Alle minacce di Trump, Maduro risponde con la repressione interna
- Postato il 5 novembre 2025
- Di Il Foglio
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Alle minacce di Trump, Maduro risponde con la repressione interna
Da Lula all’Ue e dal Vaticano al Qatar, si moltiplicano le offerte di mediazione e le richieste di dialogo fra Trump e Maduro. Invece di cogliere l’occasione per avviare una distensione interna, però, Nicolás Maduro sta intensificando la repressione. Lunedì l’ong Justicia, Encuentro y Perdón (Jep) ha denunciato l’aumento degli arresti effettuati in segreto, senza informare le famiglie né consentire ai detenuti l’accesso a una difesa legale. E’ lo stesso destino toccato all’italiano Alberto Trentini. Si tratta, denuncia la Jep, di un vero e proprio “modello di sparizioni forzate a breve termine e di detenzioni arbitrarie”, che lascia i familiari dei detenuti senza risposte ufficiali e senza sapere come agire.
L’ong chiede dunque di garantire la fornitura “immediata e veritiera” di informazioni sull’identità, la posizione e lo status giuridico di tutte le persone detenute, nonché la possibilità di comunicare con familiari e legali – garanzie imposte non solo dai trattati internazionali sui diritti umani, ma anche dalla stessa Costituzione venezuelana. La Jep e la ong SurGentes hanno descritto nei dettagli la detenzione di quattro operatori audiovisivi, avvenuta venerdì scorso mentre stavano effettuando delle riprese nei pressi del carcere di Tocorón, nello stato di Aragua, per un progetto studentesco per l’Università Centrale del Venezuela. Sono tuttora in isolamento, e le loro famiglie non conoscono le loro condizioni né il luogo in cui sono trattenuti. Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di deterioramento delle garanzie del giusto processo e di crescente pressione su giornalisti e operatori dei media. Domenica, la famiglia del giornalista Joan Camargo ha presentato una richiesta di habeas corpus ai tribunali per conoscere la sua posizione, 84 ore dopo la sua scomparsa a Caracas.
Secondo il Sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp), Camargo sarebbe stato fermato da sconosciuti che lo hanno costretto a salire su un veicolo; da allora non sono state fornite informazioni ufficiali sul suo stato. Il caso è particolarmente grave perché, secondo la legge venezuelana, qualsiasi richiesta di habeas corpus deve essere risolta entro un massimo di 96 ore. Il Sntp ricorda che in Venezuela, al momento, sono detenuti 23 giornalisti, e che gli arresti sono spesso accompagnati da confische di attrezzature e materiali di lavoro, perquisizioni senza mandato e accuse vaghe come terrorismo, incitamento all’odio o associazione a delinquere. Secondo l’ultimo bollettino dell’ong Foro Penal, sono 875 i prigionieri politici nel paese.
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