Allegri torna a casa: tutti i numeri di Max con la Juventus

  • Postato il 4 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Juventus contro Milan è anche il giorno del grande ritorno di Max Allegri allo Stadium. Casa sua da avversario, come non succede dal 6 ottobre 2013, ultima volta del tecnico livornese in panchina contro i bianconeri che quel giorno, però, non erano una ex squadra ma semplicemente l’avversario di turno da cercare di battere. Da allora Allegri non è più stato dall’altra parte della barricata rispetto alla Vecchia Signora. O l’ha allenata, oppure è rimasto fermo in attesa della chiamata di un club che, dopo il primo periodo sabbatico dal 2019 al 2021, è stata sempre la Juventus. Poi il Milan la scorsa estate per riannodare i fili con l’altro capitolo importante della carriera di Max.

Non un’occasione qualsiasi e non potrebbe essere diversamente. Al netto delle critiche e delle polemiche quasi ideologiche che hanno accompagnato il finale, la chiusura con licenziamento per giusta causa e successivo accordo tra le parti non è stata degna della storia che l’aveva preceduta, quella tra lui e la Signora è stata una storia di grande amore e grandissimi numeri.

Allegri e la Juventus, tutte le panchine del tecnico livornese

Allegri si è seduto sulla panchina della Juventus complessivamente 420 volte tra campionato e coppe varie con uno score di 271 vittorie (il 64,52%), 77 pareggi e 72 sconfitte. In Serie A ha conquistato 663 punti sui 906 disponibili con una media per gara totale di 2,19. Ci sono due Allegri in questa storia: quello del quinquennio degli scudetti consecutivi, conquistato ereditando la squadra da Antonio Conte (media 2,38) e quello del triennio della grande sofferenza, richiamato da Andrea Agnelli e poi licenziato per giusta causa nel maggio 2024 (1,86).

Il primo è stato idolatrato dagli juventini, il secondo messo in discussione fino a trattarlo male, indicarlo come causa dei mali di un gioco che non decollava e di ambizioni non all’altezza con la storia del club. Si dice che la Juventus non lotti per lo scudetto dal giorno dell’addio di Maurizio Sarri nel 2020. Ad essere sinceri non è così, visto che la Juve di Max nel febbraio 2024 andò a San Siro a giocarsi contro l’Inter una classifica in cui era pienamente in corsa per il primo posto; forse solo un’illusione ottica, e dentro la società tanti la pensavano così, ma rimane comunque la realtà dei numeri.

Allegri alla Juventus, il palmarès e i trofei vinti

In ogni caso il livornese rimane uno degli allenatori più vincenti della storia della Vecchia Signora: 12 titoli. Ci sono dentro i 5 scudetti dal 2015 al 2019 impreziositi da quattro ‘doppiette’ con la Coppa Italia (2015, 2016, 2017 e 2018). La quinta è quella della celebre finale contro l’Atalanta, vinta con rete di Vlahovic e palcoscenico dello sfogo finale di Allegri contro tutto e contro tutti. Gli sarebbe costata il posto, la cacciata senza nemmeno il tempo di salutare la sua gente. Poi un altro tempo, ‘Padre tempo’, avrebbe chiarito molte delle ragioni di quella sgangherata uscita dai limiti del consentito.

Nel periodo juventino, Allegri ha anche visto riconosciuto il suo lavoro dai colleghi per ben tre volte: Panchina d’Oro nel 2015, 2015 e 2018. Una serie che lo ha collocato nel novero dei grandi tecnici italiani all time. Non fanno palmarès, ovviamente, le due finali di Champions League perse a Berlino (2015) e Cardiff (2017) rispettivamente contro Barcellona e Real Madrid. Fanno, però, curriculum di un tecnico che nell’Europa maggiore è stato capace di vincere più della metà (35 su 68) delle partite giocate e che ha fatto sempre benissimo con l’eccezione del girone della vergogna, quello delle 5 sconfitte – Maccabi Haifa compreso – e dell’etichetta di critica massima appiccicata dallo stesso Agnelli.

Allegri e la Juventus, quanto è stato speso sul mercato

Di lui si dice che sia un aziendalista e molti lo interpretano nel senso peggiore del termine, quello di un allenatore che si accontenta e non è capace di imporre la propria volontà ai dirigenti. Non è così. Max lavora con quello che ha, spesso lo valorizza e qualche volta sbaglia, come tutti. In 8 anni sulla panchina bianconera ha avuto mercati in cui sono stati spesi complessivamente 1,218 miliardi di euro (fonte Transfermarkt) con un saldo negativo di 434 perché comprensivo anche della voce cessioni (784).

Anche qui, però, bisogna dividere con attenzione i due periodi della permanenza tra Vinovo e la Continassa. Tre quarti delle spese, infatti, risale al momento d’oro in cui la Juventus vinceva e macinava profitti, guidata da Agnelli e Marotta: 857 milioni di euro, saldo negativo di 315. Quella successiva ha ripiegato su se stessa, scoprendo i problemi di bilancio e la dieta forzata che nell’ultimo anno si è trasformata nell’arrivo dei soli Weah, Alcaraz e Djalo (questi ultimi nemmeno richiesti). Un triennio da 361 milioni di investimenti e 242 di cessioni con saldo negativo di 119.

Autore
Panorama

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