Negli ultimi anni, l'interesse per i fenomeni aerei non identificati (UAP, Unidentified Aerial Phenomenon) è cresciuto significativamente, spingendo istituzioni e ricercatori a cercare nuovi strumenti per studiarli. Nel 2021, l'Office of the Director of National Intelligence (ODNI) ha pubblicato un rapporto con informazioni declassificate sugli UAP, seguito da rapporti annuali del Dipartimento della Difesa tramite l'All-domain Anomaly Resolution Office (AARO). Nonostante questi passi avanti, i dati scientifici disponibili al pubblico rimangono limitati. Per colmare questa lacuna, il Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) e il Progetto Galileo hanno sviluppato un osservatorio innovativo: Dalek, una telecamera a infrarossi progettata per scrutare il cielo alla ricerca di possibili tracce di veicoli spaziali extraterrestri. Il progetto, guidato da Laura Domine dell'Università di Harvard fa parte del Progetto Galileo, ed è stato presentato alla Lunar and Planetary Science Conference 2025 (LPSC 2025), con i dettagli pubblicati sulla rivista Sensors.. Un occhio elettronico. Dalek, il cui nome si ispira agli iconici antagonisti della serie Doctor Who, si basa sulle raccomandazioni della NASA in un suo studio del 2023. Questo documento sottolinea l'importanza di sensori altamente reattivi, capaci di raccogliere dati su UAP in millisecondi, registrandone il movimento, la forma, il colore e persino il suono. L'osservatorio è il primo di una rete in espansione, con altri due impianti in costruzione in Pennsylvania e Nevada. Questi strumenti operano su più bande dello spettro, tra cui infrarossa, ottica, radio e audio, permettendo un monitoraggio multisensoriale degli oggetti in cielo.. Database senza precedenti. Secondo il professor Avi Loeb, direttore del Institute for Theory and Computation e capo del Progetto Galileo, gli osservatori già operativi raccolgono circa 100.000 oggetti al mese, contribuendo al più grande database mai creato sui fenomeni aerei. L'analisi di questi dati avviene tramite sofisticati algoritmi di apprendimento automatico, tra cui You Only Look Once (YOLO) per il rilevamento degli oggetti e Simple Online and Realtime Tracking (SORT) per la ricostruzione delle traiettorie. Nei primi cinque mesi di attività, il team ha studiato mezzo milione di oggetti, identificando anomalie in circa il 16% delle traiettorie osservate. Tra queste, 144 rimangono inspiegabili, ma potrebbero derivare da oggetti comuni la cui natura non può essere determinata senza ulteriori dati.. Alla ricerca di tecnologie avanzate. Lo scopo finale del progetto è isolare eventuali prove di tecnologie che vanno oltre quelle conosciute dall'uomo, le cosiddette tecnofirme. Loeb afferma che anche un solo oggetto anomalo su un milione potrebbe rappresentare una scoperta rivoluzionaria, suggerendo l'esistenza di civiltà extraterrestri con conoscenze scientifiche avanzate. Se l'iniziativa Dalek riuscirà a portare alla luce fenomeni inspiegabili, potrebbe cambiare il modo in cui comprendiamo il cosmo e la nostra posizione al suo interno..