Alle startup dell’IA, una settimana lavorativa di 7 giorni non basta

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Business
  • Di Forbes Italia
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La Silicon Valley ha sempre celebrato la cultura del “lavoro a tutti i costi”. Alcune startup, come la società di formazione AI Arrowster, l’unicorno del recruiting Mercor e Corgi, sostenuta da Y Combinator, stanno portando questo approccio a un livello ancora più estremo, adottando settimane lavorative di 6 o 7 giorni.

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L’annuncio di lavoro non usa mezzi termini: “Questo ruolo non è per tutti. È quasi per nessuno”.

La posizione, pubblicata da Arrowster, una startup AI che aiuta gli studenti a candidarsi a programmi di studio all’estero, cerca una persona determinata per spingere la crescita. Ma avverte anche di un requisito che per molti sarebbe inaccettabile: lavorare sette giorni su sette.

“Non c’è modo di edulcorarlo. Nelle startup si lavora duramente,” ha dichiarato il ceo Kenneth Chong a Forbes. Chong, 30 anni, paragona questo ruolo totalizzante a quello di un atleta, che si allena intensamente e dedica tempo ed energie allo sport anche al di fuori dell’orario lavorativo standard. “Non tutti vogliono essere atleti. Ma se lo vuoi, allora hai scelto quella vita”.

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Silicon Valley dice addio al week-end

L’azienda, composta da cinque persone, ha sede a San Francisco, con Chong nell’area della Bay Area, il suo cofondatore a New York e tre dipendenti in Vietnam. Invece di seguire una settimana lavorativa standard, Chong pensa che l’orario dovrebbe essere suddiviso in cicli più piccoli di lavoro e riposo, con sessioni intense di lavoro seguite da pisolini, anziché aspettare il weekend per respirare. “Perché la settimana è di sette giorni? Se ci pensi, non ha una logica,” afferma. “Ci sono forse ragioni storiche, ma perché lavorare cinque giorni e riposarne due?”.

Arrowster non è l’unica startup ad aver eliminato il concetto di weekend. Anche gli annunci di lavoro di Corgi, startup assicurativa supportata da Y Combinator, includono un “avvertimento” sullo stile di lavoro intenso di una startup assicurativa in forte crescita. “Lavoriamo sette giorni a settimana nel nostro ufficio di San Francisco perché crediamo nel superare i limiti e nel portare a termine le cose”, ha scritto Josh Jung di Corgi in un aggiornamento su LinkedIn all’inizio del mese.

Poi ci sono le startup che lavorano sei giorni. Negli annunci, aziende come Latchbio (biotech), Autotab (strumenti dati AI) e Mercor (recruiting) cercano candidati disposti a lavorare tutti i giorni tranne uno in ufficio. Mercor, che ha raccolto 100 milioni di dollari con una valutazione di 2 miliardi a febbraio, offre anche un bonus abitativo di 10.000 dollari per chi vive a meno di un chilometro dal suo ufficio nel Financial District di San Francisco.

L’azienda lavorava sette giorni su sette, ma ha iniziato a prendersi la domenica libera circa un anno dopo la sua fondazione, ha detto il ceo Brendan Foody a Forbes. L’azienda ha circa 90 dipendenti, e Foody riconosce che questa cultura dovrà cambiare se il team dovesse crescere fino a mille persone. “Ma idealmente vogliamo mantenerla il più a lungo possibile,” ha detto.

Sei giorni a settimana non sono obbligatori a Decagon, una startup di San Francisco che sviluppa agenti AI per rispondere alle chiamate dei clienti, ma è diventata parte della cultura aziendale, ha spiegato il cofondatore Jesse Zhang a Forbes. Fino a un terzo degli 80 dipendenti lavora spesso anche la domenica negli uffici nel quartiere SoMa. La prassi è nata dal fatto che lui e il cofondatore, Ashwin Sreenivas, hanno iniziato ad andare in ufficio la domenica, e altri hanno cominciato a seguirli.

Lo schema è informale: alcuni arrivano verso mezzogiorno e vanno e vengono come preferiscono. Il vantaggio, dice, è la collaborazione di persona senza le distrazioni delle riunioni. “Non esistono vere startup in forte ascesa che non abbiano bisogno di un certo livello di intensità per alimentarsi,” ha detto Zhang. “Il nostro team ci crede davvero”.

Una competizione estenuante nell’IA

In passato, i fondatori speravano che i primi assunti avessero un’etica del lavoro stile “stakanovista”, ma pochi erano abbastanza sfacciati da pubblicizzare apertamente una cultura di orari lunghi e sacrifici. Ma con l’ascesa dell’IA in Silicon Valley, una nuova ondata di startup si trova coinvolta in una gara estenuante — non solo contro altri emergenti ben finanziati, ma anche contro giganti tech che integrano l’intelligenza artificiale nei loro prodotti, e colossi come OpenAI e Anthropic, in grado di schiacciare le startup emergenti con un semplice aggiornamento delle funzionalità.

In questa corsa sfrenata, lavorare a lungo può rappresentare un vantaggio. Anche promuovere una cultura del lavoro intensa può attirare l’attenzione, i talenti e, in ultima analisi, i capitali di rischio. A novembre, un post su X di Daksh Gupta, cofondatore di Greptile, è diventato virale dopo aver avvertito i potenziali candidati che la sua startup per il code review AI non offriva alcun equilibrio vita-lavoro e richiedeva almeno sei giorni lavorativi a settimana. Successivamente ha pubblicato: “La mia casella è al 20% piena di minacce di morte e all’80% di candidature.”

Esistono precedenti per settimane lavorative più lunghe. In Cina, la cultura del “996” (dalle 9 alle 21, sei giorni a settimana) è diffusa tra i giganti tech locali come Alibaba, ByteDance e JD.com. Il governo greco ha approvato l’anno scorso una legge che stabilisce la settimana lavorativa di sei giorni per aziende in settori come la manifattura, che forniscono servizi 24 ore su 24, con un 40% di maggiorazione sugli straordinari. In Corea del Sud, una serie di aziende influenti, tra cui Samsung, ha iniziato lo scorso anno a richiedere ai manager di lavorare sei giorni alla settimana.

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La “hustle culture” delle startup

La Silicon Valley potrebbe non avere un termine preciso per descriverlo, ma le lunghe ore di lavoro sono da decenni una caratteristica fissa della “hustle culture” (cultura dello sforzo) delle startup in rapida crescita. Gli hackathon — maratone notturne in cui ingegneri iper-caffeinati programmano per ore per costruire un prodotto — fanno parte del dna dell’industria tecnologica. Sotto la guida del cofondatore di Uber, Travis Kalanick, il motto dell’app di ride-hailing era “lavora di più, più a lungo e più intelligentemente”.

Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX, si è vantato di lavorare 100 ore a settimana — un retaggio dell’era della bolla dot-com, quando gli ingegneri si vantavano di fare 120 ore settimanali. Sam Altman di OpenAI ha dichiarato di aver lavorato così tanto alla sua startup precedente da essersi preso lo scorbuto (più tardi ha ammesso che si trattava di un’autodiagnosi). E non è solo l’industria tech a lavorare ore estenuanti: a Wall Street, alcuni junior banker registrano settimane da 110 ore.

Jonas Nelle, cofondatore di Autotab, lavora anche lui sei giorni a settimana dall’ufficio della startup a New York, ma vede una grande differenza tra la fatica della hustle culture e la corsa per sfruttare il boom dell’IA. “Questo è un momento davvero unico, che giustifica il sacrificio di alcune cose per avere maggiore concentrazione nel breve periodo”, ha detto a Forbes.

Nelle e il suo cofondatore stanno attualmente cercando un ingegnere fondatore che si unisca a loro sei giorni a settimana. “Sicuramente esclude alcune persone, ma è anche un filtro per trovare le persone giuste e convincerle che la tua azienda è quella a cui vale la pena dedicare tempo ed energie”.

Durante una telefonata di domenica pomeriggio dal suo ufficio, Nelle ha contestato l’idea che il lavoro debba essere considerato separato dalla vita. “Nel mondo dell’arte, se ti trattieni fino a tardi in studio, nessuno pensa che tu sia schiavo del lavoro,” ha detto. “Ma se programmi o cerchi di costruire un’azienda, sembra che culturalmente si dia per scontato che tu lo sia.”

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La legislazione e i problemi a riguardo

Per quanto estremo, non esistono generalmente restrizioni sul numero di ore che una persona può lavorare, a patto che sia considerata “esente” dalle leggi sugli straordinari, ha spiegato Catherine Fisk, professoressa di diritto del lavoro all’Università della California, Berkeley. Negli Stati Uniti non esiste una legge federale che limiti i giorni o le ore lavorative, ma ogni stato ha un proprio codice del lavoro.

In California, ad esempio, dove hanno sede molte startup, i lavoratori stipendiati esentati devono soddisfare criteri specifici, come occupare posizioni dirigenziali o professioni particolari (ad esempio avvocati), oltre a guadagnare almeno il doppio del salario minimo statale — una soglia facilmente superata dalla maggior parte dei lavoratori tech. “Potresti lavorare otto giorni a settimana, se esistessero,” ha detto Fisk.

Tuttavia, questa prassi potrebbe sollevare problemi di discriminazione sul lavoro, ad esempio nei confronti di lavoratori più anziani o con famiglie, ha avvertito Orly Lobel, professoressa di diritto del lavoro all’Università di San Diego. Oltre alla questione della legalità, c’è anche il rischio che il burnout danneggi le aziende. “Sono piuttosto convinta che non conti tanto il numero di ore o di giorni lavorati,” ha detto. “Piuttosto, conta molto di più la qualità”.

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Lavoreremo di più o di meno?

Dalla pandemia in poi, molte aziende tech hanno cercato di rivedere le concessioni fatte sul work-life balance durante l’epoca del lavoro da casa, ma a volte la reazione contro le lunghe ore ha avuto risonanza pubblica. Il termine “crunch” è diventato di moda nell’industria dei videogiochi, riferito al lavoro straordinario necessario per rispettare le scadenze. Ma le lamentele su “marce della morte” che durano mesi o anni in studi come Epic Games (creatore di Fortnite) o CD Projekt Red (Cyberpunk) hanno sollevato critiche per il burnout e le culture lavorative estenuanti.

L’ironia di una settimana lavorativa da sei o sette giorni per le aziende di IA sta nel fatto che molte di queste stesse imprese hanno promosso l’intelligenza artificiale come lo strumento capace di inaugurare una nuova era di produttività, portando alla previsione di settimane lavorative più brevi.

“I vostri figli vivranno fino a 100 anni e non avranno il cancro grazie alla tecnologia,” ha detto nel 2023 Jamie Dimon, ceo di JPMorgan. “E probabilmente lavoreranno solo tre giorni e mezzo a settimana”. Lazarus AI, un’azienda che costruisce modelli fondamentali di intelligenza artificiale, ha dichiarato all’inizio dell’anno che l’IA potrebbe “assolutamente” ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, grazie all’aumento delle capacità dei modelli.

Chong, il fondatore di Arrowster, ha affermato che le aziende di IA devono lavorare più duramente per costruire quel futuro potenziale. “Si tratta di raccogliere i benefici dell’IA, ma quei benefici devono essere costruiti da qualcuno,” ha detto. “Qualcuno deve pur fare il lavoro sporco”.

L’articolo Alle startup dell’IA, una settimana lavorativa di 7 giorni non basta è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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