Alla Mostra del Cinema la moda si allontana dall’arte e i look sono pure noiosi (con qualche eccezione)

  • Postato il 6 settembre 2025
  • Moda
  • Di Artribune
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Se la Mostra del Cinema 2025 sta regalando alcuni titoli interessanti, diversa è la moda di questa 82° edizione. Resta un evento dedicato al cinema, che però fa coppia fissa con l’arte del vestire: dai costumi di scena ai tappeti rossi, fino alle dive e ai divi che diventano l’ossessione degli stilisti. Ispirazione primaria, a volte. E quei look che per giorni e giorni vengono votati da tutte le redazioni giornalistiche, altrettante volte diventano strumento d’espressione, di un pensiero o di una velleità artistica. Nonostante vengano tacciati come superficiali, marginali, a tratti inutili.

Photo Sophie Carre, courtesy Dior
Photo Sophie Carre. Courtesy Dior

Le rivoluzioni stilistiche alla Mostra del Cinema 2025

Nel 2025, duole dirlo, ma quella credenza è più fondata del solito. Ci hanno abituati a potenti dichiarazioni di stile: Timothée Chalamet con la tutina metallizzati ha sdoganato l’idea del soft boy, ossia poco interessato a dimostrare qualche parvenza di stereotipata maschilità; Jacob Elordi con i fascinosi smoking mai stantii, piuttosto aspirazionali; Mariacarla Boscono con le nudità più vedo che non vedo, utili nel ricordare che l’indignazione borghese è un costrutto dannatamente attuale in Italia. La lista potrebbe essere infinita, includendo gli abiti serviti per diffondere dichiarazioni politiche o attinenti a temi sociali. Bastano una stampa, un gioco di colori, un accessorio simbolico a far venire in mente una battaglia combattuta dalle minoranze, ad esempio.

Tilda Swinton sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2025
Tilda Swinton sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2025

Venezia 2025: i migliori momenti moda

Quest’anno poco e nulla. Tanti i debutti anticipati dei direttori creativi dei marchi d’abbigliamento: Jonathan Anderson per Dior, Dario Vitale per Versace, Matthieu Blazy per Chanel, Louise Trotter per Bottega Veneta. Tutti aspetti al varco, ossia durante le settimane della moda milanese e parigina, dove presenteranno le loro prime collezioni. Menomale che queste strategie ben studiate hanno ravvivato la Mostra del Cinema sul tappeto rosso, altrimenti sarebbe stato di una noia mortale. Classici abiti da sera, tessuti luccicanti, altri diafani. Completi eleganti e grandi orologi per lui, vestiti con strascico e collier per lei. Lusso all’ennesima potenza, che ha stufato dopo decenni di abbinamenti che, in un modo o nell’altro, si ripetono.

Photo Sophie Carre, courtesy Dior
Photo Sophie Carre. Courtesy Dior

L’appiattimento della moda nei look a Venezia 2025

Mancano le collaborazioni con gli artisti, i riferimenti alla creatività, l’esuberanza della moda più gioiosa, i messaggi carichi di significato. È rimasta una parata di bellissimi abiti, persone di bell’aspetto, gioielli sfarzosi, trucchi e acconciature meticolosamente riprodotti. Vanità non più giustificate da un fine ma portate avanti perché è tradizione farlo. Ecco, a una cosa è servita la moda di Venezia 2025: a metterci davanti come stanno le cose in un sistema – attenzione, non settore, che implicherebbe solo l’aspetto meramente economico – tra una crisi finanziaria che l’ha sfiancato e guerre che la obbligano a prendere delle posizioni. A cambiare alcune priorità, riorganizzare la propria geografia, senza però diffondere alcun messaggio, alcuna speranza in una moda e in un mondo più impegnati. Anche solo nello stupire per la bellezza straordinaria.

Giulio Solfrizzi

L’articolo "Alla Mostra del Cinema la moda si allontana dall’arte e i look sono pure noiosi (con qualche eccezione)" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune

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