini, Elly Schlein e Irene Priolo

  • Postato il 23 settembre 2024
  • Politica
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Alluvione in Romagna tra proteste, fragilità e ritardi inaccettabili. Terre travolte da fango e burocrazia. Protesta simbolica domenica scorsa a Faenza, sommersa per la terza volta; gli alluvionati hanno portato in piazza carriole piene di fango. “Sono per i politici”. Nel mirino (soprattutto) il trio targato Pd. Cioè Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Irene Priolo, quest’ultima appena nominata “Commissaria per la nuova emergenza“ in quanto presidente facente funzione della Regione; sostituisce Bonaccini, europarlamentare dal 16 luglio, governatore dell’Emilia Romagna negli ultimi dieci anni.

Dieci anni di inerzia

Faenza
Alluvionati in piazza a Faenza con le carriole piene di fango. Nel mirino il trio targato Pd: Bonaccini, Elly Schlein e Irene Priolo (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

La rivolta delle carriole punta il dito su quanto si doveva fare per la prevenzione del dissesto idrogeologico e non è stato fatto. Eppure in quest’ultimo decennio la giunta Bonaccini ha ricevuto 594 milioni di euro per le opere di protezione del territorio; e proprio le sue vice presidenti – Elly Schlein fino all’ottobre 2020, poi è subentrata Irene Priolo – avevano le deleghe a Transizione Ecologica, Contrasto al cambiamento Climatico, Ambiente, Difesa del suolo e della Costa, Protezione civile. In particolare hanno avuto fondi per realizzare 23 “casse di espansione”, ovvero quelle specifiche opere idrauliche capaci di ridurre la portata durante le piene di un corso d’acqua tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena. Ce ne sono invece solo 12. E quello che maggiormente “irrita” (eufemismo) gli alluvionati sono le “domande schivate” nel tempo sulla spesa dei fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico.

Il simbolo dell’ultima catastrofe

È il fiume Lamone ostruito da un muro di tronchi. Una immagine virale simbolo di incuria, di abituale negligenza, di disordine, di colpevole trascuratezza. Sotto il ponte ferroviario di Boncellino, provincia di Ravenna, si sono accumulati migliaia di tronchi portati dalla corrente di un fiume che nasce in Toscana e sfocia nel Mare Adriatico. La diga di legname ha fatto da tappo al fiume che ha causato la rottura dell’argine e dell’allagamento di terreni e case in gran parte inondati per la terza volta dopo le due rotte del maggio 2023. Ora piovono accuse sulla mancata manutenzione. La Procura di Ravenna vuole vederci chiaro; il pm Francesco Coco ha già fatto un sopralluogo. I danni sono enormi. Dominano paura e sconforto.

Arrivano i primi soldi

Fino a 900 euro mensili per le famiglie colpite. I contributi saranno gestiti dalla neo Commissaria Irene Priolo che ha promesso di “fare presto e bene”. Si è data 30 giorni di tempo per definire gli interventi più urgenti. Intanto si è fatto sentire il “Comitato degli alluvionati della Unione Romagna Faentina” esprimendo “disperazione, umiliazione, collera”. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha promesso “una nuova casa per chi dovrà andarsene”. Al momento gli sfollati sono 1.200 in tutto il territorio. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha annunciato un ulteriormente finanziamento di 1,6 miliardi. “Un altro miliardo del Pnrr è in arrivo” ha anticipato da Potenza dove si trovava per una iniziativa della Protezione civile. C’è da augurarsi che i soldi non prendano altre strade.

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Blitz

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