Alla Fiera di Verona armi e caricatori di aziende israeliane. Rete Disarmo: “No ai prodotti di chi è accusato di crimini di guerra”

  • Postato il 16 gennaio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Fiera di Verona si prepara a ospitare anche quest’anno la European Outdoor Show (Eos), la manifestazione dedicata alla caccia, pesca, tiro sportivo, nautica e sport all’aria aperta che dal 2021 si tiene nella città veneta. Quest’anno dall’8 al 10 febbraio nei cinque padiglioni che occupano i 60mila metri quadri di Verona Fiera, l’ente che ospita Eos all’interno dei suoi spazi, sono attesi 578 tra espositori e rappresentanti provenienti da tutto il mondo. Scorrendo la lista pubblicata sul sito ufficiale di Eos si trovano i nomi noti del mondo delle armi da caccia e dello sport italiani, così come aziende con sede negli Usa o nei vari paesi europei. Ma non solo. Tra i prodotti esposti nella prossima edizione ci saranno anche quelli di due aziende israeliane, la Bul Armory, che realizza armi da fuoco di alta qualità, e la Maglula, che produce invece caricatori. Le due aziende non saranno direttamente presenti all’evento, ma i loro prodotti saranno esposti da Origins STB e da Paganini.

A rendere nota questa notizia è stata la Rete italiana pace e disarmo, che monitora la manifestazione veronese fin dalla sua prima edizione. “Quando ci siamo resi conto che i prodotti delle aziende israeliane sarebbero stati in mostra alla fiera abbiamo chiesto agli organizzatori l’esclusione di tutte le aziende produttrici di armi di Stati che sono sottoposti a misure di embargo da parte delle Nazioni Unite o che sono ritenuti responsabili da parte di organismi Onu di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità”, spiega Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal). Tra i paesi da escludere rientra anche Israele, accusato dall’Onu di crimini di guerra e di violazione dei diritti umani.

La presenza di prodotti israeliani non è l’unica criticità evidenziata dalla Rete rispetto a Eos. Ancora una volta gli attivisti sono tornati a chiedere il divieto di accesso ai minori ai padiglioni in cui sono esposte le armi, fatta eccezione per chi è iscritto alle Federazioni sportive da tiro. Rispetto alle prime edizioni, chi ha meno di 18 anni può entrare solo se accompagnato da un genitore o da una persona che ne ha la delega, ma non dovrebbe comunque essergli permesso di toccare il materiale esposto. A imporre questa limitazione, ricorda Beretta, è stata la Questura di Verona, che in una nota diffusa nel 2024 ha disposto il divieto per i minori di maneggiare le armi. Quello che chiede la Rete è che questo limite venga però fatto rispettare e che ci siano i dovuti controlli sull’accesso dei minori. In un comunicato diffuso dopo la chiusura dell’edizione del 2024, gli attivisti facevano notare come moltissimi minorenni avessero invece impugnato le armi nonostate il divieto della Questura.

La speranza adesso è che l’interlocuzione con l’Amministrazione comunale di Verona, VeronaFiere – che ospita l’evento – e gli organizzatori continui ad essere positiva come successo in passato. Grazie alle pressioni della Rete, Eos ha infatti eliminato la difesa personale dal programma, puntando così esclusivamente sul mondo venatorio e sportivo. Nel 2024 gli organizzatori hanno anche predisposto un Codice etico che ha messo nero su bianco questo cambio di passo, delimitando in maniera chiara i settori di le armi e componenti ammessi a quelli del mondo “caccia e al tiro sportivo, alle armi da collezione, alle armi antiche e per il soft-air”. L’eliminazione della difesa personale dagli ambiti di interesse dell’evento ha limitato anche l’attrattiva politica di Eos rispetto ad altre iniziative simili, come ad esempio quella di Vicenza, e ha fatto sì che non si trasformasse in un’occasione di propaganda per gli esponenti della destra.

C’è però un aspetto su cui Beretta insiste: alla fiera è possibile trovare anche armi che potrebbero essere usate per la legittima difesa. “Gran parte delle armi semiautomatiche considerate ‘armi comuni da sparo’ possono essere regolarmente detenute da cittadini che hanno una licenza sia per la difesa personale che per il tiro sportivo. Per risolvere la questione però serve un intervento legislativo nazionale”. In Italia, ricorda Beretta, per ottenere la licenza di porto d’armi e il nulla osta per l’acquisto è sufficiente essere incensurati, avere un certificato medico che attesti la salute fisica e mentale e aver frequentato un corso al tiro a segno. Con il nulla osta si possono acquistare e detenere in casa fino a tre pistole, 12 fucili semiautomatici e numero illimitato di fucili da caccia, il che vuol dire che non si sa con esattezza quante armi leggere sono detenute dai cittadini italiani. Un punto su cui l’Opal si batte da anni e su cui chiede che venga fatta chiarezza.

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Il Fatto Quotidiano

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