Allegri e Tudor, elogio del calcio che sa soffrire (ma vince)

  • Postato il 15 settembre 2025
  • Di Panorama
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E’ tornato il caro, vecchio, calcio di chi sa soffrire e andare oltre i propri limiti e i colpi del destino ma alla fine vince. Se non sempre, spesso, pur non offrendo la proposta di gioco che piace ai puristi e quando necessario alzando i toni. O lanciando per aria la giacca, come successo a Max Allegri nei minuti finali del successo del Milan contro il Bologna in protesta per le decisioni incomprensibili del signor Marcenaro e del Var allegato.

Risultato: un Milano buono ma non eccellente ha vinto e il modo di interpretare le partite di Max sta creando intorno alla squadra un ambiente se non caldo almeno tiepido, che limita almeno in parte gli effetti della contestazione sempre strisciante nei confronti della società e del silenzio imposto a San Siro dalle vicende gli ultras. La stessa ricetta utilizzata dal livornese alla Juventus negli ultimi mesi, vissuti dentro un fortino con fuori tutto il resto che remava contro o non collaborava.

Sulla qualità del gioco meglio aggiornarsi, anche se il Milan comincia ad avere un’identità riconoscibile in campo. Gioca senza attaccanti classici e privilegia le incursioni di chi arriva da dietro e non è un caso che la metà dei gol segnati (2 su 4) siano stati firmati da centrocampisti come Loftus-Cheek e Modric. Schema che rivedremo spesso, piaccia o non piaccia ai puristi della proposta di gioco a tutti i costi.

Del resto Allegri è forse il numero uno al mondo per capacità di adattarsi alla situazione e per questo gli è stata appiccicata addosso l’etichetta di aziendalista. Per tanti un insulto, nella logica di un sport in cui il risultato non è importante ma è l’unica cosa che conta, il migliore dei complimenti.

Applausi merita anche Igor Tudor con la sua Juventus resistente a tutto. Se il calcio fosse il pugilato, allo Stadium l’Inter avrebbe vinto ai punti: più possesso palla (59% e a tratti è stato ben oltre il 60), più tiri (18 a 12), più occasioni e più tutto. Però alla fine ha vinto la Juventus che è stata capace di rimanere in partita sempre e comunque, anche quando si è dovuta chiudere nella propria trequarti rinunciando a ripartire.

A tratti ha ricordato la Juve di Allegri, quella che ai soliti puristi non piaceva e che era definita il prodotto di un allenatore che non si era aggiornato, traduzione elegante di bollito. Invece no. La Juventus che punta al sodo di Tudor, che ha rimesso il risultato al centro del villaggio bianconero dopo il periodo un po’ fantasioso di Thiago Motta, è a punteggio pieno e il Milan di Allegri si è ripreso dalla sbandata iniziale. In testa c’è anche Antonio Conte con il Napoli, altro tecnico che bada al sodo. Lui ha il bonus di una squadra di qualità superiore, ma a livello di impostazione cambia poco: i suoi gruppi giocano per vincere, senza troppi fronzoli. Quelli piacciono ai cultori della “proposta” e del risultato scritto sul tabellino cosa vuoi che importi…

Autore
Panorama

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