Allarme tagli in Casa Stellantis, a rischio brand come Alfa Romeo e Lancia
- Postato il 26 febbraio 2025
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- Di Virgilio.it
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Negli ultimi anni, anche per fronteggiare le sfide che la transizione ecologica poneva al mondo automotive, diversi marchi hanno cercato fusioni o alleanze. Tra queste una delle più famose è stata sicuramente quella che ha dato vita a Stellantis in seguito all’unione tra il Gruppo PSA e il Gruppo FCA. Allo stato attuale la holding con sede ad Amsterdam ha sotto di sé ben 14 marchi attivi più un 15° dato dalla joint venture in atto con la cinese Leapmotor.
A differenza di altri Gruppi però Stellantis non ha mai avuto un brand di riferimento. Pensiamo ad esempio a Volkswagen o Renault, che a loro volta sono a capo dei propri Gruppi. Tutto ciò non accade, invece, per la holding nata dalla fusione tra PSA ed FCA. Tutti i brand, infatti, sono messi sullo stesso piano. Naturalmente però non tutti i marchi hanno gli stessi volumi di vendita.
Possibili chiusure
Proprio la gestione di tutte queste risorse è stata uno dei temi che ha portato poi alla rottura tra l’ormai ex CEO di Stellantis Tavares e l’azienda stessa. Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, Elkann starebbe scegliendo il successore del manager portoghese in base alle sue abilità nella gestione dei vari brand in possesso della holding. I dati di vendita in fondo sono incontrovertibili. Peugeot e FIAT trainano il Gruppo con il 20% delle vendite ciascuno. Ciò vuol dire che solo questi due marchi rappresentano ben il 40% dell’azienda.
Alle loro spalle si piazza Jeep con il 15%, Ram con il 10%, Opel/Vauxall con il 9% e infine Citroen con l’8%. Dietro questi marchi, che ad oggi sembrano intoccabili, partono poi le note dolenti. Dodge e Chrysler ad esempio totalizzano solo il 3% delle vendite totali di Stellantis. Chi sta messo peggio però sono Lancia, DS ed Alfa Romeo che si fermano ad appena l’1%, e Maserati che a quella cifra non ci arriva nemmeno.
Chi rischia la chiusura
L’ipotesi, sempre più accreditata, è che Stellantis potrebbe seriamente decidere di operare qualche taglio chiudendo quei marchi che non portano introiti alla holding, ma solo spese. L’idea, già avanzata dallo stesso Tavares, potrebbe concretizzarsi con il nuovo CEO. Per i marchi in crisi però bisogna contestualizzare il tutto per capire in che direzione potrebbe effettivamente andare l’azienda con sede in Olanda.
Lancia ad esempio, per anni, ha avuto un solo modello nella propria gamma: la Ypsilon. Certo i volumi di vendita aziendali sono bassi, ma quelli del singolo modello in questione sono stati sempre ottimi. Oggi il marchio è in piena ristrutturazione e il suo futuro dipenderà dalla risposta che la clientela darà alla nuova Ypsilon e ai modelli già annunciati in arrivo. Alfa Romeo, invece, sta pagando una gamma per il momento non ancora rinnovata completamente e la crisi del segmento berlina.
L’arrivo della Junior rappresenta una prima pietra su cui costruire il futuro del Biscione. Come già ampiamente annunciato inoltre, la nuova Giulia sarà un crossover, quindi il brand in sé proverà a modificarsi per essere al passo con i tempi. Dalle vendite di questi modelli dipenderà poi il futuro del marchio. Discorso simile per DS, che dovrà valutare l’andamento dei nuovi modelli immessi sul mercato. Infine Maserati, pretendere da questa azienda volumi di vendita simili a FIAT o Opel sarebbe alquanto fuori contesto. Il Tridente è un brand premium e come tale va trattato. Certo al momento le sue vendite sono davvero troppo basse e bisognerà intervenire in maniera massiccia rinnovando la sua gamma per provare a rivitalizzarlo. Questi però sono sicuramente i marchi più a rischio in Casa Stellantis e non è escluso che il prossimo CEO possa decidere di tagliarne qualcuno.