Alla Paris Fashion Week 2025 sembra essere tutta una questione di debutti e sfilate spettacolari
- Postato il 7 ottobre 2025
- Moda
- Di Artribune
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C’è sempre qualcosa di irripetibile nell’aria di Parigi durante la settimana della moda. Ma questa stagione, più che mai, la città è sembrata un palcoscenico di rinascite. I debutti si sono susseguiti come atti di un unico spettacolo, ognuno con la propria voce, la propria idea di futuro. Le maison storiche — da Dior a Balenciaga, fino a Chanel — hanno aperto nuovi capitoli della loro storia, affidandosi a direttori creativi pronti a riscrivere ciò che sembrava intoccabile.
Dior by Jonathan Anderson: la prima volta
Dopo la sua prima volta a giugno per la linea uomo, Jonathan Anderson ha fatto il suo attesissimo debutto alla guida femminile di Dior, presentando la collezione primavera estate 2026. Ad aprire lo show, uno short film che mescolava le immagini di tutti i designer della maison, ovvero il punto di partenza di Anderson. La celebre Bar Jacket, le gonne con il panier, l’abito in pizzo vengono reinterpretati in versioni più sciolte, accanto a minigonne e giacche dai revers sciallati. Il risultato: una collezione che si fa contenitore di elementi d’archivio accostati a capi moderni, quasi basici, con l’intento di suscitare desiderio anche a chi pensa di avere già tutto.

Maison Margiela e Jean Paul Gaultier: effetto sorpresa
Parlando di Margiela, Glenn Martens ha presentato la sua prima collezione ready-to-wear per la Maison durante la Paris Fashion Week. Lo show ha mostrato un equilibrio tra praticità e sperimentazione: capi che si trasformano come ad esempio la giacca per donna rivestita in chiffon in grado di allungarsi fino a trasformarsi in un dress da sera. Ma a stupire sono stati i modelli dalle bocche dilatate per via di alcuni accessori che richiamano l’estetica del brand. E sempre scenografico, a tratti disturbante, è stato l’esordio di Duran Lantink per Jean Paul Gaultier, che ha rilanciato la dimensione prêt-à-porter del marchio. Lo show si è tenuto in un corridoio buio del Musée du Quai Branly – Jacques Chirac, con l’intento da parte del designer di riprendere, a modo suo, molte icone di Gaultier. Il look di apertura, ad esempio, richiamava il reggiseno conico di Madonna, mentre la stampa in chiffon si è trasformata in body stampati che riproducevano il corpo nudo. La collezione ha suscitato perplessità e curiosità, lasciando gli spettatori con una domanda aperta: questo nuovo corso saprà conquistare il pubblico o rimarrà un esperimento isolato?

Balenciaga by Pierpaolo Piccioli: un nuovo capitolo
Il debutto di Pierpaolo Piccioli da Balenciaga ha invece rappresentato uno dei momenti più attesi della Parigi Fashion Week, non tanto per gli abiti in sé, quanto per la possibilità di tracciare un “racconto nuovo” per la maison. Piccioli, con la formazione da couturier, ha esplorato gli archivi storici di Balenciaga per ricavarne un metodo piuttosto che delle forme già viste, studiando l’approccio rivoluzionario di Cristóbal e il rapporto tra corpo e tessuto. La collezione presentata in passerella ha così interpretato i codici storici con volumi leggeri e silhouette fluide. L’obiettivo era coniugare la tradizione Couture con la realtà industriale del prêt-à-porter, creando capi capaci di restituire libertà e leggerezza al corpo femminile. L’accoglienza della critica e del pubblico ha confermato l’interesse per il nuovo percorso creativo, segnalando che il “racconto” di Piccioli è appena iniziato.

Tom Ford, Givenchy, Miu Miu e Celine: l’eleganza rinnovata
L’eleganza continua sulle passerelle parigine attraverso il ritorno di quattro grandi nomi con collezioni che hanno saputo rinnovare il concetto di eleganza. Tom Ford, sotto la direzione di Haider Ackermann, ha presentato una collezione che mescola sensualità androgina con silhouette fluide e dettagli audaci. Givenchy, guidata da Sarah Burton, ha celebrato la femminilità con abiti strutturati e dettagli raffinati, mentre Miu Miu ha proposto un mix di elementi retrò e moderni, con protagonista il grembiule come leitmotiv di collezione. Celine by Michael Rider, infine, ha omaggiato l’iconica Parigina degli anni ‘60, mantenendo la sua signature minimalista.

Chanel by Blazy: il finale di stagione
Il debutto di Matthieu Blazy alla direzione creativa di Chanel ha chiuso i debutti della Paris Fashion Week con una delle collezioni più attese della stagione. La sua prima passerella ha mostrato un approccio che unisce rispetto per l’eredità della maison e capacità di reinterpretarla con leggerezza e misura. Blazy ha lavorato seguendo un metodo preciso, studiando i processi di Chanel più che i singoli capi storici, per costruire una collezione coerente con l’identità Chanel ma capace di parlare al presente. Il risultato è una proposta coerente con i codici della casa di moda: tailleur e gonne in tweed, abiti lunghi, dettagli come fiocchi, borse e scarpe bicolori, tutto misurato e bilanciato. La leggerezza della materia e dello spirito emerge come cifra distintiva, mostrando che Blazy sa coniugare tradizione e modernità, creando le basi per un percorso creativo destinato a diventare un nuovo punto di riferimento.
Erika del Prete
L’articolo "Alla Paris Fashion Week 2025 sembra essere tutta una questione di debutti e sfilate spettacolari" è apparso per la prima volta su Artribune®.